30 vittorie per i diritti umani di cui essere orgogliosi

21 Luglio 2025

© Amnesty International Argentina

Tempo di lettura stimato: 24'

Negli ultimi sei mesi i titoli dei giornali sono stati dominati da storie di paura, divisione e odio. Tuttavia, persone attiviste in tutto il mondo continuano a lottare per far prevalere la speranza. Ecco alcune delle vittorie per i diritti umani di cui possiamo essere orgogliosi da gennaio a giugno 2025.

Gennaio

Afghanistan

Nel 2023 Amnesty International ha pubblicato un rapporto sulla guerra dei talebani contro le donne. A seguito delle sue indagini, il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) ha presentato una richiesta di mandati di arresto nei confronti della guida suprema e del capo della magistratura dei talebani, entrambi sospettati di crimini contro l’umanità e di persecuzione di genere contro donne, ragazze e persone Lgbtqia+ a partire dal loro ritorno al potere nell’agosto 2021. Si tratta dei primi mandati di arresto pubblici richiesti dalla Corte in Afghanistan, da quando nel 2023 il paese ne è diventato stato membro.

Aggiornamento: i mandati di cattura sono stati emessi l’8 luglio.

Camerun
Dorgelesse Nguessan è stata scarcerata il 16 gennaio dopo aver trascorso più di quattro anni in prigione per aver partecipato a una protesta. Di professione parrucchiera e madre single, non era mai stata politicamente attiva ma aveva partecipato a una protesta per la crescente preoccupazione sul costo della vita in Camerun. È stata accusata di insurrezione, processata da un tribunale militare e condannata a cinque anni di carcere il 7 dicembre 2021.

La vicenda di Dorgelesse faceva parte della campagna “Write for Rights” di Amnesty International nel 2022, durante la quale migliaia di sostenitori hanno chiesto la sua liberazione. Amnesty ha anche fornito immediata assistenza per sostenere Dorgelesse e la sua famiglia nei momenti difficili della sua detenzione. Il 16 gennaio la Corte d’Appello ha ridotto la sua condanna.

“Vi ringrazio per tutti gli sforzi che mi avete dedicato mentre ero detenuta arbitrariamente. Ringrazio coloro che direttamente o indirettamente lavorano per la vostra organizzazione e hanno contribuito alla mia liberazione” ha dichiarato Dorgelesse.

Cile

Il 2 gennaio due agenti dei Carabineros (le forze di polizia) sono stati condannati per aver sparato all’attivista Renzo Inostroza, causandogli la perdita della vista a un occhio. Il tribunale ha stabilito che le loro azioni hanno violato sia la normativa nazionale cilena, sia gli obblighi internazionali del paese. La condanna rappresenta un precedente significativo nella lotta per garantire che il sistema giudiziario in Cile persegua penalmente le condotte illegali da parte dei Carabineros.

La decisione fa seguito alla pubblicazione del rapporto di Amnesty “Eyes on Chile” , che ha analizzato modelli e singoli casi di uso eccessivo della forza da parte della polizia durante le proteste sociali iniziate in Cile nell’ottobre 2019. Il caso di Renzo era incluso nel rapporto.

Arabia Saudita

Amnesty International ha continuato a portare avanti le sue campagne per la scarcerazione di persone che difendono i diritti umani in Arabia Saudita.

Il 7 gennaio il difensore dei diritti umani ed ex prigioniero di coscienza Mohammed al-Qahtani è stato scarcerato con la condizionale dopo aver trascorso 12 anni in prigione per il suo lavoro sui diritti umani.

Il 10 febbraio Salma al-Shehab, dottoranda e madre di due figli, è stata liberata dopo quattro anni di prigione inflittigli a seguito di un processo iniquo. Le autorità saudite l’avevano presa di mira per aver scritto dei tweet a sostegno delle attiviste per i diritti delle donne, a causa dei quali era stata addirittura accusata di terrorismo.

Il 13 febbraio l’insegnante Asaad bin Nasser al-Ghamdi è stato scarcerato. Era stato arrestato nel 2022 e condannato a 20 anni di prigione per post sui social media critici verso il governo.

Usa

Leonard Peltier, attivista nativo americano, ha trascorso quasi 50 anni in prigione per un crimine che sostiene di non aver commesso. Sono emersi forti dubbi sull’equità del suo processo e della condanna. Amnesty International ha portato avanti una campagna per la sua scarcerazione, chiedendo all’allora presidente Joe Biden di concedergli la grazia. Poco prima della fine del suo mandato, il 21 gennaio l‘ex presidente ha commutato la sua condanna all’ergastolo in arresti domiciliari.

