Usa, vendite di armi “attività essenziale” durante la pandemia da Covid-19

1 Aprile 2020

© JIM WATSON/AFP/Getty Images

Tempo di lettura stimato: 2'

Commentando le notizie sull’aumento delle vendite di armi negli Usa, attività riconosciuta “essenziale” durante la pandemia da Covid-19, il responsabile della campagna per porre fine alla violenza delle armi di Amnesty International Usa Ernest Coverson ha diffuso questa dichiarazione:

Con l’aumento delle vendite di armi e quattro milioni e 600.000 bambini chiusi già in case dove sono detenute armi da fuoco, il confinamento costituisce un’enorme minaccia. La scorsa settimana bambini di tre anni sono morti a causa di colpi d’arma da fuoco esplosi accidentalmente in Arizona, Kentucky, Missouri e Oregon“.

Invece di prendere provvedimenti radicali per porre fine alla violenza delle armi, il governo federale ha ancora una volta dato priorità al loro possesso piuttosto che al diritto fondamentale di vivere in sicurezza. Vendere armi non è un’attività essenziale e i negozi dovrebbero restare chiusi durante la pandemia“.

Mentre gli ospedali hanno raggiunto un livello critico, di tutto c’è bisogno meno che di altri morti e feriti a colpi d’arma da fuoco. Il governo federale ha commesso un errore che produrrà solo ulteriori vittime“.

Ulteriori informazioni

Nonostante costituisca solo il cinque per cento di quella mondiale, la popolazione degli Usa possiede quasi il 50 per cento delle armi a uso civile del mondo. I controlli sono del tutto inadeguati.

Negli Usa ogni anno quasi 40.000 persone vengono uccise dalle armi da fuoco. Una media quotidiana di 109 morti. Molte delle vittime sono donne, lasciate sole nelle mani di mariti, compagni o padri violenti. E di quei 109 morti, sei sono bambini o comunque minorenni.