Tre azioni per proteggere la nostra privacy online

17 Maggio 2018

Tempo di lettura stimato: 5'

Lo scandalo Cambridge Analytica ha portato alla luce tutta la vulnerabilità dei nostri dati sui social network e online.

Questo scandalo ha fatto emergere in maniera evidente come la nostra privacy sia continuamente minacciata da aziende che utilizzano le nostre informazioni personali per rivenderle a società terze di pubblicità e ad aziende di data brokers.

Ma esiste un modo per tutelarsi da tutto questo?

Se da un lato è impossibile evitare del tutto la raccolta dei dati, esistono tuttavia delle azioni semplici e immediate che possiamo fare per limitare la capacità delle aziende di tracciare i nostri dati personali.

1.Comprendere i rischi

Prima di tutto, è importante capire chi sta raccogliendo i nostri dati e perché.
Google, Facebook e Twitter sono le tre aziende che raccolgono più dati online e, se utilizzi i loro servizi, è probabile che possiedano un tuo profilo dettagliato.

Nonostante la maggior parte delle informazioni che condividiamo su queste piattaforme siano accessibili solo ad amici e alle stesse aziende, le semplici impostazioni di default possono portare alla pubblicazione di informazioni o alla loro condivisione con terze parti. Ed è qui che le cosiddette aziende data broker entrano in gioco.

La raccolta di dati e la profilazione online anche se sono perfettamente legittimi, possono mettere a rischio alcuni diritti umani. Possono ad esempio minacciare il diritto alla privacy degli utenti, così come la loro libertà di espressione: chi teme di essere sotto controllo può cambiare il proprio comportamento online.

Inoltre, possono rappresentare un rischio di discriminazione, in quanto le aziende – e i governi – potrebbero facilmente abusare dell’analisi dei dati per prendere di mira le persone in base alla etnia, alle religioni, al genere o ad altri dati sensibili.

2. Controllare le impostazioni della privacy

Vedere quanti dati sono stati raccolti sulla nostra identità può aprirci gli occhi.
Molte piattaforme dispongono di mezzi per consentire agli utenti di limitare il numero di dati tracciati, semplicemente non mettono queste informazioni in primo piano. Si può facilmente aggirare questo limite cercando quelle impostazioni che permettono la raccolta dei dati e, laddove possibile, disattivarle.

Facebook
Il primo luogo in cui verificare quanti dati Facebook sta tracciando su di te è la voce Controllo della privacy. Per farlo, clicca sul simbolo “?” e quindi sulla voce “Controllo della privacy”. In questo modo potrai verificare chi può vedere i tuoi post e il tuo profilo. Una volta fatta questa verifica puoi controllare tutte le applicazioni esterne a cui hai dato il consenso all’accesso dei tuoi dati.
Controllando con attenzione la lista delle app potrai rimuovere quelle che non riconosci.

Google
Google propone uno strumento simile a quello di Facebook. Per farlo devi controllare questa url myaccount.google.com/privacycheckup. In questa pagina hai la possibilità di cancellare le informazioni già raccolte e puoi evitare, da quel momenti in poi, che Google salvi le informazioni relative alle tue ricerche online e alla tua localizzazione.

Twitter
Twitter non dispone di un controllo della privacy, ma puoi accedere alla pagina relativa a Privacy e Sicurezza (all’indirizzo twitter.com/settings/safety) e controllare la lista di applicazioni che possono accedere al tuo account alla pagina twitter.com/settings/applications.

3. Usare semplici strumenti di protezione della privacy

Esistono inoltre degli strumenti in grado di bloccare del tutto l’azione delle aziende che raccolgono i nostri dati.

DuckDuckGo è un motore di ricerca che permette di fare ricerche anonime su internet. DuckDuckGo infatti non raccoglie o condivide alcuna informazione personale quando lo utilizziamo.

Privacy Badger è un’app sviluppata dalla Elettronic Frontier Foundation (EFF) che blocca l’accesso ai nostri dati quando stiamo navigando in internet. Può impedire a Facebook e Google di raccogliere dati quando non sie sul loro sito, così come la maggior parte delle pubblicità e delle aziende data brokers.

Due browser da utilizzare per impedire intrusioni: Brave e Firefox.
Il primo possiede di default un’impostazione utile a bloccare le pubblicità, mentre su Firefox è necessario attivare manualmente l’opzione “Tracking Protection”.