Cinque cose da sapere sullo stupro

17 Gennaio 2019

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Il sesso senza consenso è stupro. Sembrerebbe così semplice.

Eppure miti e stereotipi di genere legati allo stupro e al consenso sono diffusi nelle nostre società, anche nelle aule di tribunale.

In Europa sono 17 gli stati che hanno leggi che definiscono lo stupro come sesso senza consenso. Ma le donne coraggiose in tutto il continente stanno combattendo per cambiare lo stato delle cose.

La conoscenza è potere, anche quando si tratta di combattere lo stupro. Quindi, ecco cinque cose semplici ma importanti da sapere.

1. La maggior parte degli stupri sono commessi da qualcuno che la persona conosce

Un pensiero comune è che gli stupri siano per lo più commessi da estranei. Ma in effetti, la maggior parte degli stupri sono commessi da qualcuno conosciuto dalla sopravvissuta. Possono essere amici, colleghi, familiari, partner o ex-partner. Il luogo comune che sostiene il “mito straniero” fa passare un messaggio sbagliato e cioè che una violenza sessuale commessa da qualcuno noto alla persona non sia stupro.
Da un’indagine del 2016 sugli atteggiamenti nei confronti della violenza di genere nell’Ue è emerso un dato allarmante: l’11% degli intervistati ha espresso il parere che fare violenza a una persona conosciuta non dovrebbe essere illegale.

2. Spesso le sopravvissute allo stupro non resistono fisicamente

Per legge o nella pratica, se una persona non ha opposto resistenza fisica allo stupro non necessariamente è consenziente. Solo perché una donna non ha ferite visibili, non ha detto ‘NO’ o non ha mostrato resistenza, non significa che non sia stata violentata.
Il restare inermi di fronte a una violenza sessuale è una reazione comune, fisiologica e psicologica. Spesso chi subisce violenza è incapace di opporsi all’assalto, spesso fino all’immobilità. Ad esempio, uno studio clinico svedese del 2017  ha rilevato che il 70% delle 298 donne sopravvissute allo stupro, ha subito una “paralisi involontaria” durante l’assalto.

3. Dichiarazioni su falsi stupri sono rare

Non ci sono prove sufficienti per sostenere che testimonianze false di chi ha subito violenza sessuale siano la normalità. Gli stupri sono ampiamente sottostimati a causa della mancanza di fiducia nel sistema giudiziario o della paura di non essere creduti. La realtà è che ci vuole molto coraggio e determinazione per denunciare uno stupro. E quando lo fanno, le donne sono spesso biasimate e umiliate, ripetutamente interrogate su cosa hanno fatto per provocarlo o perché si siano messe in una situazione particolare. Le sopravvissute meritano di essere credute, i loro rapporti dovrebbero essere investigati a fondo e dovrebbero ottenere il sostegno a cui hanno diritto.

4. Quello che le donne indossano non è una colpa

L’assunto per cui ciò che indossa una donna può provocare un uomo a violentarla deriva da stereotipi radicati sulla sessualità maschile e femminile. Tuttavia, in realtà, le donne sono violentate o aggredite mentre indossano qualsiasi tipo di abbigliamento. Nessun tipo di abbigliamento è un invito a fare sesso o implica il consenso. Ciò che una donna indossava al momento della violenza non è rilevante. Lo stupro non è mai colpa della sopravvissuta. Comprendere che il sesso senza consenso è stupro è il primo passo per cambiare gli atteggiamenti sociali che danneggiano ulteriormente le sopravvissute allo stupro.

5. Alcol e droghe non possono mai essere una scusa per giustificare lo stupro

Allo stesso modo, fare sesso con una persona, che è incapace di acconsentire a causa di alcol o droghe, è uno stupro.