Siria: con l’avvicinarsi dell’istituzione della zona “demilitarizzata” i civili sono ancora in pericolo

13 Ottobre 2018

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Siria: con l’avvicinarsi dell’istituzione della zona “demilitarizzata”, secondo Amnesty Itnernational i civili sono ancora in pericolo

Il nuovo segretario generale di Amnesty International Kumi Naidoo, al suo ritorno da una visita sul campo a Raqqa, in Siria, ha descritto la terribile distruzione e la totale devastazione umanitaria a un anno dalla fine dell’offensiva durante la quale la coalizione a guida Usa e le Forze democratiche siriane hanno fatto ricorso a una potenza di fuoco devastante per espellere dalla città lo Stato islamico.

“Quello che ho visto a Raqqa mi ha profondamente scioccato. La città è svuotata: edifici bombardati, poca acqua corrente ed elettricità, l’olezzo della morte nell’aria. Il fatto che ci siano persone in grado di vivere qui sfida ogni logica e testimonia la grande resilienza dei civili di questa città”, ha dichiarato.

“Gli attacchi della coalizione a guida Usa non hanno solo ucciso centinaia di civili, hanno anche provocato decine di migliaia di sfollati che stanno tornando ora in una città di rovine, mentre molti altri languiscono nei campi”, ha aggiunto.

“I civili sopravvissuti in molte altre città, dove le forze armate siriane e russe hanno distrutto ospedali e presidi medici, scuole e infrastrutture, vivono una realtà tragicamente simile, privati dei loro diritti fondamentali oltre che delle loro case”.

“Il termine ultimo per la realizzazione della zona demilitarizzata a Idlib sarà fra tre giorni, e la mia paura è che i civili andranno incontro presto a un destino simile se le parti in conflitto non troveranno un accordo. Come ha affermato il presidente Bashar al-Assad nella sua ultima dichiarazione alla stampa, questo accordo è solo temporaneo, il che può significare solo che i civili potrebbero non essere protetti a lungo, specialmente quelli che vivono esternamente a questa zona”, ha aggiunto.

Amnesty International chiede alla Russia, alla Turchia e all’Iran, che hanno creato una zona demilitarizzata che protegge solamente una parte della popolazione della provincia mentre devono assicurare la protezione dell’intera zona, di prevenire un’altra catastrofe a Idlib – una delle ultime roccaforti dell’opposizione in Siria.

“La popolazione siriana ha imparato ad abituarsi a promesse di sicurezza disattese, specialmente se provengono dalla Russia o dal governo siriano. Terremo d’occhio la realizzazione della zona demilitarizzata a continueremo a portare alla luce le violazioni del diritto umanitario internazionale commesse da tutte le parti in conflitto contro i civili che vivono nella zona e al suo esterno. I nostri occhi sono su Idlib e il resto della comunità internazionale non deve distogliere lo sguardo. Le nostre paure per la popolazione civile della città sono basate sui precedenti di completa assenza di considerazione dei principi fondamentali di umanità da parte del governo siriano”, ha aggiunto.

Amnesty International ha documentato molti attacchi illegali ai danni di civili e di beni civili da parte del governo siriano, con il sostegno della Russia e dell’Iran, e di gruppi di opposizione armata che hanno il sostegno della Turchia e di altri stati. Decine di migliaia di civili sono rimasti uccisi e mutilati in attacchi illegali del governo siriano, decine di migliaia sono vittime di sparizione forzata, arbitrariamente detenuti e torturati. Milioni sono gli sfollati interni, privati del cibo e di altri beni vitali – per non parlare delle migliaia di civili sfollati forzatamente dal governo siriano in seguito a spaventosi assedi prolungati e a campagne di bombardamenti da parte delle forze governative e, in misura minore, dai gruppi di opposizione armata.

“Tutte le parti, anche il governo siriano e i suoi alleati e la coalizione a guida Usa, sono obbligati a fornire alle vittime e alle loro famiglie piena riparazione. Non solo non lo stanno facendo, ma il governo siriano continua a commettere crimini di guerra attaccando deliberatamente i civili nella Gutha orientale e a Daraa, provocando lo sfollamento forzato di migliaia di persone e bloccando le agenzie umanitarie che forniscono aiuti vitali a chi è rimasto in quelle zone”, ha concluso Naidoo.

FINE DEL COMUNICATO                                                                            

Roma, 12 ottobre 2018

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