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La scorsa notte cinque membri del gruppo di attivisti inglesi Defend our juries (Doj) hanno subito perquisizioni domiciliari e sono stati arrestati in base alla sezione 12 del Terrorism Act.
Gli arresti sono avvenuti poche ore prima della conferenza stampa prevista per annunciare che la mobilitazione contro il divieto imposto al gruppo Palestine Action – etichettato come “terroristico” – si terrà ugualmente in Parliament Square sabato 6 settembre a partire dalle 13, con l’impegno di mille persone a esporre cartelli con la scritta “Mi oppongo al genocidio. Sostengo Palestine Action”.
In risposta alle notizie dell’arresto dei cinque portavoce di Doj, Kerry Moscogiuri, direttrice delle campagne e della comunicazione di Amnesty International Uk, ha dichiarato:
“La notizia che cinque tra gli organizzatori di Defend our juries abbiano visto le proprie abitazioni perquisite e siano stati arrestati in base alla sezione 12 del Terrorism Act è estremamente preoccupante”.
“Le grandi manifestazioni pacifiche da loro organizzate nelle ultime settimane sono tutelate dal diritto internazionale umanitario ed è agghiacciante pensare che possano rischiare fino a 14 anni di carcere: un esempio lampante della disponibilità delle autorità del Regno Unito a ricorrere a pratiche autoritarie per mettere a tacere il dissenso”.
“Criminalizzare il diritto di espressione o la protesta è consentito soltanto quando incita alla violenza, all’odio o alla discriminazione. Sia chiaro: esprimere sostegno a Palestine Action non raggiunge questa soglia. Al contrario, arrestare e perseguire penalmente persone in questo contesto rappresenta una violazione degli obblighi del Regno Unito in materia di diritti umani”.
“Amnesty chiede la scarcerazione immediata e incondizionata di queste persone e ancora una volta esorta il governo a smettere di criminalizzare chi manifesta pacificamente, concentrando invece i propri sforzi su azioni immediate e inequivocabili per fermare il genocidio di Israele e porre fine a ogni rischio di complicità del Regno Unito”.
La conferenza stampa è stata rinviata alle 14 di domani, mercoledì 3 settembre, ma Doj ha confermato che la mobilitazione di sabato si svolgerà comunque, nonostante l’arresto mirato dei suoi principali portavoce.
Doj organizza esclusivamente proteste pacifiche, durante le quali molte delle persone partecipanti – in gran parte anziane – si siedono mostrando cartelli con cui esprimono solidarietà al gruppo di azione diretta Palestine Action, che compare nell’elenco delle organizzazioni vietate.
Questa notizia arriva dopo che la polizia metropolitana ha annunciato incriminazioni in base al Terrorism Act contro altre 47 persone, oltre la metà delle quali (28) hanno più di 60 anni, tra cui un’ex insegnante in pensione di 81 anni.
La scorsa settimana Amnesty International ha lanciato un’azione urgente a livello globale in seguito all’arresto di oltre 700 persone e all’incriminazione di altre 70 per aver manifestato pacificamente a favore della Palestina. Amnesty lancia un’azione urgente quando ritiene che vi sia un “bisogno immediato di intervento” per fermare violazioni dei diritti umani nei confronti di una persona o di un gruppo.
La maggior parte di questi arresti è seguita a proteste organizzate da Doj, durante le quali le persone hanno esposto cartelli con lo slogan: “Mi oppongo al genocidio, sostengo Palestine Action”.
Il lancio di questa campagna globale è senza precedenti: è la prima volta che il Regno Unito diventa oggetto di un’azione urgente internazionale di Amnesty International in difesa del diritto di protesta.