Amnesty International ha offerto immediato sostegno a Peltier, che sta cercando di ricostruire la sua vita dopo la liberazione.

Leonard Peltier, un attivista nativo americano, è stato imprigionato per quasi 50 anni negli Stati Uniti per un crimine che sostiene di non aver commesso. © Gavrilah Wells

Leonard Peltier, un attivista nativo americano, è stato imprigionato per quasi 50 anni negli Stati Uniti per un crimine che sostiene di non aver commesso.

Febbraio

Italia

Maysoon Majidi, attivista per i diritti umani e regista curda iraniana, è stata assolta il 5 febbraio “per non avere commesso il fatto” dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare.

Era stata arrestata il 31 dicembre del 2023 dopo essere approdata sulla costa di Roccella Jonica, in Calabria, e aveva trascorso oltre 300 giorni in carcere prima di essere rimessa in libertà in attesa dell’esito del processo.

“Sono Maysoon Majidi e sono libera. La libertà è una bellissima sensazione. Volevo dire grazie ad Amnesty International e a tutte le persone che mi hanno scritto lettere e messaggi mentre ero in carcere. Cosa voglio fare ora? La verità è che voglio solo cominciare a vivere”, ha dichiarato Maysoon.

 

Algeria
Il presidente Abdelmadjid Tebboune ha annunciato una serie di misure per combattere la violenza contro le donne, dopo le pressioni di Amnesty International Algeria e di altre organizzazioni. Il ministero della Solidarietà ha aperto una linea telefonica nazionale gratuita e sempre disponibile che permette alle sopravvissute di segnalare violenze, essere indirizzate ai servizi di sostegno e ricevere assistenza in caso di pericolo. Una guida per le donne sopravvissute alla violenza è stata pubblicata in arabo e inglese ed è stata distribuita a livello nazionale. Sono state annunciate nuove misure, compresa la possibilità di emettere un ordine restrittivo immediato per chi compie una violenza.

Benin

Per migliaia di famiglie che vivono lungo le zone costiere del paese africano, gli sgomberi forzati eseguiti in nome dello sviluppo turistico rappresentano un incubo senza fine. Tuttavia, a febbraio le autorità hanno lanciato un appello pubblico invitando le persone in attesa di un risarcimento adeguato a farsi avanti, in modo che le loro richieste potessero essere prese in carico.

Il direttore dell’Agenzia nazionale per la terra e la proprietà ha inoltre chiesto ad Amnesty International un elenco delle persone che non hanno ancora ricevuto una forma di riparazione appropriata.

Questa decisione segue la pubblicazione di un rapporto di Amnesty International sugli sgomberi forzati in Benin nel dicembre 2023 e una successiva campagna che chiedeva un risarcimento adeguato a coloro che erano stati ingiustamente sfrattati, rivelandosi vitale per ottenere questo risultato positivo.

Cina

Idris Hasan, un attivista uiguro detenuto in Marocco per tre anni e mezzo e a rischio di estradizione in Cina, è stato finalmente liberato a febbraio.

“Grazie mille a tutti. Senza il vostro aiuto, non avremmo potuto salvare mio marito”, ci ha scritto la sua coniuge, Zaynura Hasan.

Amnesty International si era battuta per la liberazione di Idris Hasan fin dal giorno dell’arresto, nel luglio 2021.

Senegal

Il governo ha invitato Amnesty International a fornire sostegno e assistenza alle persone arrestate per aver preso parte alle proteste, così come a quelle imprigionate per lo stesso motivo e successivamente scarcerate.

Dal 2021 Amnesty International denuncia l’uso illegale della forza da parte degli agenti delle forze di sicurezza durante le manifestazioni, documenta le uccisioni in tali occasioni. Ha condannato la detenzione arbitraria di centinaia di persone che avevano organizzato le proteste o vi avevano partecipato. Secondo i dati raccolti da Amnesty International e da altre organizzazioni della società civile, almeno 65 persone sono state uccise – per la maggior parte con armi da fuoco – e almeno 1.000 sono rimaste ferite. Altre 2.000 persone sono state arrestate.

Continuiamo a  chiedere l’abrogazione della legge di amnistia approvata dal precedente governo, per garantire giustizia e riparazione alle vittime e alle loro famiglie.

