Repubblica Democratica del Congo: le autorità proteggano e assistano i civili

20 Febbraio 2024

Tempo di lettura stimato: 2'

A seguito dell’intensificarsi degli scontri armati nella Repubblica Democratica del Congo orientale tra l’esercito congolese e i combattenti del Movimento 23 marzo (M23), Tigere Chagutah, direttore di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale, ha dichiarato:

“A causa del recente intensificarsi degli scontri nei pressi della città di Goma, migliaia di civili sono nuovamente intrappolati nel fuoco incrociato e disperatamente in cerca di aiuti umanitari. Tutte le parti coinvolte nel conflitti in corso nel Kivu Nord devono immediatamente porre fine agli attacchi deliberati e indiscriminati contro i civili e assicurare che questi vengano protetti e ricevano assistenza”.

“Le parti coinvolte devono garantire accesso immediato e senza restrizioni agli operatori umanitari che cercano di fornire assistenza alla popolazione civile. Più di un milione di sfollati interni, ammassati a Goma e nei dintorni, necessitano di riparo, cibo, servizi igienici e assistenza sanitaria. Gli alleati internazionali della Repubblica Democratica del Congo devono intensificare gli sforzi al fine di garantire un’assistenza sanitaria adeguata a tutti coloro che ne hanno bisogno”.

“Le catastrofiche conseguenze per i diritti umani del conflitto armato nella Repubblica Democratica del Congo vanno avanti da troppo tempo. Gli stati e le organizzazioni intergovernative regionali e internazionali devono urgentemente riconsiderare come stanno affrontando questa crisi. Senza una chiara identificazione di coloro che alimentano il conflitto e senza garantire che i responsabili di 30 anni di crimini di diritto internazionale siano chiamati a rispondere, le atrocità sono destinate a proseguire”.

 

cifre

Ulteriori informazioni

L’M23 ha ripreso gli attacchi nel Kivu Nord nel novembre 2021, dichiarando di combattere per l’applicazione di precedenti accordi politici col governo congolese che garantivano, tra le altre cose, il ritorno in sicurezza del rifugiati congolesi di etnia tutsi.

Da allora, l’M23 ha conquistato diverse città del Kivu Nord. Dopo alcuni mesi di relativa calma, favorita da un cessate il fuoco, nel gennaio 2024 gli scontri sono ripresi causando la morte di almeno 35 civili, il ferimento di decine di altri e la fuga di oltre 135.000 persone.

Secondo le Nazioni Unite, dalla parte dell’esercito congolese ci sono decine di milizie locali, mercenari europei e altri gruppi armati mentre l’M23 continua a ricevere sostegno dal Ruanda.