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Repubblica popolare cinese

Capo di stato: Xi Jinping

Capo di governo: Li Keqiang

Le severe restrizioni per il Covid-19 in alcuni casi hanno pregiudicato il diritto alla salute e al cibo adeguato. Attraverso una censura online sempre più pervasiva, il governo ha continuato a soffocare le critiche alle sue politiche e azioni e la discussione su argomenti considerati sensibili. Tra coloro che sono stati sottoposti ad arresti e detenzioni arbitrari c’erano persone critiche verso il governo, difensori dei diritti umani, attivisti a favore della democrazia, leader e praticanti religiosi. È proseguita la repressione sistematica delle minoranze etniche nello Xinjiang e in Tibet. Le autorità hanno tentato di impedire la pubblicazione di un rapporto dell’Ohchr, che documentava potenziali crimini contro l’umanità e altri crimini internazionali nello Xinjiang. Le donne hanno continuato a subire violenze e molestie sessuali e altre violazioni dei loro diritti. Il governo di Hong Kong ha proseguito la repressione contro il movimento filodemocratico. Giornalisti, radiocronisti ed editori di libri sono stati tra le persone perseguite e incarcerate ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale e di altre leggi repressive, mentre organizzazioni della società civile, sia a Hong Kong sia all’estero, hanno affrontato incriminazioni o vessazioni per attività legittime. Nonostante alcuni impegni politici positivi, tra cui un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili, gli obiettivi di riduzione della CO₂ della Cina sono stati giudicati “altamente insufficienti” e la produzione di carbone è aumentata.

 

CONTESTO

Per la maggior parte dell’anno, il governo ha mantenuto la sua “politica zero Covid”, che ha significato diffusi lockdown e quarantena obbligatoria. Proteste localizzate contro le dure restrizioni si sono intensificate a partire da metà novembre. Le manifestazioni si sono estese ad almeno 20 città in seguito all’incendio di un condominio a Urumqi, la capitale della regione autonoma uigura dello Xinjiang, avvenuto il 24 novembre, in cui sono morte almeno 10 persone. Le autorità hanno negato che le porte chiuse avessero impedito ai residenti di fuggire ma, dopo questo incidente, hanno annunciato l’allentamento delle restrizioni per il Covid-19.

A maggio, l’allora Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha condotto una missione di sei giorni in Cina, che ha incluso due giorni nello Xinjiang. A giugno, 42 esperti indipendenti di diritti umani delle Nazioni Unite hanno chiesto al governo cinese di concedere accesso senza ostacoli alle procedure speciali e ai meccanismi delle Nazioni Unite per valutare le accuse di gravi violazioni dei diritti umani nel paese, in particolare nello Xinjiang, in Tibet e a Hong Kong. Ad agosto, il governo ha ratificato la Convenzione Ilo n. 29 sul lavoro forzato e la 105 sull’abolizione del lavoro forzato.

A ottobre, al XX congresso nazionale del partito è stato annunciato il terzo mandato del presidente Xi Jinping come segretario generale del Partito comunista cinese (Pcc), sollevando timori che la situazione dei diritti umani potesse continuare a deteriorarsi dopo un decennio di escalation della repressione sotto la sua guida. A febbraio, la Cina ha ospitato i Giochi olimpici invernali.

 

DIRITTO ALLA SALUTE

Nelle aree sotto lockdown sono state segnalati scarsità di cibo e accesso ritardato o negato all’assistenza sanitaria di emergenza. Un numero imprecisato di persone è morto dopo che era stato loro negato il ricovero in ospedale. Le condizioni nelle strutture di quarantena, dove erano detenuti coloro che risultavano positivi al Covid-19, sono state spesso pessime e poco igieniche. In alcuni casi, minori sono stati separati dai genitori in quarantena.

Il 7 dicembre, il governo centrale ha annunciato un significativo allentamento delle restrizioni e il 26 dicembre ha affermato che quasi tutti gli elementi della “politica zero Covid” sarebbero stati sostanzialmente smantellati a partire dall’8 gennaio 2023. Le infezioni e i decessi da Covid-19 sono successivamente aumentati e ospedali di più città hanno segnalato di essere sotto estrema pressione e in grave carenza di farmaci.

