Ultime notizie sul paese

Repubblica di Bielorussia

Le autorità hanno continuato il loro giro di vite contro ogni forma di critica pubblica e fatto uso improprio del sistema giudiziario per punire il dissenso pacifico. La repressione dei media indipendenti e delle organizzazioni della società civile è aumentata. Tortura e altri maltrattamenti sono stati endemici e l’impunità è prevalsa. Le sparizioni forzate di prigionieri sono state diffuse. La comunità lgbti ha continuato a subire molestie. Persone rifugiate e migranti sono state spinte a forza a oltrepassare i confini con i paesi dell’Ue. Le politiche di azione per il clima sono rimaste inadeguate.

 

CONTESTO

In un persistente isolamento internazionale, la Bielorussia ha continuato a relazionarsi con la Russia dal punto di vista economico, politico, diplomatico e militare. È proseguita la retorica sulle minacce esterne provenienti dai vicini paesi dell’Ue e dall’Ucraina, mentre le forze militari bielorusse hanno condotto attività destinate a essere percepite come preparazione a uno scontro militare.

A ottobre, la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia ha affermato che l’impegno del paese con il sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite aveva “raggiunto il punto più basso di sempre”.

 

LIBERTÀ D’ESPRESSIONE, RIUNIONE E ASSOCIAZIONE

La libertà d’espressione è rimasta gravemente limitata. L’elenco ufficiale di materiali online, a stampa e trasmessi che le autorità hanno etichettato come contenenti “contenuti estremisti” è stato ulteriormente allargato. Ogni mese, centinaia di individui sono stati aggiunti arbitrariamente alla “lista delle persone coinvolte in attività estremiste” che, a dicembre, contava 4.707 nomi.

A fine anno, 45 operatori dell’informazione erano in carcere per la loro attività professionale.

Si è intensificata la repressione delle organizzazioni della società civile, tra cui Ong indipendenti, sindacati e comunità etniche e religiose. Nel 2024, almeno 329 organizzazioni sono state sciolte o erano in procinto di scioglimento.

A ottobre, la difensora dei diritti umani e icona delle proteste del 2020, Nina Baginskaja, di 73 anni, è stata detenuta in modo arbitrario per aver marciato esponendo un manifesto di un partito politico messo arbitrariamente al bando. La polizia l’ha tenuta in custodia ammanettata per tre ore e poi l’ha rilasciata in attesa di un’udienza in tribunale.

 

LIBERTÀ DI RELIGIONE E CREDO

Le organizzazioni religiose e il clero non allineati con il governo sono stati accusati di aver creato o distribuito materiale dal contenuto estremista, circostanza che ha portato al divieto e al blocco di materiale online e profili di social network, oltre che a detenzioni e arresti arbitrari.

A maggio, il sacerdote cattolico Andrjej Juhnjevich, è stato incarcerato per aver mostrato una bandiera ucraina sul suo account sui social media. È stato accusato di abusi sessuali su minori e posto in custodia cautelare.

 

ARRESTI E DETENZIONI ARBITRARI

Le autorità hanno rilasciato decine di prigionieri condannati per accuse motivate politicamente a condizione che non divulgassero informazioni e dopo averli costretti a presentare domanda di grazia. I loro nomi non sono stati resi noti.

Tuttavia, gli arresti e le azioni giudiziarie contro i dissidenti sono rimasti diffusi e hanno preso di mira, in particolare, partecipanti e sostenitori delle proteste di massa pacifiche del 2020, arrivando anche a molestare i loro familiari. A gennaio, la polizia ha fatto irruzione nelle case di circa 160 persone, principalmente parenti di manifestanti ingiustamente imprigionati. Alcune sono state brevemente arrestate e interrogate.

Secondo il Centro per i diritti umani Viasna, a tutto dicembre le persone incarcerate per accuse motivate politicamente erano 1.265, mentre circa 3.000 sono state rilasciate dopo aver scontato completamente la pena. Inoltre, secondo Viasna, almeno 55 persone sono state arrestate nel 2024 dopo essere tornate in Bielorussia dall’esilio. Alcune sono state punite con procedimenti amministrativi e 17 sono state incriminate per vari motivi, incluso l’aver fatto donazioni a vittime di violazioni dei diritti umani.

