Yemen: l’attivista per i diritti delle donne Fatma al-Arwali a rischio esecuzione

29 Febbraio 2024

Tempo di lettura stimato: 2'

Approfondimento a cura del Coordinamento tematico sulla pena di morte. Per restare aggiornato iscriviti alla newsletter. Per consultare i numeri precedenti clicca qui.

Fatma al-Arwali, 34 anni, attivista per i diritti delle donne, è a rischio di imminente esecuzione nel suo Paese, lo Yemen. Il 5 dicembre 2023 un tribunale di Sana’a, nella zona controllata dal gruppo armato huthi, l’ha  condannata a morte, ma la sentenza è viziata da violazioni degli standard minimi dell’equo processo. E’ stata giudicata colpevole di aver fornito informazioni coperte dal segreto militare agli Emirati Arabi Uniti, principali partner della campagna di bombardamenti avviata nel 2015 dall’Arabia Saudita. All’epoca dell’arresto, era l’agosto 2022, Fatma al-Arwali era a capo dell’ufficio yemenita dell’Unione per la leadership femminile della Lega araba. Da quel momento, i servizi di sicurezza e intelligence degli huthi hanno sottoposto Fatma al-Arwali a una serie di violazioni dei diritti umani, tra cui sparizioni forzate e detenzione in incommunicado, tenendo la donna in condizioni tali da violare il divieto assoluto di tortura o altri maltrattamenti.

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I dati sulla pena di morte nel 2023 e nel 2024

Più della metà degli stati ha abolito la pena di morte di diritto o de facto. Secondo gli ultimi dati di Amnesty International, aggiornati al dicembre del 2022: 112 stati hanno abolito la pena di morte per ogni reato; 9 stati l’hanno abolita salvo che per reati eccezionali, quali quelli commessi in tempo di guerra; 23 stati sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte. In totale 144 stati hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica. 55 stati mantengono in vigore la pena capitale, ma quelli che eseguono condanne a morte sono assai di meno.

 

 

Condanne a morte eseguite al 28 febbraio 2024*

 

* questa lista contiene soltanto i dati sulle esecuzioni di cui Amnesty International è riuscita ad avere notizia certa. In alcuni paesi asiatici e mediorientali il totale potrebbe essere molto più elevato. Dal 2009, Amnesty International ha deciso di non pubblicare la stima delle condanne a morte e delle esecuzioni in Cina, dove questi dati sono classificati come segreto di stato. Ogni anno, viene rinnovata la sfida alle autorità cinesi di rendere disponibili queste informazioni che si ritiene essere nell’ordine di migliaia, sia di esecuzioni che di condanne a morte.

 

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Altre notizie

Francia – Nella notte tra l’8 e il 9 febbraio scorso se n’è andato all’età di 95 anni Robert Badinter, avvocato, guardasigilli ma soprattutto fervente difensore dei diritti umani, ha sostenuto a gran voce l’abolizione della pena di morte nel suo paese, unendosi ad Amnesty nella battaglia per la sua abolizione universale. Nel 1972 Badinter difese Roger Bontems e Claude Buffet, ghigliottinati dopo essere stati condannati a morte per rapimento e omicidio. Badinter decide allora di intraprendere una battaglia contro la pena di morte: si unisce ad Amnesty International e la rappresenta alla Conferenza internazionale sull’abolizione della pena di morte tenutasi a Stoccolma nel 1977 e nel 1981, da Ministro della Giustizia durante la presidenza di Francois Mitterrand, ottiene la sua cancellazione in Francia. “Rifiutiamo (ndr., la pena capitale) perché per noi è ‘antigiustizia’, perché è la passione e la paura che trionfano sulla ragione e sull’umanità”. Giappone – Shinji Aoba, 45 anni, è stato condannato a morte lo scorso 25 gennaio per aver appiccato un incendio nel luglio del 2019 allo studio di animazione di Kyoto, il KyoAni, dove aveva lavorato. L’incendio provocò la morte di 36 persone e per tutta la durata del processo Aoba si è dichiarato colpevole. Secondo il giudice capo Masuda della corte distrettuale di Kyoto, Aoba non era incapace di intendere e di volere al momento del crimine. “Ho stabilito che l’imputato non era mentalmente pazzo o debole al momento del crimine”, ha dichiarato il giudice. Molti membri dello staff dello studio e giovani artisti, rimasero intrappolati ai piani superiori dell’edificio mentre l’incendio si diffondeva. Lo stesso Shinji Aoba è rimasto ustionato riportando gravi ferite sul 90% del corpo che lo hanno costretto ad almeno 12 operazioni. La vicenda è stato uno dei casi più drammatici degli ultimi decenni in Giappone.
India – Alla fine del 2023 erano 561 prigionieri nel braccio della morte in India, il numero più alto in 19 anni. Lo rivela il rapporto annuale sulla pena di morte in India redatto dal Progetto 39A della National Law University di Delhi che cita i dati del National Crime Records Bureau. Lo scorso anno, i tribunali di primo grado hanno emesso 120 condanne a morte, un numero in diminuzione sebbene presso le alte corti vi fossero 303 casi che coinvolgevano 488 prigionieri, il livello più alto dal 2016. Secondo una tendenza di questi ultimi anni, i crimini riguardanti reati sessuali hanno costituito la maggior parte dei casi di pena di morte nei tribunali di primo grado. Nel 2023, circa 64 persone (53%) sono state condannate a morte per tali crimini. Nel 75% dei casi, i tribunali hanno emesso la pena di morte quando il caso riguardava lo stupro e omicidio di una vittima di età inferiore a 12 anni. Ma il 2023 segna anche il tasso più basso di conferme di condanne a morte da parte delle corti d’appello dal 2000, indice – segnala il rapporto – della natura scadente delle indagini e sulla scarsa qualità delle prove su cui si basano i tribunali di primo grado per giudicare e condannare a morte gli imputati. (Rapporto annuale Progetto 39A https://www.project39a.com/annual-statistics-report-2023)Iran – Nel solo mese di gennaio 2024 in Iran vi sarebbero state 88 esecuzioni, il 39% per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e addirittura oltre il 91% prendendo come riferimento gennaio 2022. Lo rivela un rapporto di Iran Human Rights Monitor che però sottolinea come il numero reale sarebbe significativamente più alto, in quanto la maggior parte delle esecuzioni in Iran avviene in segreto.Entrando nel dettaglio del rapporto, sono stati messi a morte, tra gli altri, sette prigionieri politici e una donna, Zahra Nazarian, 27 anni, condannata per l’omicidio del marito di sua sorella. Nel primo mese del 2024, ben 73 prigionieri sono stati messi a morte in segreto, un dato che avvalora fortemente l’ipotesi che un numero sensibilmente importante di esecuzioni non vengano rilevate dai media indipendenti a causa del silenzio che le circonda. (Rapporto di Iran Human Rights Monitor https://iran-hrm.com/2024/02/02/january-2024-monthly-report-iran-human-rights-monitor-iran-hrm/)

