Sondaggio dell’alleanza popolare per il vaccino: nei paesi del G7 sette persone su 10 sono per obbligare i colossi farmaceutici a condividere le conoscenze sui vaccini

5 Maggio 2021

Tempo di lettura stimato: 12'

  • Nonostante l’ampio sostegno pubblico, i governi del G7 ancora rifiutano la deroga alla proprietà intellettuale sui vaccini contro il Covid-19.
  • L’Alleanza popolare per il vaccino chiede che i leader del G7 sostengano la deroga dei brevetti riguardo i vaccini in occasione dell’incontro di ministri degli Esteri e dello Sviluppo in corso oggi a Londra.

Secondo un sondaggio dell’Alleanza popolare per il vaccino, una amplissima maggioranza della popolazione degli stati del G7 ritiene che i governi debbano garantire che le aziende farmaceutiche condividano formule e tecnologia in materia di vaccini.

L’opinione pubblica ritiene che le aziende farmaceutiche debbano essere equamente ripagate per lo sviluppo dei vaccini ma bisognerebbe impedire loro di detenere un monopolio sulle vaccinazioni.

Questo sondaggio giunge nel momento in cui ministri degli Esteri e dello Sviluppo del G7 si incontrano a Londra, per la prima riunione del gruppo in presenza dopo due anni, e il Consiglio generale dell’Organizzazione mondiale del commercio si riunisce online, mentre in India aumenta il bilancio delle vittime.

Dall’analisi dall’Alleanza popolare per il vaccino emerge che nelle nazioni del G7 una media del 70 per cento delle persone vuole che il governo assicuri che le conoscenze sui vaccini siano condivise. Il maggiore sostegno a un intervento del governo si registra in Italia, dove l’82 per cento delle persone intervistate si è dichiarata a favore. Segue il Canada, con il 76 per cento.

Nel Regno Unito, il 74 per cento vuole che il governo eviti i monopoli da parte delle grandi aziende farmaceutiche, sebbene il primo ministro Boris Johnson abbia attribuito il successo della campagna vaccinale del paese ad “avidità e capitalismo”.

Tale opinione, nel Regno Unito, va oltre le divisioni politiche: è sostenuta dal 73 per cento dei conservatori, dall’83 per cento dei laburisti e dal 79 per cento dei liberaldemocratici; dall’83 per cento di coloro che hanno votato per restare nell’Unione e dal 72 per cento di coloro che hanno votato a favore dell’uscita in occasione del referendum sull’Ue.

Negli Stati Uniti, dove il presidente Joe Biden ha dato voce alla sua “speranza e alle sue attese” di condividere le conoscenze sul vaccino, il 69 per cento degli intervistati è a favore del provvedimento – l’89 per cento dei sostenitori di Biden e il 65 per cento di quelli di Trump nel 2020. In Giappone, il 58 per cento degli intervistati auspica un’azione analoga.

Anche negli stati membri dell’Unione europea la posizione espressa è molto favorevole, con un sostegno del 70 per cento in Germania e del 63 per cento in Francia.

 “L’opinione pubblica non vuole che le grandi aziende farmaceutiche detengano il monopolio sui vaccini, che sono stati in larga parte sviluppati con denaro pubblico. Questi vaccini sono un bene comune globale che dovrebbe essere disponibile per ogni persona, ovunque. Tutto ciò sembra ovvio all’opinione pubblica delle nazioni del G7 ma i leader politici mettono la testa sotto la sabbia mentre le persone intorno a loro muoiono”, ha dichiarato Heidi Chow, alta responsabile di campagne e policy di Global Justice Now.

Nonostante il vasto sostegno alla condivisione delle conoscenze sui vaccini, i governi del G7 hanno continuato a sostenere i monopoli farmaceutici sulle vaccinazioni contro il Covid-19.

Oltre 100 paesi, guidati da India e Sudafrica, hanno espresso il proprio sostegno a favore di una deroga temporanea dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini contro il Covid-19 all’Organizzazione mondiale del commercio ma la proposta è stata bloccata da alcuni paesi tra cui Usa, Regno Unito, Giappone, Canada e Unione europea.

L’amministrazione Biden ha confermato che sta riconsiderando la posizione statunitense, contraria alla deroga.

Le aziende farmaceutiche hanno finora rifiutato di condividere le proprie conoscenze sui vaccini con il resto del mondo. Nessuna azienda con un vaccino efficace è entrata nel pool di accesso alla tecnologia riguardante il Covid-19 (C-Tap) promosso dell’Organizzazione mondiale della sanità, che era stato creato per facilitare la condivisione dei programmi di vaccini e terapie. 

“La terribile situazione dell’India dovrebbe scuotere i leader del G7. Non è il momento per una difesa ideologica delle disposizioni in materia di proprietà intellettuale. Gli accordi bilaterali con le case farmaceutiche non hanno funzionato. I governi devono intervenire e costringere le case farmaceutiche a condividere con il mondo la loro proprietà intellettuale e le conoscenze in materia di vaccini”, ha commentato Saoirse Fitzpatrick, responsabile Advocacy di STOPAIDS.

In quanto presidenza di turno del G7, il Regno Unito ha proposto un piano di risposta alla pandemia, che dovrà essere discusso dai ministri in questa settimana, nel quale i problemi di monopolio e proprietà intellettuale non vengono affrontati. Le grandi società farmaceutiche come la Pfizer fanno parte della squadra che sta preparando la proposta, ma ai governi e ai produttori di vaccini degli stati in via di sviluppo non è stato chiesto di partecipare. 

