Turchia, donne in piazza nel fine settimana. I gruppi per i diritti umani avvertono: “Il mondo sta osservando”

26 Marzo 2021

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Alla vigilia delle manifestazioni in programma in tutta la Turchia contro la decisione del presidente Erdogan di ritirare l’adesione del paese dalla Convenzione di Istanbul per la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, Amnesty International lancia “100 giorni di azione” a fianco delle donne in Turchia e nel mondo.

In vista delle numerose manifestazioni del prossimo fine settimana in tutto il paese, Nils Muižnieks, direttore di Amnesty International per l’Europa, ha dichiarato: “Durante questo fine settimana e per le settimane e i mesi a venire le donne in tutta la Turchia e nel mondo faranno sentire la propria voce per contrastare questa grave minaccia alla loro sicurezza e per reclamare i loro diritti umani”.

“Noi ci saremo, per chiedere alle autorità turche di rivedere la loro pericolosa decisione di ritirarsi da un trattato concepito per mettere fine alla violenza contro le donne. Il ritiro viola i diritti di milioni di donne e ragazze nel paese ed è in contrasto con ogni presunto impegno del governo di proteggere le sopravvissute alle aggressioni sessuali e alla violenza domestica”.

“Ora, con le misure contro il Covid-19, come i lockdown, che hanno portato a un’impennata di denunce di violenza nei confronti di donne e ragazze, la Convenzione di Istanbul è più importante che mai”.

“Come apparso evidente dai movimenti Times Up e MeToo, le donne subiscono le stesse violazioni dei diritti umani, in tutto il mondo. Questo è il motivo per cui la solidarietà internazionale è così importante ed è la ragione per la quale la comunità di Amnesty International, in più di 80 paesi, sta unendo la propria voce a una richiesta che diventa ogni giorno più forte. Il mondo sta osservando”.

ULTERIORI INFORMAZIONI

La Convenzione di Istanbul stabilisce le norme minime per la prevenzione, la protezione e il sostegno a donne e ragazze in pericolo e per l’azione penale nei confronti dei colpevoli.

Lunedì scorso il governo turco ha cercato di giustificare la propria intenzione di ritirarsi dalla convenzione sostenendo che essa viene utilizzata per “normalizzare l’omosessualità” e che “non è compatibile con i valori sociali e familiari della Turchia”.

Qui il commento di Amnesty International.