Brevi dal mondo

5 febbraio – La Cina ha confermato la condanna a morte con due anni di sospensione della pena allo scrittore sino-australiano Yang Jun, ritenuto colpevole di “spionaggio” e in carcere dal 2019. Lo scrittore, noto anche come Yang Hengjun, è stato processato a porte chiuse nel 2021 e si è sempre proclamato innocente respingendo ogni accusa. Nel maggio 2021 ha affermato di essere stato torturato in un luogo non rivelato durante la sua detenzione, temendo che una confessione forzata potesse essere usata contro di lui. Pechino ha respinto queste accuse. Il governo australiano ha dichiarato che reagirà “con la massima fermezza”.7 febbraio – Un’Alta Corte dello stato nigeriano di Enugu ha condannato a morte per impiccagione una donna, Chiamaka Ifezue, colpevole di aver ucciso Ijeoma Nweke, una makeup artist. Secondo la corte, Ifezue l’avrebbe costretta a bere una sostanza velenosa. Secondo testimoni oculari, il corpo della donna al suo ritrovamento si presentava mutilato con una sostanza probabilmente acida.12 febbraio – Il Qatar ha liberato otto ex ufficiali della Marina indiana che erano stati condannati a morte a ottobre. Le accuse con cui erano stati condannati non sono mai state rese pubbliche nè dal Qatar nè dall’India. Ma secondo fonti citate da Reuters sarebbero stati accusati di spionaggio per conto di Israele. Al momento del loro arresto gli otto uomini stavano collaborando al progetto di un sottomarino con un’azienda qatariota.12 febbraio – Un uomo è stato condannato alla pena capitale per aver ucciso lo scorso ottobre il regista e sceneggiatore Dariush Mehrjui e la moglie, entrambi assassinati nella loro abitazione a Karaj, nella provincia di Alborz. Altri tre imputati, riporta l’agenzia iraniana Irna, sono stati condannati ognuno a 36 anni di carcere. Il capo della magistratura della provincia, Hossein Fazeli-Harikandi, ha dichiarato che dalle indagini sono emerse “prove sufficienti” contro gli imputati, che avrebbero “confessato il reato commesso”. Mehrjui si era battuto contro la censura nella Repubblica Islamica ed era considerato uno dei fondatori della ‘Nouvelle Vague’ iraniana dei primi anni Settanta.


Buone notizie

India – Il 15 gennaio 2024 l’Alta corte ha commutato all’ergastolo le condanne a morte inflitte in primo grado a tre parenti colpevoli del duplice omicidio della moglie di uno degli imputati e del presunto amante della donnaKenya – Il 29 gennaio 2024 una corte d’appello ha commutato a 20 anni di carcere la condanna a morte di Jospath Machiwa Okoko, che nel 2007 era stato giudicato colpevole di omicidio nel corso di una rapina.Malesia – Il 5 febbraio 2024 la Corte d’appello ha commutato una condanna a morte in 30 anni di carcere e altre quattro condanne a morte in 35 anni di carcere. Le cinque condanne alla pena capitale erano state comminate per omicidio.Pakistan – Il 19 febbraio 2024 la Corte suprema ha sospeso l’esecuzione, prevista 48 ore dopo, di Imdad Ali, 50 anni, affetto da schizofrenia paranoide accertata da più perizie.Usa – Il 22 gennaio 2024 la Corte suprema federale ha accettato di esaminare il ricorso di Richard Glossip, condannato a morte nell’Oklahoma nel 2014 per omicidio, al termine di un processo che persino la procura dello stato ha definito viziato da errori e dalla falsa testimonianza di un’altra persona, coinvolta nell’omicidio, che così evitò la condanna a morte.Usa – Il 26 gennaio 2024 la Corte suprema della Louisiana ha ordinato un nuovo processo per Darrell Robinson poiché quello che terminò con la condanna a morte, nel 2014, per un quadruplice omicidio, è risultato iniquo a causa della condotta scorretta della procura, che si basò su una testimonianza patteggiata con uno sconto di pena, circostanza tenuta nascosta alla giuriVietnam – Il 6 febbraio 2024, su raccomandazione del presidente e del capo della procura della Corte suprema, il presidente Vo Van Thuong ha commutato in ergastolo cinque condanne a morte.

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