Serbia

Cellebrite (azienda specializzata in intelligence digitale) ha annunciato che interromperà l’uso dei suoi prodotti per alcuni clienti come risultato diretto della ricerca “Una prigione digitale”, condotta dal Security Lab e Ufficio regionale europeo di Amnesty International.

Allo stesso tempo, il Procuratore per i crimini tecnologici, il Difensore civico e il Commissario per la protezione dei dati hanno avviato indagini separate basate sui risultati della nostra indagine.

Turchia
Il 28 febbraio Taner Kılıç, avvocato impegnato nella tutela dei diritti delle persone rifugiate ed ex presidente della sezione turca di Amnesty International, è stato finalmente assolto dopo quasi otto anni di procedimenti giudiziari.

Arrestato nel giugno 2017 e in carcere per oltre 14 mesi, nel 2020 era stato ingiustamente condannato nonostante l’assenza di prove credibili. Ha rischiato più di sei anni di reclusione per l’accusa di “appartenenza a un’organizzazione terroristica”. Amnesty International ha aiutato la famiglia di Taner durante il periodo di detenzione.

“Questo incubo, durato quasi otto anni, è finalmente terminato… L’unica cosa di cui ero certo durante tutto questo percorso era che avevo ragione ed ero innocente, e il sostegno ricevuto da ogni parte del mondo mi ha dato forza. Ringrazio ognuna e ognuno di voi che si è impegnato per me” – Taner Kılıç.

 

Marzo

America Latina

In Brasile l’attore Juan Darthés è stato condannato per violenza sessuale contro l’attrice argentina Thelma Fardin, che nel 2018 lo aveva accusato di averla violentata quando aveva 16 anni. La sentenza ha stabilito un importante precedente nella regione per i casi di violenza sessuale.

Amnesty International ha fornito aiuto a Thelma per le spese di trasporto e sostegno psico-sociale durante tutto il processo.

“Oggi posso guardare negli occhi la me stessa sedicenne e dire che ce l’abbiamo fatta” – Thelma Fardin

Usa

Il 23 marzo gli Stati Uniti hanno sanzionato diverse aziende coinvolte nel trasferimento di armi in Sudan e Darfur. Queste sanzioni sono seguite a un rapporto di Amnesty International del luglio 2024, che analizzava dati commerciali e fonti e prove digitali per mostrare come le continue importazioni di armi straniere in Sudan stessero alimentando incessanti sofferenze civili.

Filippine

L’ex presidente Rodrigo Duterte è stato arrestato dalla polizia l’11 marzo per crimini contro l’umanità su mandato di cattura della Corte penale internazionale.

Durante la “guerra alla droga” promossa da Duterte migliaia di persone, per lo più provenienti da comunità povere ed emarginate, erano state uccise illegalmente dalla polizia o da individui armati sospettati di avere legami con la polizia.  Per anni Amnesty International aveva chiesto il suo arresto, descrivendolo poi come un passo monumentale e atteso da tempo per la giustizia. Ora dovrà essere processato davanti alla Corte.

Sierra Leone
Hawa Hunt, star della Tv, è stata scarcerata il 4 marzo e prosciolta da tutte le accuse legate a reati informatici. Era stata arrestata nel dicembre 2024 durante una diretta televisiva e accusata di aver insultato il presidente e sua moglie in un video sui social media.

Amnesty International aveva chiesto alle autorità di liberarla e di garantire il rispetto dei suoi diritti.

Sua figlia Alicia ha detto: “In una delle pochissime telefonate che ho potuto fare con mia madre mentre era in prigione, le ho detto che Amnesty International si era esposta in suo favore. Tutta la nostra famiglia è molto toccata dal sostegno ricevuto. Crediamo che Amnesty International abbia avuto un ruolo chiave nella liberazione di mia madre”.

Turchia

Dal maggio 1995 le Madri del sabato protestano pacificamente ogni settimana in piazza Galatasaray, chiedendo giustizia per i parenti vittime di sparizione forzata negli anni ‘80 e ‘90. Nella loro 700ª veglia, il 25 agosto 2018, 46 persone furono arrestate per poi essere scarcerate. Nel 2020, però, furono rinviate a processo per “partecipazione a riunioni e marce illegali senza armi e mancato scioglimento nonostante gli avvertimenti”. Grazie alla determinazione delle Madri e di chi le sostiene, come Amnesty International che ha fornito loro assistenza legale, a marzo  sono state tutte assolte.

Dal maggio 1995 le Madri del sabato hanno tenuto regolari proteste pacifiche ogni sabato in Piazza Galatasaray.

