Tunisia, le scioccanti parole del presidente in favore della pena di morte

29 Settembre 2020

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Il 28 settembre, durante una riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale, il presidente tunisino Kais Saied ha commentato l’uccisione di una ragazza ad Ain Zaghouan dichiarando che “per l’omicidio ci vuole la pena di morte“.

La Tunisia non esegue condanne a morte dal 1991 e dal 2012 ha sempre votato a favore delle risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per la moratoria sull’uso della pena capitale. Le parole del presidente sono scioccanti e contrastano con la prassi decennale di non eseguire condanne a morte. Saied è il primo presidente della Tunisia ad aver annunciato l’intenzione di applicare la pena di morte“, ha dichiarato Amna Guellali, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

Riprendere le esecuzioni rappresenterebbe uno schiaffo in faccia a tutti i progressi finora fatti dalla Tunisia nel campo dei diritti umani. Sollecitiamo il presidente Saied a rivedere la sua dichiarazione che, altrimenti, farebbe fare un passo indietro al paese. Chiediamo inoltre al governo di istituire immediatamente una moratoria ufficiale sulle esecuzioni in vista dell’abolizione della pena di morte“, ha aggiunto Guellali.

Senza dubbio l’omicidio è un crimine efferato e chi ne è autore deve essere portato di fronte alla giustizia. Ma per quanto orribile possa essere un reato, non dovrebbe essere mai motivo per uccidere un altro essere umano. Non vi sono prove concrete che la pena di morte abbia un effetto deterrente maggiore di una pena detentiva preceduta da un processo equo“, ha concluso Guellali.