 

LIBERTÀ D’ESPRESSIONE E RIUNIONE

La censura online è diventata sempre più pervasiva e sofisticata, come strumento per soffocare le critiche al governo, e si è intensificata in occasione di eventi e anniversari di alto profilo.

Le autorità non hanno mantenuto le assicurazioni fatte in qualità di ospiti dei Giochi olimpici invernali per garantire la libertà dei media prima e durante i Giochi e assicurare opportunità di protesta pacifica. Prima dei Giochi, hanno messo in guardia gli atleti contro “qualsiasi comportamento o discorso” che violasse “leggi e regolamenti cinesi”. I dissidenti di alto profilo sono stati censurati e i loro movimenti sono stati limitati. I giornalisti accreditati ai Giochi hanno riferito di ripetute interferenze del governo nella copertura dei preparativi per l’evento e nelle interviste con atleti e gente del posto, sia all’interno sia all’esterno delle sedi olimpiche.

Le autorità hanno intensificato i loro sforzi per prevenire le critiche alle misure di lockdown sui social media, comprese le richieste di aiuto da parte di chi era isolato e le accuse di violazioni dei diritti umani nelle strutture di quarantena. Le autorità hanno manipolato l’applicazione per cellulari sullo stato di salute da Covid-19 (necessaria per entrare in edifici pubblici e negozi e utilizzare i mezzi pubblici o viaggiare) per limitare indebitamente la libertà di movimento e di riunione pacifica. A giugno, nella provincia di Henan, durante le manifestazioni contro il congelamento dei depositi da parte delle banche locali, è stato ampiamente segnalato che improvvisamente l’applicazione ha iniziato a comunicare un avviso in codice rosso che imponeva agli utenti di mettersi in quarantena per 14 giorni. Cinque funzionari locali hanno successivamente ricevuto sanzioni amministrative per aver manipolato l’applicazione.

A settembre, in vista al congresso nazionale del Pcc, l’autorità responsabile della regolamentazione del cyberspazio ha lanciato un’epurazione per tre mesi delle “voci e notizie false” su Internet, chiedendo alle società tecnologiche di raddoppiare il monitoraggio, il tracciamento, i divieti e le sospensioni contro titolari di account. Sono stati segnalati anche nuovi tentativi di bloccare strumenti di elusione della censura come le reti virtuali private (Vpn).

Il 13 ottobre, la polizia ha arrestato Peng Lifa perché aveva dispiegato striscioni su un ponte nella capitale Pechino durante il congresso nazionale del Pcc, in cui criticava la politica “zero Covid” del governo e definiva il presidente Xi un dittatore. Le immagini della protesta sono diventate virali a livello internazionale, ma tutti i filmati e le parole chiave sono stati rimossi dalle piattaforme dei social media cinesi. È stato riferito che le autorità hanno arrestato alcune persone che avevano ripubblicato le immagini della protesta.

A novembre, moltissime persone sono state arrestate per aver partecipato a manifestazioni di protesta pacifiche contro le restrizioni per il Covid-19, dopo il fatale incendio di un condominio a Urumqi. Non era chiaro quanti fossero ancora in detenzione alla fine dell’anno. Video circolati online hanno mostrato la polizia che picchiava i manifestanti durante gli arresti.

È rimasta vietata ogni discussione e commemorazione delle vittime della repressione delle proteste filodemocratiche del 1989. Alla vigilia dell’anniversario della repressione militare contro i manifestanti in piazza Tiananmen del 4 giugno, il live streaming di un noto influencer è stato interrotto, a quanto pare perché si vedeva una scultura di gelato simile a un carro armato.

 

DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI

Le autorità hanno continuato a incarcerare i difensori dei diritti umani, inclusi giornalisti partecipativi e avvocati per i diritti umani. I detenuti sono stati tenuti in condizioni severe e sottoposti a torture e altri maltrattamenti.

Il 1° marzo è stato rilasciato l’avvocato per i diritti umani Yu Wensheng, dopo aver scontato una pena detentiva di quattro anni per “sovversione del potere statale”, apparentemente per aver criticato il presidente. Yu Wensheng ha raccontato che gli era stato spruzzato addosso spray al peperoncino, era stato costretto a rimanere seduto su una sedia di metallo fino a quando non aveva parzialmente perso conoscenza e che durante la custodia cautelare gli era stato negato cibo adeguato1.

