Ulteriore “annessione” di territori palestinesi: “Israele abbandoni il piano, inaccettabile la legge della giungla”

1 Luglio 2020

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Ulteriore “annessione” di territori palestinesi. Amnesty International: “Israele abbandoni il piano, inaccettabile la legge della giungla”

Amnesty International ha chiesto al governo israeliano di abbandonare il piano di “annettere” ulteriori territori della Cisgiordania occupata: un piano che viola il diritto internazionale e destinato a esacerbare decenni di sistematiche violazioni dei diritti umani ai danni dei palestinesi.

L’organizzazione per i diritti umani ha sollecitato la comunità internazionale a reagire in modo fermo al piano di “annessione” e agli insediamenti illegali israeliani nei Territori palestinesi occupati.

Il diritto internazionale parla chiaro: un’annessione è un atto illegale. Che Israele continui a portare avanti questa politica è il segno di un cinico disprezzo per le norme internazionali. Politiche di questo tipo non cambiano lo status legale dei territori: Israele resta responsabile in quanto potenza occupante di ciò che accade alla popolazione occupata. Non può esserci spazio nel mondo di oggi per questa sorta di legge della giungla“, ha dichiarato Saleh Higazi vicedirettore di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord”.

La comunità internazionale, dal canto suo, deve far rispettare il diritto internazionale e stabilire che la “annessione” di qualsiasi parte della Cisgiordania occupata è un atto nullo. Sempre alla comunità internazionale, Amnesty International chiede di intervenire per fermare la costruzione e l’espansione degli insediamenti illegali israeliani e delle relative infrastrutture nei Territori palestinesi occupati, come primo passo per il trasferimento dei civili israeliani che risiedono in quegli insediamenti.

Il piano israeliano di “annessione” potrebbe riguardare fino al 33 per cento della superficie complessiva della Cisgiordania.

L’annessione, come dichiarazione di acquisire territori con la forza, è una evidente violazione del diritto internazionale. Un atto del genere violerebbe la Carta delle Nazioni Unite, le norme di jus cogens del diritto internazionale e gli obblighi di Israele ai sensi del diritto internazionale umanitario, in particolare dell’articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra, che recita che “la potenza occupante non dovrà espellere né trasferire parte della sua popolazione civile nel territorio che occupa” e che vieta “i trasferimenti forzati singoli o di massa, come l’espulsione di persone protette, da un territorio occupato”.

Il divieto di acquisizione di un territorio con la forza è un principio fondamentale dell’articolo 2(4) della Carta delle Nazioni Unite.

Secondo il diritto interno israeliano, la ulteriore “annessione” di territori palestinesi costituirebbe il proseguimento del progetto di espansione degli insediamenti.

Gli insediamenti israeliani hanno il solo obiettivo di stabilire in modo permanente ebrei israeliani su terre occupate. Questo, secondo il diritto internazionale, è un crimine di guerra“, ha concluso Hegazi.

Amnesty International ha ricordato anche le responsabilità del presidente degli Usa Donald Trump: l’annuncio del piano israeliano di “annessione” ha fatto immediatamente seguito al cosiddetto “accordo del secolo” proclamato a gennaio dal leader statunitense, che in quella occasione propose che parti della Cisgiordania fossero annesse a Israele.