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“A giugno, quando visitai il villaggio di Khan al-Ahmar, fondato dalla tribù beduina Jahalin più di 60 anni fa, quei bambini mi dissero che la loro peggiore paura era l’arrivo delle forze israeliane per demolire le loro case e la scuola. Un mese dopo, quella paura ha cominciato a diventare realtà”.
Lo racconta Laith Abu Zeyad, Amnesty International Campaigner su Israele e Territori palestinesi occupati.
Khan al-Ahmar è una delle 46 comunità palestinesi della West Bank che Israele vuole trasferire con la forza per lasciare il posto a insediamenti illegali di soli ebrei.
Il 5 settembre, la Corte suprema israeliana ha dato il via libera definitivo alla demolizione della scuola e del villaggio. Per cui a partire dal 12 settembre l’esercito potrà distruggere tutto ciò che fino adesso ha rappresentato la vita, i ricordi d’infanzia e il futuro dei 170 bambini che frequentano la scuola e delle loro famiglie.
I militari non potranno forzare il trasferimento dei beduini in una zona prestabilita, ma questi sicuramente dovranno abbandonare il villaggio dove sono cresciuti e i luoghi che fino adesso hanno chiamato “casa”.
In questo luogo ha sede una piccola scuola che è diventata simbolo del diritto all’istruzione e della difesa dei diritti delle comunità beduine residenti nell’Area C della Palestina controllata da Israele.
Si tratta della “Scuola di Gomme”, così chiamata perché realizzata su pneumatici usati, per fare fronte al divieto delle Autorità Israeliane di realizzare costruzioni in muratura nell’Area C.
I bimbi e le famiglie si trovano in una situazione di terribile stress e tensione. Ogni mattina potrebbe accadere l’irrevocabile. Il Governo Israeliano, infatti, potrebbe in qualsiasi momento ordinare di radere al suolo il villaggio abitato da circa 180 persone da oltre 60 anni.
Il 24 maggio, la Corte suprema israeliana si è pronunciata a favore della demolizione del villaggio. E il 4 luglio, l’esercito ha sgomberato con la forza i suoi residenti, attaccandoli violentemente e attivisti di solidarietà in vista dello sfollamento forzato dell’intera comunità.
Fu in risposta a questo attacco che gli abitanti del villaggio presero misure drastiche.
Il 16 luglio, il Ministero della Pubblica Istruzione palestinese ha dichiarato che l’anno scolastico per Khan al-Ahmar sarebbe iniziato con due mesi di anticipo. Gli studenti hanno sacrificato le loro vacanze estive per protestare contro l’imminente demolizione della scuola – e nel tentativo di proteggerlo dai bulldozer.
Khan al-Ahmar si trova a est di Gerusalemme, vicino agli insediamenti illegali israeliani di Maale Adumim e Kfar Adumim. Il trasferimento di Israele dei suoi cittadini a vivere in questi insediamenti, insieme ad oltre 200 persone, viola la legge internazionale ed è un crimine di guerra.
A partire dal 12 settembre l'esercito istraeliano potrà distruggere tutto ciò che fino adesso ha rappresentato la vita, i ricordi d’infanzia e il futuro dei 170 bambini che frequentano la scuola e delle loro famiglie.
“I bambini non sanno dove giocare qui. La scuola è il luogo in cui studiano, giocano e si divertono di più, mi ha detto Abu Khames, il portavoce della comunità, mentre mi portava in giro per il suo villaggio“, racconta Laith Abu Zeyad.
Ma tutto ciò è destinato a essere distrutto.
I bambini di Khan al-Ahmar non hanno vissuto il lusso del libero questa estate, e presto potrebbero non avere nemmeno il lusso di andare a scuola in pace e conforto.
La scuola Khan al-Ahmar, costruita nel 2009 con il fango e gomme usate, serve più di 150 studenti (di età compresa tra 6 e 15 anni) provenienti da cinque villaggi che altrimenti non avrebbero accesso all’istruzione.