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In merito alla proposta di Meta di rivedere le sue linee guida sull’uso delle parole sionismo e sionista, Alia Al Ghussein, ricercatrice di Amnesty Tech, ha diffuso questo commento:
“Meta deve assicurare che le sue linee guida sui contenuti non siano discriminatorie né pregiudizievoli nei confronti delle voci filo-palestinesi. Vietare completamente le critiche al sionismo o ai sionisti costituirebbe una limitazione sproporzionata e arbitraria e soffocherebbe i palestinesi, gli ebrei e le altre persone che cercano di portare l’attenzione sui crimini di atrocità commessi dalle forze israeliane a Gaza, dove almeno 28.000 persone sono state uccise in appena quattro mesi, o sui sistema di apartheid israeliano contro i palestinesi”.
“C’è il rischio concreto che la revisione delle linee guida penalizzi la libera espressione delle voci che criticano il governo israeliano per le sistematiche violazioni dei diritti dei palestinesi e il massacro che sta portando avanti a Gaza, dove cresce il rischio concreto e imminente di un genocidio. La proposta di rivedere le linee guida è particolarmente preoccupante data l’attuale drammatica situazione nella Striscia di Gaza”.
“Meta non dovrebbe limitare le critiche alle azioni scorrette di uno stato e restringere la libertà d’espressione con la scusa del legittimo contrasto alla discriminazione e al razzismo. Meta è responsabile, per esempio ai sensi delle Linee guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, del rispetto di tutti i diritti umani nelle sue attività, compresi i diritti alla libertà d’espressione e alla non discriminazione”.