A gennaio, la giornalista partecipativa Zhang Zhan, condannata a quattro anni di reclusione nel 2020 per “avere litigato e provocato problemi”, dopo che aveva scritto articoli sull’epidemia di Covid-19, ha concluso il suo sciopero della fame per impedire alle autorità di continuare l’alimentazione forzata. Non era chiaro se a Zhang Zhan, la cui salute è peggiorata durante lo sciopero della fame, sia stato consentito l’accesso a cure mediche adeguate2.

Ad aprile è stato più volte segnalato il grave deterioramento della salute di Huang Qi, fondatore e direttore del sito web sui diritti umani 64 Tianwang, con sede nel Sichuan. Huang Qi, che stava scontando una pena detentiva di 12 anni per le sue denunce sulla situazione dei diritti umani, secondo quanto riferito non ha avuto accesso a cure mediche adeguate e gli è stato negato l’accesso a un conto bancario in cui amici e familiari avevano depositato denaro per lui, per l’acquisto di forniture mediche e di altro tipo. Fin dal 2020 gli è stato negato ogni contatto con la famiglia3.

Molti avvocati sono rimasti in carcere o sotto stretta sorveglianza. Tra loro figuravano il giurista Xu Zhiyong e l’avvocato per i diritti umani Ding Jiaxi, processati in segreto a giugno dopo essere stati incriminati per “sovversione del potere statale” nell’ottobre 2021. I due uomini erano membri di spicco del Movimento dei nuovi cittadini, una rete di attivisti istituita per promuovere la trasparenza del governo e denunciare la corruzione. Nei mesi precedenti al processo, nessuno dei due ha avuto accesso agli avvocati4.

Ad aprile, il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria ha invitato le autorità cinesi a rilasciare immediatamente l’attivista sindacale Wang Jianbing. A settembre 2021 era stato arrestato e detenuto a Guangzhou, insieme all’attivista del movimento #MeToo Sophia Huang Xueqin, accusati di “incitamento alla sovversione del potere statale” per aver partecipato a riunioni private a casa di Wang Jianbing, per discutere della riduzione dello spazio della società civile5. Dopo l’arresto sono stati tenuti entrambi in incommunicado e sottoposti a maltrattamenti.

 

LIBERTÀ DI RELIGIONE E CREDO

Sono perdurate molestie e incarcerazioni di persone per aver praticato la propria religione o il proprio credo. Leader religiosi e praticanti, compresi quelli appartenenti a chiese domestiche, imam uiguri, monaci buddisti tibetani e membri del Falun Gong, sono stati tra coloro che hanno subìto arresti e detenzioni arbitrari durante il 2022.

 

REGIONI AUTONOME ETNICHE

La repressione sistematica delle minoranze etniche nello Xinjiang e in Tibet è perdurata sotto la parvenza di “antiseparatismo”, “antiestremismo” e “antiterrorismo”. L’accesso a entrambe le regioni è stato fortemente limitato, rendendo praticamente impossibile documentare e riferire sui diritti umani. L’intensa sorveglianza ha impedito a chi vive nelle due regioni di condividere informazioni sulle violazioni dei diritti umani.

Xinjiang

Il governo ha continuato ad attuare politiche di vasta portata che hanno fortemente limitato le libertà di uiguri, kazaki e altre minoranze etniche prevalentemente musulmane nello Xinjiang, minacciando di cancellare le loro identità religiose e culturali.

Durante la visita effettuata nella regione a maggio, l’Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani e il suo team non hanno avuto autorizzazione a visitare i detenuti o le loro famiglie e sono stati tutto il tempo accompagnati da funzionari statali. Non avendo potuto ammettere le gravi violazioni dei diritti umani nel paese durante la missione, ad agosto, l’Ohchr ha pubblicato un rapporto a lungo atteso che rafforza le precedenti conclusioni di Amnesty International e altri, secondo cui la vastità della detenzione arbitraria e discriminatoria di uiguri e altri nello Xinjiang può configurarsi come crimine di diritto internazionale, in particolare crimine contro l’umanità. Tra le altre gravi violazioni dei diritti umani, il rapporto ha inoltre documentato accuse di tortura o altri maltrattamenti, episodi di violenza sessuale e di genere, lavoro forzato e sparizioni forzate.

