Vertice G20: incontro Trump-Putin, questione di vita o di morte per il popolo siriano

6 Luglio 2017

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Le vite di milioni di civili siriani sono appese a un filo in occasione dell’incontro fra il presidente russo e quello statunitense a margine del vertice del G20 in Germania il 7 luglio per discutere delle iniziative contro il terrorismo e di una risoluzione politica alla guerra siriana, ha dichiarato Amnesty International.

“Per i civili in Siria, le decisioni prese dal presidente Trump e dal presidente Putin sono una questione di vita o di morte. La prosecuzione delle politiche attuali avrebbe conseguenze disastrose per il popolo siriano, che ha sopportato sofferenze inimmaginabili da più di sei anni”, ha dichiarato Samah Hadid, direttrice delle campagne sul Medio Oriente di Amnesty International.

“Gli Usa e la Russia devono impegnarsi pubblicamente a proteggere i civili siriani e a porre fine alle violazioni compiute sia dalle proprie forze sia dalle altre parti in conflitto sul campo. Entrambi i paesi e i loro alleati sono responsabili di centinaia di migliaia di morti e feriti, uomini, donne e bambini. È ora di porre fine allo spargimento di sangue”.

Dall’inizio della crisi siriana, Amnesty International ha documentato violazioni e abusi di diritti umani e violazioni del diritto umanitario internazionale commesse da tutte le parti in conflitto, inclusi crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Le forze governative siriane, con il sostegno della Russia, hanno attaccato e bombardato civili, uccidendone e ferendone a migliaia; mantenuto lunghi assedi nelle aree civili; sottoposto decine di migliaia di persone a sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali; sistematicamente torturato o altrimenti maltrattato detenuti, causando innumerevoli morti in custodia. I gruppi armati hanno indiscriminatamente bombardato e assediato prevalentemente aree civili e hanno commesso rapimenti, torture e omicidi sommari.

In un rapporto pubblicato nel febbraio 2017, Amnesty International ha rivelato una campagna di uccisioni di massa all’interno della prigione Saydnaya in Siria, dove migliaia di persone sono state impiccate in segreto dal governo siriano. Nonostante l’indignazione globale, il governo siriano non ha ancora permesso a osservatori indipendenti di visitare qualsiasi luogo di detenzione in Siria.

“Non è sufficiente che i leader degli Stati Uniti e i legislatori abbiano espresso preoccupazione per la situazione all’interno della prigione di Saydnaya. Devono fare di più per aiutare a porre fine al flagello a lungo termine della tortura su scala industriale dei detenuti in Siria. L’amministrazione Trump deve costringere la Russia a utilizzare la sua influenza sul governo siriano e consentire l’accesso di osservatori all’interno della prigione di Saydnaya e in altri luoghi di detenzione”, ha aggiunto Samah Hadid.

Anche prima che la sua campagna aerea a sostegno delle forze governative avesse inizio nel settembre 2015, la Russia è stata il principale alleato del governo siriano, fornendogli supporto militare, armi e copertura politica presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nella parte settentrionale della campagna di Aleppo, la forza aerea russa ha bombardato gli ospedali per aprire la strada all’esercito siriano. La Russia ha inoltre bloccato sette risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, incluse le risoluzioni che avrebbero assicurato la responsabilità per i crimini di guerra, come l’uso delle armi chimiche, da parte del governo siriano e dei gruppi armati che combattono in Siria.

“L’abuso del veto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite da parte della Russia ha incoraggiato il governo siriano, così come altre parti coinvolte nei combattimenti in Siria, a compiere crimini secondo il diritto internazionale nella totale impunità. Poiché gli Usa e la Russia discutono del processo politico che potrebbe portare alla pace in Siria, devono mettere la responsabilità al centro della discussione. Se alla giustizia per il popolo siriano non è permesso di fare il suo corso, i semi di rinnovato conflitto e di atrocità future saranno sempre lì”, ha ammonito Samah Hadid.

Amnesty International ha anche invitato gli Usa a condurre indagini rapide e imparziali sulle violazioni compiute dalla coalizione a guida Usa in Siria e a divulgarne pubblicamente i risultati. Amnesty International ha recentemente documentato l’uso illecito di fosforo bianco da parte delle forze statunitensi su aree civili densamente popolate a Raqqa, una chiara violazione del diritto umanitario internazionale che potrebbe rappresentare un crimine di guerra.

FINE DEL COMUNICATO

Roma, 6 luglio 2017

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