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“Coi bulldozer pronti a entrare in azione, centinaia di rom di Gianturco sono destinati a perdere non solo i propri alloggi ma anche i loro mezzi di sussistenza“, Catrinel Motoc, campaigner di Amnesty International, è in missione in Italia per documentare l’imminente lo sgombero forzato dell’insediamento informale del comune in provincia di Napoli che lascia senza alloggio centinaia di rom, tra cui bambini, anziani, ammalati e persone con disabilità.
“Sottoporre intere famiglie a sgombero forzato senza fornire un alloggio alternativo o un sostegno adeguati è un’azione insensibile da parte dell’Italia e una violazione dei suoi obblighi internazionali, tipiche di quella sistematica discriminazione che i rom subiscono nel paese e che la Commissione europea non sta, come invece dovrebbe, contrastando“, ha aggiunto Motoc in una nota ufficiale esprimendo grande preoccupazione mentre la procedura d’infrazione contro l’Italia per la discriminazione dei rom è stata bloccata ai più alti livelli della Commissione europea.
L'imminente sgombero del campo rom avviene mentre la procedura d'infrazione contro l’Italia per la discriminazione dei rom resta bloccata.
A Gianturco risiedono circa 1300 persone, molte delle quali anche da sei anni. Lo scorso anno è stato ripetutamente detto loro che sarebbero state trasferite, senza specificare quando né dove. A circa 200 di loro è stato comunicato che verranno spostate in un altro campo di container etnicamente segregato, ossia per soli rom, peraltro nello stesso sito cui era stato appiccato un incendio nel 2011. Centinaia di altre ancora non sanno dove finiranno.
Un’abitante di Gianturco ha fatto sapere ad Amnesty International che la scorsa settimana la polizia ha dato l’ultimatum: “Andatevene entro il 10 aprile o vi cacceremo via noi“. E un’altra donna: “Ho avuto due interventi chirurgici un mese fa. Dove dovrei andare? Mio figlio ha problemi cardiaci, mia nuora il diabete. Ci lasceranno in mezzo alla strada come cani randagi“.
Negli ultimi mesi i residenti di Gianturco hanno denunciato atti persecutori da parte delle forze di polizia, tra cui frequenti controlli e perquisizioni al cui termine sono stati sequestrati alimenti, automobili, motorini, carrelli e trolley che le famiglie rom usano per raccogliere in giro e riciclare materiale vario. I mezzi di sussistenza della comunità sono diminuiti significativamente dopo che le autorità hanno chiuso un mercato informale di prodotti di seconda mano al centro dell’insediamento.
Lo sgombero forzato e la ricollocazione di alcuni residenti di Gianturco in un altro campo etnicamente segregato mette in luce il mancato rispetto, da parte dell’Italia, dei diritti umani dei rom e la mancata attuazione della Strategia d’inclusione adottata oltre cinque anni fa.
“Lo sgombero di Gianturco è solo l’ultimo di una lunga e vergognosa serie di sgomberi forzati dei rom in tutt’Italia. In qualsiasi direzione si muovano, i rom in Italia subiscono le più virulente forme di discriminazione“, ha commentato Motoc.
Quanto sta per accadere a Gianturco mette inoltre in luce le conseguenze della mancata azione della Commissione europea di fronte alle ripetute violazioni della Direttiva anti-discriminazione dell’Unione europea. Nonostante abbia aperto, ormai cinque anni fa, un’azione preliminare contro l’Italia per la discriminazione dei rom, la Commissione europea deve ancora iniziare la procedura d’infrazione.
Come rivelato dal Financial Times, la procedura è ostacolata ai più alti livelli della Commissione europea. Nel frattempo, migliaia di rom hanno continuato a subire sgomberi forzati e altre violazioni del loro diritto ad avere accesso a un alloggio.
“La Commissione europea è perfettamente a conoscenza dell’ampia segregazione e ingiustizia nei confronti dei rom in Italia. Quanto rivelato oggi dal Financial Times mostra che dopo cinque anni di immobilismo, il blocco della procedura d’infrazione arriva proprio dall’alto. La Commissione europea deve cessare di tirarla per le lunghe e aprire la procedura d’infrazione contro l’Italia per violazione della Direttiva anti-discriminazione“, ha concluso Motoc.
Si stima che in Italia vivano circa 170.000 rom, circa 40.000 dei quali in condizioni indegne all’interno dei campi. Lungo tutto il paese, migliaia di rom subiscono pregiudizio, segregazione in campi al di sotto degli standard consentiti, sgomberi forzati e discriminazione nell’accesso a un alloggio adeguato, in violazione sia del diritto internazionale dei diritti umani che della normativa dell’Unione europea.