Il governo cinese ha cercato di ostacolare l’uscita del rapporto, anche mobilitando altri governi perché facessero pressioni per impedirne la pubblicazione. Nonostante i risultati e le richieste di decine di esperti indipendenti delle Nazioni Unite affinché il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite convocasse una sessione speciale sulla Cina, il 6 ottobre il Consiglio ha votato per respingere una risoluzione che chiedeva di tenere un dibattito sullo Xinjiang nella sua prossima sessione6.

A novembre, il Comitato Cerd ha chiesto al governo cinese di indagare immediatamente su tutte le accuse di violazione dei diritti umani e rilasciare tutte le persone arbitrariamente private della libertà nello Xinjiang. Malgrado il governo abbia affermato che i campi di internamento che chiamavano centri di “addestramento” o “istruzione” sono stati chiusi, si ritiene che molte migliaia di uomini e donne siano ancora detenuti arbitrariamente in campi di internamento, prigioni o altre strutture da cui sono stati ampiamente riportati l’indottrinamento politico, la tortura fisica e psicologica e altre forme di maltrattamenti.

Le autorità cinesi hanno continuato a prendere di mira gli uiguri e altri residenti dello Xinjiang che hanno trascorso del tempo all’estero e a fare pressioni su altri governi affinché rimpatriassero gli uiguri che vivevano all’estero.

A giugno, le autorità hanno informato la famiglia dello studente uiguro di 25 anni Zulyar Yasin che poteva essere condannato fino a cinque anni di reclusione per “separatismo”. Zulyar Yasin, che aveva trascorso due anni in Turchia a studiare finanza all’università di Istanbul, era stato arrestato nel dicembre 2021 e doveva essere processato il 28 giugno, ma il procedimento è stato rinviato in due occasioni a causa dei lockdown per il Covid-19 e alla fine riprogrammato per l’inizio del 20237.

Quattro uiguri sono stati a rischio di espulsione dall’Arabia Saudita alla Cina, dove avrebbero potuto subire gravi violazioni dei diritti umani. Il 31 marzo, le autorità saudite hanno arrestato Buheliqiemu Abula e sua figlia di 13 anni. L’ex marito di Buheliqiemu Abula, Nuermaimaiti Ruze, e lo studioso delle religioni Aimidoula Waili erano detenuti senza accusa dal novembre 2020. Aimidoula Waili era stato precedentemente incarcerato in Cina dal 2013 al 2016 e ha dichiarato ad Amnesty International di essere stato ripetutamente torturato durante la detenzione8.

Idris Hasan, un progettista di computer uiguro arrestato in Marocco a luglio 2021, è rimasto in carcere e rischia il rimpatrio forzato in Cina, nonostante l’annullamento da parte dell’Interpol dell’allerta rossa, in base alla quale fu arrestato, e nonostante gli appelli alle autorità marocchine per non estradarlo da parte del Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura e altre procedure speciali9.

Tibet

I tibetani hanno continuato a subire discriminazioni e restrizioni ai loro diritti alla libertà di religione e di credo, d’espressione, di associazione e di riunione pacifica. Sono comunque continuate le proteste contro la repressione del governo cinese.

A settembre, la corte popolare intermedia di Kardze. nel Sichuan. ha condannato sei scrittori e attivisti tibetani a pene detentive comprese tra quattro e 14 anni per “incitamento al separatismo” e “minaccia alla sicurezza dello stato”. Gangkye Drupa Kyab, Seynam, Gangbu Yudrum, Tsering Dolma e Samdup furono arrestati a marzo o aprile 2021. Pema Rinchen fu arrestato alla fine del 2020 ed è stato tenuto in incommunicado fino al processo. Tutti e sei erano stati arbitrariamente detenuti in passato per i loro scritti o le proteste contro le autorità cinesi e molti soffrivano di problemi di salute a causa di percosse, cattive condizioni di detenzione e altri maltrattamenti subiti al tempo.

Il monaco tibetano Rinchen Tsultrim ha continuato a vedersi negare qualsiasi contatto con la famiglia o l’accesso agli avvocati, nonostante le ripetute richieste dei suoi familiari di fargli visita sin dalla sua detenzione, nell’agosto 2019. Nel novembre 2020 fu condannato a quattro anni e mezzo di reclusione a seguito di un processo iniquo.

