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Nella notte tra il 25 e il 26 marzo il gruppo armato huthi ha lanciato sette missili contro Riad e altre città dell’Arabia Saudita, uccidendo un civile.
Secondo l’agenzia di stampa statale saudita, i sette missili sono stati intercettati e distrutti ma un civile egiziano è morto dopo essere stato colpito dalle schegge.
L’attacco degli huthi ha coinciso col terzo anniversario dell’inizio della campagna di attacchi aerei nello Yemen diretta dall’Arabia Saudita.
“Lanciare attacchi indiscriminati è proibito dal diritto internazionale umanitario e può costituire crimine di guerra. È stato evitato un ampio numero di vittime, probabilmente perché i missili sono stati intercettati, ma questo non scagiona gli huthi dall’aver compiuto un atto illegale e sconsiderato“, lo ha dichiarato Samah Hadid, vicedirettrice delle campagne di Amnesty International sul Medio Oriente, che ha aggiunto:
“Missili come quelli lanciati contro l’Arabia Saudita non possono avere una mira precisa da grande distanza. Di conseguenza, il loro uso illegale mette in pericolo i civili”.
“Negli ultimi tre anni abbiamo ampiamente documentato come tutte le parti in conflitto nello Yemen abbiano violato il diritto internazionale. Gli attacchi aerei della coalizione guidata dall’Arabia Saudita hanno distrutto o danneggiato case, ospedali, scuole e mercati”.
“Migliaia di civili hanno perso la vita e milioni sono sfollati e in estrema necessità di ricevere aiuti umanitari. Ma violare il diritto internazionale umanitario da una parte non autorizza gli altri a fare altrettanto”, ha concluso Hadid.