“I governi del G7 hanno chiari obblighi in materia di diritti umani: mettere le vite di milioni di persone in tutto il mondo prima degli interessi delle aziende farmaceutiche che sono state da loro finanziate. Continuare a bloccare la condivisione di tecnologie salvavita costituirebbe un enorme fallimento di leadership e servirebbe solo a protrarre l’immensa sofferenza causata da questa pandemia”, ha dichiarato Steve Cockburn, direttore del programma Giustizia economica e sociale di Amnesty International.

Lo scorso mese 175 tra ex leader mondiali e premi Nobel, tra cui Gordon Brown, Ellen Johnson Sirleaf e Francoise Hollande hanno scritto al presidente Biden affinché esprima il proprio sostegno alla deroga temporanea dei diritti di proprietà intellettuale per i vaccini contro il Covid-19. Centocinquanta leader spirituali, tra cui Rowan Williams, ex arcivescovo di Canterbury, Thabo Makgoba, arcivescovo anglicano di Città del Capo e il cardinale cattolico Peter Turkson hanno chiesto ai leader del G7 di trattare il vaccino per il Covid-19 come un “bene comune globale”.

 “Le persone muoiono a migliaia nei paesi a basso e medio reddito mentre le nazioni ricche hanno eluso la fila per il vaccino. I leader del G7 devono guardare in faccia la realtà. Non ci sono abbastanza vaccini per tutti e il più grande ostacolo per l’aumento di forniture è rappresentato da alcune grandi aziende farmaceutiche avide di profitti che tengono sottochiave i diritti di produzione. È ora di derogare alle disposizioni in materia di proprietà intellettuale, incrementare la produzione e mettere le vite delle persone davanti ai guadagni. È ora di un vaccino per le persone”, ha dichiarato Anna Marriott, responsabile delle politiche sanitarie di Oxfam.

Due terzi dei maggiori epidemiologi mondiali intervistati hanno avvertito che se il virus continua a diffondersi potrebbero sorgere varianti di Covid-19 resistenti ai vaccini, che in un anno potrebbero rendere i nostri vaccini inefficaci. Il gruppo scientifico indipendente di consulenza sulle emergenze (Sage), che fornisce un servizio di consulenza indipendente in materia di sanità pubblica nel Regno Unito, ha chiesto una deroga al brevetto per affrontare le problematiche relative alla fornitura.

Moderna, Pfizer/BioNtech, Johnson & Johnson, Novovax e Oxford/AstraZeneca hanno ricevuto miliardi in finanziamenti pubblici e hanno avuto garanzie di preordini, tra cui 12 miliardi di dollari solo dal governo statunitense. Circa il 97 per cento dei fondi per il vaccino Oxford/AstraZeneca è arrivato da fonti pubbliche.

Quest’anno, le aziende hanno pagato complessivamente 26 miliardi di dollari in dividendi e riacquisto di azioni ai propri azionisti, sufficienti a vaccinare almeno 1,3 miliardi di persone, l’equivalente della popolazione africana.

 

FINE

L’Alleanza popolare delle persone per il vaccino ha analizzato i dati del sondaggio condotto nei paesi del G7 da YouGov, Leger360, e Nippon Research Center.

Quesito: “I governi dovrebbero pagare equamente ciascun vaccino contro il Covid-19 sviluppato da una azienda farmaceutica ma anche garantire che esse non abbiano il monopolio e condividano queste formule e tecnologie con altre aziende riconosciute”.

Le opinioni espresse dal pubblico in ciascun paese sono state:

Sondaggio YouGov per il Regno Unito

Dimensioni del campione: 1788 adulti, Regno Unito

Data della rilevazione: 23-24 febbraio 2021

Favorevole all’affermazione: 74%; 73% dei conservatori, 82% dei laburisti, 79% dei liberaldemocratici; 83% di coloro che hanno votato per restare nell’Unione europea e 72% di coloro che hanno votato per lasciare l’Unione europea.

Sondaggio YouGov per la Francia

Dimensioni del campione: 1010 adulti in Francia

Data della rilevazione: 24-25 febbraio 2021

Favorevole all’affermazione: 63%.

Sondaggio YouGov per la Germania

Dimensioni del campione: 2039 adulti in Germania

Data della rilevazione: 24-26 febbraio 2021

Favorevole all’affermazione: 70%

Sondaggio YouGov per gli Usa

Dimensioni del campione: 1351 adulti negli Usa

Data della rilevazione: 23-24 febbraio 2021

Favorevole all’affermazione: 69%; di questi, 82% elettori di Biden e 65% elettori di Trump nel 2020.

Sondaggio YouGov per l’Italia

Dimensioni del campione: 1019 adulti in Italia

Data della rilevazione: 4-5 marzo 2021

Favorevole all’affermazione: 82%.

Sondaggio Leger360 per il Canada

Dimensioni del campione: 1526 adulti canadesi

Data della rilevazione: 5-7 marzo 2021

Favorevole all’affermazione: 76%.

Sondaggio Nippon Research Center per il Giappone

Dimensioni del campione: 1278

Data della rilevazione: 17 marzo 2021

Favorevole all’affermazione: 58%.

L’Alleanza delle persone per il vaccino è un movimento che riunisce organizzazioni impegnate nel campo dei diritti umani, del diritto umanitario e della sanità, leader ed ex leader, esperti in materia di salute, capi religiosi ed economisti che sostengono che i vaccini contro il Covid-19 debbano essere prodotti rapidamente e su larga scala, come beni comuni globali, debbano essere privi delle tutele della proprietà intellettuale e debbano essere a disposizione di tutte le persone, in tutti i paesi e gratuitamente.