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Il primo anniversario dall’insediamento della presidenza Trump ha visto la comunità dei difensori dei diritti umani nel mondo impegnata in proteste e azioni contro politiche discriminatorie e minacciose nei confronti dei diritti umani.
“Nell’ultimo anno le politiche dell’amministrazione Trump hanno posto sfide scoraggianti cui si è contrapposto un crescente e determinato movimento di persone, di ogni parte del paese e del mondo, che si sono schierate dalla parte della difesa dei diritti umani – ha dichiarato in una nota ufficiale Margaret Huang, direttrice generale di Amnesty International Usa –. A partire dalle folle che, nel freddo di gennaio, hanno riempito le strade nel primo giorno di presidenza e poi per tutti i 12 mesi, siamo stati rincuorati dal galvanizzante spirito di resistenza scattato in ogni parte del mondo“.
“Sconsiderata” la decisione del presidente degli Usa Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele e di trasferirvi l’ambasciata statunitense: una decisione “destinata ad alimentare la tensione nella regione” e che “mostra ancora una volta il disprezzo del presidente Trump per il diritto internazionale“.
Disprezzo confermato dai numerosi tentativi di violare i diritti umani negli Usa e nel mondo da parte dell’amministrazione Trump.
L’elenco comprende:
“Da Sidney a Madrid, coloro che difendono i diritti umani hanno fatto sapere che la politica dell’odio e della paura non ha posto nel mondo che vogliamo costruire per noi stessi e per i nostri figli. Siamo amareggiati nel vedere che il presidente Trump non ha alcuna intenzione di abbandonare la sua odiosa retorica e le sue pericolose politiche, ma questo non fa altro che galvanizzarci per sfidarlo – ha concluso Huang –. Qualunque cosa ci porti il secondo anno di presidenza, ci rincuora essere consapevoli che in ogni angolo del mondo c’è una comunità globale di attiviste e attivisti per i diritti umani che si ergerà contro ogni minaccia ai diritti umani”.