Aprile

Usa
Il 17 marzo le autorità per l’immigrazione statunitensi hanno arrestato Alberto, padre di una famiglia venezuelana di quattro persone, separandolo da sua moglie e dai suoi due figli. Nonostante la famiglia avesse una richiesta di asilo pendente, l’uomo è stato accusato di ingresso “irregolare” negli Stati Uniti. Il suo caso ha rappresentato un esempio dell’uso, da parte dell’amministrazione Trump, di una disposizione della normativa sull’immigrazione per prendere di mira persone che vivono da anni nel paese. Il 21 aprile, a seguito degli appelli di Amnesty International, Alberto è stato scarcerato su cauzione e ha lasciato il centro di detenzione dove era recluso, riunendosi con sua moglie e i suoi due figli.

 

Maggio

Cile

Romario Veloz era stato ucciso con colpi d’arma da fuoco da un capitano dell’esercito durante le proteste del 2019 a La Serena, in Cile. A maggio l’agente responsabile della sua morte è stato arrestato, in quello che è diventato un importante precedente nei casi di violazioni dei diritti umani commesse da rappresentanti dello stato. Nonostante questa sentenza, l’impunità per l’uso eccessivo della forza da parte della polizia rimane diffusa.

La vicenda di Romario era stata inclusa nell’indagine Eyes on Chile (2020) di  Amnesty International, che ha aiutato la giovane figlia di Romario ad accedere all’istruzione e a coprire le spese legali.

Oltre alla pubblicazione del rapporto, Amnesty International Cile ha fatto parte dell’Unità consultiva per la riforma della polizia, ha inviato lettere al presidente cileno e ha fatto numerose interviste agli organi di stampa per denunciare l’uso eccessivo della forza da parte della polizia. Questa instancabile azione ha ottenuto risultati concreti, contribuendo a bloccare l’introduzione dei taser nelle dotazioni delle forze di polizia.

Costa d’Avorio

Il 7 maggio Ghislain Duggary Assy, insegnante e sindacalista, è stato rimesso in libertà provvisoria in attesa del processo, in seguito alle pressioni di Amnesty International.

Un mese prima era stato condannato a due anni di reclusione esclusivamente per aver promosso scioperi nelle scuole primarie e secondarie. Amnesty International aveva denunciato questa palese violazione dei diritti delle persone lavoratrici, in particolare del diritto di sciopero e della libertà di associazione, e continuerà a chiedere la sua scarcerazione incondizionata.

Grecia
Due anni fa, il naufragio di Pylos causò la morte di oltre 600 persone. Ora, 17 funzionari della Guardia costiera greca sono stati raggiunti da varie accuse in relazione all’incidente, tra cui quelle di aver causato un naufragio, aver esposto persone al pericolo e non aver fornito assistenza.

Amnesty ha chiesto giustizia attraverso un’azione di advocacy e campagne continue.

Turchia
Tabriz Saifi, un richiedente asilo dell’Afghanistan, ha perso la vista a causa di un diabete cronico e deve sottoporsi a dialisi tre volte a settimana. Tuttavia il 28 febbraio le autorità turche hanno respinto la sua domanda di protezione internazionale, privandolo così dell’accesso a cure sanitarie essenziali per la sua sopravvivenza. Amnesty International ha immediatamente lanciato un’azione urgente, chiedendo l’annullamento della decisione

Il 2 maggio la sua famiglia è stata informata che la decisione era stata revocata e che lo status di richiedente asilo di Tabriz era stato ripristinato, garantendogli nuovamente l’accesso completo e gratuito all’assistenza sanitaria.

 

Giugno

Amnesty International Argentina ha fornito consulenza legale e ha sottolineato che sentenze come questa rafforzano la necessità di garantire l’accesso all’aborto legale come un diritto.© Tomas Ramirez Labrousse / Amnistía Internacional Argentina

Amnesty International Argentina ha fornito consulenza legale e ha sottolineato che sentenze come questa rafforzano la necessità di garantire l’accesso all’aborto legale come un diritto.

Argentina
Una compagnia sanitaria privata argentina è stata multata per oltre 4.000 dollari statunitensi per aver negato un aborto legale a una donna la cui gravidanza comportava gravi rischi per la sua salute, in chiara violazione della legge sui diritti riproduttivi del paese.

Amnesty International Argentina ha fornito consulenza legale alla donna e ha sottolineato che sentenze come questa rafforzano la necessità di garantire l’accesso all’aborto legale come un diritto, non come un’eccezione soggetta a discrezione individuale o istituzionale.

