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Nella notte dell’8 giugno, un aereo russo avrebbe portato a termine un attacco nella provincia di Idlib uccidendo almeno 44 persone.
“Questo ignobile attacco, il più mortale a Idlib quest’anno, ha preso di mira il villaggio di Zardana mentre le persone rompevano il digiuno del Ramadan. Fra gli uccisi ci sono almeno sei bambini, e il numero dei morti probabilmente aumenterà per i feriti che non sopravvivranno. Attaccare deliberatamente viola il diritto internazionale umanitario e rappresenta un crimine di guerra”, ha commentato Lynn Maalouf, direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International.
“Siamo profondamente preoccupati dalle notizie secondo le quali si sarebbe trattato di un ‘attacco a due riprese’, in cui gli aerei fanno seguire un secondo attacco al primo, colpendo generalmente il personale di soccorso e quanti sopraggiunti in aiuto delle vittime. Questi attacchi crudeli si sono verificati di continuo in Siria, a dimostrazione del profondo disprezzo per le vite dei civili e per i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario”, ha proseguito Lynn Maalouf.
“L’area teatro di questo attacco fa parte della zona di de-escalation concordata da Russia, Iran e Turchia lo scorso anno durante i colloqui di pace di Astana. La Russia e la Siria devono immediatamente fermare gli attacchi diretti ai civili e gli attacchi indiscriminati. Questa incursione aerea deve essere oggetto di un’inchiesta indipendente e i responsabili dei crimini di guerra commessi in Siria devono essere chiamati a risponderne davanti alla giustizia”, ha concluso.