 

PENA DI MORTE

La Cina è rimasta il principale esecutore mondiale, anche se il governo ha continuato a classificare come “segreti di stato” le cifre relative alle esecuzioni e alle condanne a morte. La pena capitale è rimasta applicabile per 46 reati, compresi alcuni non letali, che non raggiungono la soglia dei “reati più gravi” ai sensi del diritto e degli standard internazionali.

 

DIRITTI DELLE DONNE

Il 30 ottobre, la massima legislatura del paese ha adottato la legge modificata sulla protezione dei diritti e degli interessi delle donne. In vigore dal 1° gennaio 2023, la legge include nuove norme per rafforzare la protezione delle donne sul posto di lavoro, compresi requisiti per i datori di lavoro, per eliminare la discriminazione di genere nei processi di assunzione e per prevenire le molestie sessuali nel contesto lavorativo.

La violenza contro le donne, comprese la violenza e le molestie sessuali, è rimasta diffusa e le autorità hanno censurato il dibattito pubblico in merito.

Le autorità hanno rapidamente censurato le discussioni e vietato ai siti di social media di condividere filmati relativi a un episodio avvenuto a giugno e ripreso da telecamere a circuito chiuso, durante il quale un gruppo di uomini aveva aggredito fisicamente diverse donne in un ristorante a Tangshan, nella provincia di Hebei. Ventotto persone sono state condannate alla reclusione per aver avuto un ruolo nelle aggressioni. A luglio è stato arrestato Mao Huibin, un giornalista che ha pubblicato il filmato e scritto un articolo sull’incidente: rischiava fino a cinque anni di carcere per aver “scatenato litigi e provocato problemi”.

Ad agosto, il tribunale popolare distrettuale di Haidian ha respinto un ricorso di Zhou Xiaoxuan contro la sentenza di un tribunale, che aveva rigettato la sua richiesta di scuse e danni contro un noto conduttore della televisione di stato, Zhu Jun, per averla palpeggiata e baciata con la forza nel 2014, quando lavorava come stagista presso la stazione televisiva. La presa di posizione pubblica di Zhou Xiaoxuan contro le molestie sessuali l’ha portata a essere oggetto di bullismo online e censura statale.

A gennaio è diventato virale e ha suscitato l’indignazione pubblica cinese un video che mostrava una donna con problemi di salute mentale e fisica incatenata in un gabinetto all’aperto a Xuzhou, nella provincia di Jiangsu. Almeno quattro attivisti sono stati arrestati per aver indagato e pubblicizzato il caso e per aver sostenuto la donna, che sospettavano fosse vittima di tratta di esseri umani, circostanza che le autorità locali inizialmente avevano negato. Si è saputo che una degli attivisti, Wu Yi, è stata processata in segreto per “avere scatenato litigi e provocato problemi”, ma i dettagli della sua condanna e la sua ubicazione sono rimasti sconosciuti. Secondo articoli sui media pubblicati a febbraio, 17 funzionari locali erano stati puniti o indagati in relazione al caso. A marzo, il ministero della Pubblica sicurezza ha annunciato una campagna di un anno per indagare sulla tratta di donne e bambini.

 

DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI, TRANSGENDER E INTERSESSUATE

L’attivismo Lgbti offline e online è stato fortemente limitato. A causa della censura dilagante, decine di account sui social media di gruppi Lgbti sono rimaste chiuse. Le autorità hanno anche censurato programmi televisivi e film rimuovendo ogni contenuto relativo alle tematiche Lgbti.

A luglio, l’università Tsinghua di Pechino ha emesso lettere ufficiali di avvertimento a due studenti per “distribuzione di materiale promozionale non autorizzato”, dopo che le telecamere di sorveglianza li avevano ripresi mentre lasciavano bandiere arcobaleno nel campus. A novembre, la commissione municipale per l’istruzione di Pechino ha approvato l’azione dell’università contro gli studenti. Le autorità hanno censurato le discussioni online sull’incidente.

