Tunisia, in carcere per aver aiutato migranti

8 Maggio 2025

Photo by FETHI BELAID/AFP via Getty Images

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Amnesty International ha sollecitato le autorità tunisine a rimettere in libertà persone che difendono i diritti umani, operatori e operatrici di Ong ed ex funzionari locali che da un anno si trovano arbitrariamente in detenzione preventiva per aver agito legittimamente in favore di persone migranti e rifugiate.

A partire dal maggio 2024 le autorità tunisine hanno fatto irruzione in almeno tre sedi di Ong che fornivano assistenza a persone migranti e rifugiate, arrestando almeno otto persone che facevano parte di quelle Ong e almeno due ex funzionari locali che collaboravano con loro.

Oltre a loro, almeno altre 40 persone sono indagate per aver aiutato migranti e rifugiati.

Il 3 e il 4 maggio 2024 la polizia tunisina ha arrestato Mustapha Djemali e Abderrazak Krimi, direttore e responsabile dei progetti del Consiglio tunisino per i rifugiati, una Ong che collabora con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Sono sotto indagine per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestine” e per “aver dato riparo a persone entrate nel territorio o uscite dal territorio illegalmente”.

Per reati simili sono stati arrestati, tra il 7 e il 13 maggio 2024, Sherifa Riahi, Yadh Bousselmi e Mohamed Joo, tre dirigenti di Terre d’asile Tunisie, la sezione tunisina dell’Ong francese Terre d’asile. Nella chiusura delle indagini, il giudice ha fatto riferimento all’esistenza di “una società civile appoggiata dall’Europa che progetta l’integrazione sociale ed economica dei migranti irregolari in Tunisia e il loro insediamento permanente”.

Tra le Ong prese di mira figurano anche il gruppo antirazzista Mnemty e Bambini della luna, che si occupa di diritti delle persone minorenni. In carcere dal 12 dicembre 2024 è anche la direttrice dell’Associazione per la promozione del diritto alla differenza, Salwa Ghrissa.

Il giro di vite del maggio 2024 era stato preceduto da una campagna xenofoba e razzista, attraverso i social media, contro le Ong. Il 6 maggio, così come nel febbraio 2023, lo stesso presidente Kais Saied aveva accusato le Ong che si occupano d’immigrazione di “tradimento” e di essere “agenti stranieri” con l’obiettivo di insediare persone migranti dall’Africa subsahariana in Tunisia. Un giorno dopo, erano state aperte indagini contro alcune Ong per “finanziamento dell’immigrazione illegale”.

Proprio dal maggio 2024 le autorità tunisine hanno avviato una campagna di regolari sgomberi forzati ed espulsioni collettive verso Libia e Algeria di persone migranti e rifugiate. Nell’aprile 2025, nella regione orientale di Sfax, è stata eseguita una cosiddetta “operazione di smantellamento” di un campo per persone migranti e rifugiate.

Sempre nell’aprile 2025, il ministro dell’Interno Khaled Ennouri ha annunciato che le autorità sono pronte di fronte ad affrontare “ogni progetto di alterare la composizione demografica della popolazione tunisina”.

Commenti del genere, così come la diffusione sui social di filmati in cui gli utenti “scovano africani”, alimentano la violenza razzista.