Consiglio d’Europa
A seguito di una continua azione di advocacy da parte di Amnesty International e della Omega Research Foundation, il Comitato per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha adottato un rapporto sulle misure contro il commercio di beni utilizzati per la pena di morte, la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti.

Finlandia

Il popolo nativo sámi per molti anni è stato soggetto a violazioni dei diritti umani. Tuttavia, dopo le richieste di Amnesty International e di altre organizzazioni, un emendamento alla legge sul parlamento sámi è stata approvata da quello nazionale. La legge rafforza il diritto all’autodeterminazione del popolo sámi, migliora il modo in cui funziona il parlamento sámi e pone rimedio alle violazioni dei diritti umani.

Georgia

Dopo mesi di pressioni pubbliche, proteste e azioni legali, il ministero della Giustizia ha annunciato che porrà fine alla pratica umiliante di spogliare e sottoporre a perquisizioni corporali le persone tratte in arresto. La decisione è seguita a una causa del Difensore civico, a un rapporto di Amnesty International e a un video che mostrava l’artista e attivista georgiana Kristina Botkoveli sottoposta a una perquisizione forzata, a molestie e a minacce dopo che aveva partecipato alle proteste in corso da lungo tempo nel paese.

Ungheria

Il 28 giugno il Pride di Budapest si è svolto nonostante le leggi restrittive di recente adozione e le pressioni delle forze di polizia contro lo svolgimento della marcia. Circa 200.000 persone, tra cui oltre 280 persone attiviste e membri dello staff di Amnesty International dell’Ungheria e di altri 22 stati, hanno chiesto pacificamente uguaglianza e diritti di riunione.

È stato il Pride più grande di Budapest degli ultimi 30 anni, simbolo della forte resistenza pubblica alla discriminazione e della resilienza della comunità Lgbtqia+ ungherese. La campagna di Amnesty Let Pride March ha contribuito a sensibilizzare, mobilitare attivisti e sollecitare la polizia a rispettare la protesta pacifica. Con oltre 120.000 azioni globali a sostegno dell’evento, si è dimostrato che la solidarietà può superare l’oppressione, anche se le sfide per i diritti Lgbtqia+ in Ungheria persistono.

Nigeria / Regno Unito

Dopo dieci anni, un tribunale del Regno Unito ha stabilito che la multinazionale petrolifera Shell può essere ritenuta responsabile per le fuoriuscite di petrolio e la mancata bonifica nello stato del Delta del fiume Niger.

Il governo nigeriano ha graziato i “nove Ogoni”: un gruppo di persone attiviste guidato da Ken Saro-Wiwa, messe a morte 30 anni fa dal governo per nascondere i crimini di Shell e di altre compagnie petrolifere. Amnesty International è al fianco delle comunità del Delta del Niger perché c’è ancora molto da fare per garantire giustizia, come stabilire la responsabilità di Shell e altre compagnie petrolifere dei danni che hanno causato e continuano a causare.

Ucraina
Il 24 giugno il presidente Volodymyr Zelenskyy e il segretario generale del Consiglio d’Europa Alain Berset hanno firmato un accordo per istituire a Strasburgo un Tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina, a seguito delle richieste di Amnesty International e di altre organizzazioni.

Si spera che questo aiuti a ritenere responsabili i colpevoli del crimine di aggressione.

Usa

Il 9 marzo le autorità statunitensi per l’immigrazione hanno arrestato arbitrariamente Mahmoud Khalil, attivista palestinese, residente permanente legale negli Stati Uniti e organizzatore studentesco neolaureato alla Columbia University. Mahmoud è stato preso di mira per il suo ruolo nelle proteste studentesche all’interno dell’università, dove stava esercitando i suoi diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica. Non è stato accusato di alcun reato ma è stato portato in un centro di detenzione per migranti, informato della revoca del suo status di residente permanente e inserito in un procedimento di espulsione. Amnesty International ha chiesto alle autorità statunitensi di scarcerarlo immediatamente e di rispettare i suoi diritti alla libertà di espressione, alla riunione pacifica e a un giusto processo.

Dopo 104 giorni di detenzione in un centro per migranti in Louisiana, Mahmoud Khalil è stato scarcerato su cauzione il 21 giugno. Tuttavia, continua rischiare l’espulsione. Ha intentato una causa da 20 milioni di dollari contro l’amministrazione Trump.