 

FALLIMENTO NELL’AFFRONTARE LA CRISI CLIMATICA

In base all’Ndc presentato nel 2021, la Cina si era impegnata a ridurre l’intensità delle emissioni di CO₂ di oltre il 65 per cento entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005, per raggiungere il picco delle emissioni di carbonio entro il 2030 e la neutralità del carbonio “prima del 2060”. A novembre, il Climate Action Tracker, un consorzio di analisi scientifiche globali, ha assegnato agli scopi, alle politiche e alle azioni della Cina il punteggio “altamente insufficiente”, perché non erano coerenti con l’obiettivo di limitare a 1,5°C l’aumento del riscaldamento.

A marzo, il governo ha pubblicato un nuovo documento politico sulla Nuova via della seta (Belt and Road Initiative – Bri), un progetto infrastrutturale che copre 72 paesi. Il documento ribadiva che non sarebbero state costruite nuove centrali a carbone nell’ambito della Bri e che si sarebbe “proceduto con cautela” sui progetti di energia a carbone già in corso.

Nel 2022 sono stati emessi nuovi obiettivi nazionali per le energie rinnovabili che miravano ad aumentare la produzione di elettricità dalle fonti rinnovabili di circa il 35 per cento entro il 2025 rispetto ai livelli del 2020. Tuttavia, la produzione interna di carbone è aumentata nonostante gli impegni a controllarne il consumo fino al 2025 e iniziare a ridurlo gradualmente in seguito.

 

REGIONE AMMINISTRATIVA SPECIALE DI HONG KONG

Le autorità di Hong Kong hanno continuato la repressione contro attivisti filodemocratici, giornalisti, difensori dei diritti umani e altri. La legge del 2020 sulla sicurezza nazionale (National Security Law – Nsl) e altre leggi repressive sono state ampiamente utilizzate per colpire le persone che esercitavano i loro diritti alla libertà d’espressione, di riunione pacifica e di associazione. Il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha esortato il governo di Hong Kong ad abrogare la Nsl e le norme sulla sedizione contenute nell’ordinanza sul crimine, e nel frattempo ad astenersi dall’applicarle.

A luglio, John Lee, ex capo della sicurezza di Hong Kong che supervisionò la repressione della polizia durante le proteste del 2019 e l’attuazione della Nsl, ha assunto la carica di capo dell’esecutivo di Hong Kong, essendo stato selezionato dal governo centrale di Pechino come unico candidato per le elezioni svoltesi a maggio.

Libertà d’espressione e riunione

Durante l’anno, almeno 11 persone sono state condannate alla reclusione ai sensi di leggi sulla sedizione risalenti all’era coloniale, per aver espresso pacificamente le loro opinioni.

A settembre, cinque logopedisti sono stati condannati ciascuno a 19 mesi di reclusione, dopo essere stati giudicati colpevoli di sedizione per aver pubblicato libri per bambini che descrivono la repressione del governo sulle proteste a favore della democrazia del 2019 e altre questioni10.

A ottobre, il conduttore radiofonico e commentatore di affari pubblici Edmund Wan (noto come Giggs) è stato condannato a 32 mesi di carcere per “sedizione” e “riciclaggio di denaro” per aver criticato il governo e raccolto fondi per pagare le rette scolastiche ai giovani attivisti di Hong Kong, fuggiti a Taiwan dopo le proteste del 2019. Giggs, che aveva già trascorso 19 mesi in detenzione prima della condanna, è stato rilasciato il 18 novembre, ma ha dovuto consegnare al governo i proventi della raccolta fondi.

Attivisti politici, giornalisti, difensori dei diritti umani e altri accusati ai sensi della Nsl sono stati trattenuti in custodia cautelare prolungata. Al 31 ottobre, almeno 230 persone erano state arrestate ai sensi della Nsl, dalla sua entrata in vigore nel 2020.

Lo spazio per la protesta pacifica è rimasto fortemente limitato e chi partecipava a manifestazioni o incoraggiava altri a farlo ha rischiato un procedimento giudiziario. A gennaio, Chow Hang-tung è stata giudicata colpevole di “incitare altri a partecipare a un’assemblea non autorizzata” e condannata a 15 mesi di reclusione, perché nel 2021 aveva pubblicato un post sui social media che incoraggiava le persone a commemorare la repressione di piazza Tiananmen del 1989. A dicembre, Chow Hang-tung ha vinto l’appello contro tale condanna, ma è rimasta in carcere in attesa di processo con accuse simili ai sensi della Nsl, per le quali rischiava fino a 10 anni di reclusione.