 

TORTURA E MALTRATTAMENTO

Tortura e maltrattamenti sono rimasti endemici, mentre i perpetratori hanno goduto dell’impunità. Le persone condannate per accuse motivate politicamente hanno subìto trattamenti più duri in custodia e le loro uniformi carcerarie sono state contrassegnate con distintivi gialli. A molti di questi prigionieri di alto profilo è stato vietato il contatto con il mondo esterno, sono stati spesso messi in celle di punizione per lunghi periodi ed è stata loro negata un’adeguata assistenza sanitaria.

Cinque vittime di procedimenti giudiziari motivati politicamente sono morte in detenzione. Due di loro, Vadzim Hrasko e Ihar Lednik, avevano problemi di salute preesistenti ben noti alle autorità.

 

SPARIZIONI FORZATE

Per tutto l’anno non ci sono stati contatti dall’esterno e nessuna informazione diretta su Siarhiej Cichanoŭski, Ihar Losik, Maksim Znak, Mikalaj Statkievič, Viktar Babaryka e altri attivisti, giornalisti e politici di alto profilo incarcerati. Secondo la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla Bielorussia, periodi di isolamento così prolungati potrebbero equivalere a sparizioni forzate.

Non ci sono stati contatti con la leader delle proteste del 2020 Maryia Kaliesnikava, incarcerata per oltre 600 giorni finché, a novembre, suo padre si è visto concedere un incontro con la figlia a seguito di pressioni internazionali.

 

PROCESSI INIQUI

Le autorità hanno continuato a utilizzare in modo improprio il sistema giudiziario per reprimere il dissenso pacifico, prendendo di mira, tra gli altri, oppositori politici, difensori dei diritti umani, attivisti e avvocati. I processi in contumacia sono stati all’ordine del giorno. A luglio, 20 analisti politici e giornalisti esiliati affiliati alla leader dell’opposizione Svjatlana Cichanoŭskaja sono stati condannati a pene detentive comprese tra 10 e 11 anni e mezzo per crimini contro lo stato ed “estremismo”.

 

DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI, TRANSGENDER E INTERSESSUATE

A febbraio, il procuratore generale ha presentato al parlamento una proposta di legge che proponeva di rendere reato amministrativo la “propaganda di relazioni familiari non tradizionali”, inclusa la “propaganda di relazioni anormali, pedofilia e rifiuto volontario di avere figli”.

Ad aprile, il ministero della Cultura ha aggiornato la definizione ufficiale di pornografia aggiungendo “relazioni sessuali e/o comportamento sessuale non tradizionali”, chiarendo al tempo stesso che includeva, tra le altre cose, le relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso e bisessuali.

La comunità lgbti ha continuato a subire molestie, compresi gli arresti arbitrari. Ong e organi di informazione hanno riferito che, solo ad agosto e settembre, almeno 30 persone lgbti sono state arrestate. La loro detenzione era dovuta per lo più a presunti atti di “teppismo minore” e abbonamento a materiali “estremisti”, ma anche a “produzione e distribuzione di materiale pornografico” (un reato, se commesso ripetutamente).

 

DIRITTI DEI MINORI

Le organizzazioni per i diritti umani Zmina, Freedom House, Bypol e Viasna hanno segnalato 2.219 casi di trasferimento forzato di minori ucraini in Bielorussia, dove hanno frequentato strutture scolastiche locali e subìto indottrinamento e propaganda.

 

DIRITTI DELLE PERSONE RIFUGIATE E MIGRANTI

Le autorità hanno continuato a costringere le persone rifugiate e migranti ad attraversare i confini della Bielorussia per entrare nei paesi Ue. Secondo la Ong Human Constanta, nei tre anni fino a marzo 2024 è stata segnalata la morte di almeno 116 persone migranti e rifugiate nelle aree di confine tra Bielorussia e Ue, a causa di condizioni avverse e presunti respingimenti forzati violenti.

 

PENA DI MORTE

Non sono state registrate nuove esecuzioni. A luglio, il cittadino tedesco Rico Krieger è stato riconosciuto colpevole di diversi reati, tra cui spionaggio e attività mercenarie, e condannato a morte. In seguito, è stato graziato e poi liberato il 1° agosto, come parte di uno scambio di prigionieri concordato tra la Russia e diversi paesi occidentali.

 

DIRITTO A UN AMBIENTE SALUBRE

Nel Climate Change Performance Index la Bielorussia è scesa al 47° posto (“tra i peggiori performer in assoluto”), con un punteggio “molto basso nelle categorie Energia rinnovabile e Politica climatica”.

 

Continua a leggere