Usa, rilasciato bambino di tre anni da un centro di detenzione per immigrato

8 Agosto 2017

© HANS-MAXIMO MUSIELIK

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Dopo aver trascorso poco più della metà della sua vita in prigione e aver imparato a camminare e a parlare nel chiuso di una cella, finalmente il 7 agosto “Josué”, tre anni, è stato rilasciato insieme alla mamma Teresa, 28 anni, dal “Centro residenziale” (ma in pratica è un centro di detenzione per immigrati) di Berks, Pennsylvania, Usa.

Mamma e figlio erano fuggiti dall’Honduras (il paese dell’America centrale che insieme a El Salvador e Guatemala vanta livelli record di violenza), dopo ripetute minacce di violenza sessuale e di rapimento.

Entrati negli Usa per chiedere asilo politico, mamma e figlio erano stati portati a Berks. Vi hanno trascorso 16 mesi…

Il loro non è l’unico caso su cui Amnesty International Usa ha lanciato una campagna per porre fine alla detenzione dei bambini e dei loro genitori reclusi a Berks e in altri due centri analoghi del paese. Solo a Berks, vi sono decine di nuclei familiari in queste condizioni e tre famiglie sono lì da oltre 600 giorni.

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Amnesty International Usa ha lanciato una campagna per porre fine alla detenzione dei bambini e dei loro genitori reclusi a Berks.

Antonio ha sette anni. Sua madre Marlene 24.

Sono a Berks da più di 500 giorni. Antonio ha già passato due volte il Natale in prigione.

"Non è semplice per un bambino passare un anno e mezzo in prigione - racconta la mamma -. L'impatto psicologico che questa esperienza ha su una persona, sui suoi figli... è qualcosa che non riesco a sopportare più".

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Amnesty International Usa ha lanciato una campagna per porre fine alla detenzione dei bambini e dei loro genitori reclusi a Berks.

Carlos ha 4 anni. Sua madre Lorena 34.

Sono andati via dall'Honduras per fuggire alle minacce, alle intimidazioni e a gravi violenze e abusi.

Hanno passato più di un anno e mezzo in prigione.

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Amnesty International Usa ha lanciato una campagna per porre fine alla detenzione dei bambini e dei loro genitori reclusi a Berks.

Michael ha 16 anni ed è il più grande tra i minori presenti a Berks. Sua madre Maribel ne ha 41.

Lui oggi sogna di fare il poliziotto: è fuggito da El Salvador perché minacciato a morte da una gang che lo voleva reclutare.

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La decisione di oggi è benvenuta ma è solo un sollievo temporaneo per Josué e sua madre. Continueremo a lottare per assicurare che alle persone che chiedono asilo sia garantito un trattamento umano e che le loro richieste vengano ascoltate” ha detto Eric Ferrero, vice direttore esecutivo di Amnesty International USA. “Le famiglie di Berks scappano da violenze orribili nei loro paesi di origine per ritrovarsi dietro le sbarre negli Stati Uniti. Detenzioni senza senso, che vanno contro i valori di questo paese, come uguaglianza e dignità. I servizi per l’immigrazione devono rilasciare immediatamente tutte le altre famiglie e chiudere i centri di detenzione come Berks per sempre“.

Molte delle famiglie che sono trattenute a Berks arrivano da El Salvador, Guatemala e Honduras. Il Triangolo settentrionale dell’America centrale, come viene chiamato, è noto per esser un’area di violenza estrema e insicurezza, come Amnesty International ha più volte documentato.

Le buone notizie di Amnesty sono anche su Pressenza.