Libertà di associazione

Le autorità hanno continuato a criminalizzare o impedire in altro modo attività legittime della società civile. La legislazione repressiva, comprese la Nsl e l’ordinanza sulle società, che conferivano poteri eccessivi alla polizia per rifiutare, cancellare la registrazione o vietare una associazione, è stata utilizzata con effetti deterrenti sulle organizzazioni della società civile. Più di 100 organizzazioni sono state costrette a sciogliersi o trasferirsi dall’entrata in vigore della Nsl, nel luglio 2020.

Sono state imposte restrizioni anche a gruppi più piccoli e più informali. A giugno, secondo quanto riferito, la polizia ha consegnato lettere ad almeno cinque rappresentanti di piccoli gruppi della società civile, compresi gruppi informali di Facebook e reti religiose, avvertendoli di registrarsi per non rischiare di violare l’ordinanza sulle società.

Cinque ex consiglieri di amministrazione del fondo 612 Humanitarian Relief Support Fund, istituito per assistere i partecipanti alle proteste del 2019 con spese legali e altri costi, chiuso nel 2021, sono stati arrestati a maggio e l’ex segretario a novembre per “collusione con forze straniere” e secondo la Nsl rischiavano fino a 10 anni di reclusione. A dicembre, tutti e sei sono stati giudicati colpevoli di non aver registrato il fondo ai sensi dell’ordinanza sulle società e hanno ricevuto una multa tra 2.500 e 4.000 dollari di Hong Kong ciascuno (circa 321-513 dollari Usa).

Anche gli attacchi a gruppi che operano al di fuori di Hong Kong sono aumentati. A marzo, la polizia per la sicurezza nazionale ha inviato una lettera all’amministratore delegato di Hong Kong Watch, un’organizzazione con sede nel Regno Unito, accusando il gruppo di “mettere a repentaglio la sicurezza nazionale” attraverso “pressioni su paesi stranieri per imporre sanzioni” e impegnandosi in “altre attività ostili”. Il gruppo è stato accusato di aver violato l’art. 29 della Nsl, che punisce la “collusione con forze straniere” e afferma la giurisdizione extraterritoriale. La polizia ha anche bloccato il sito web di Hong Kong Watch a Hong Kong.

Organizzazioni della società civile si sono autocensurate per poter operare e raccogliere fondi. Le piattaforme locali di pagamento e crowdfunding hanno sospeso i conti di raccolta fondi di due gruppi. Una delle piattaforme ha detto a un gruppo di aver intrapreso questa azione a causa dei “rischi eccessivi che comportava” ospitare l’account. In un altro caso, tre attivisti che avevano citato in giudizio la polizia di Hong Kong per maltrattamenti durante una protesta per i diritti alla terra nel 2014 hanno riferito che il loro account su una piattaforma internazionale di crowdfunding era stato rimosso, perché considerato troppo rischioso per l’azienda.

Diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate

Il governo di Hong Kong non ha compiuto progressi verso la stesura di una legge sul riconosci- mento del genere, nonostante avesse istituito un gruppo di lavoro interdipartimentale sul tema nel 2014 e avesse svolto una consultazione nel 2017.

 


Note:
1 China: Lawyer Yu Wensheng must be granted true freedom after unjust imprisonment, 28 febbraio.
2 China: Covid-19 journalist still needs medical attention: Zhang Zhan, 3 marzo.
3 China: No access to family and proper medical care: Huang Qi, 29 aprile.
4 China: Unfair trials of prominent activists an attack of freedom of association, 21 giugno.
5 China: Activists charged with subversion: Sophia Huang Xueqin and Wang Jianbing, 19 maggio.
6 China: Xinjiang vote failure betrays core mission of UN Human Rights Council, 6 ottobre.
7 China: Uyghur student facing trial highlights government push to jail Muslims, 27 giugno.
8 Saudi Arabia: Uyghur teenage girl and mother detained: Buheliqiemu Abula, Nuermaimaiti Ruze, Aimidoula Waili, 6 aprile.
9 Morocco and Western Sahara: Ethnic Uyghur at risk of extradition to China: Idris Hasan, 2 marzo.
10 “Hong Kong: Conviction of children’s book publishers an absurd example of unrelenting repression”, 7 settembre.

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