Illustrazione di Dinah Rajemison
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L’erosione dei diritti delle persone Lgbtqia+ in Africa sta pericolosamente avanzando: in tutto il continente si sperimenta l’emanazione di leggi volte a criminalizzare e reprimere la comunità Lgbtqia+ e chi la supporta. A ciò si accompagna la crescita dei sentimenti omobitransfobici e l’aumento di atti discriminatori, spesso fomentati da esponenti della politica e della religione. A rilevarlo è il rapporto di Amnesty International “We are facing extinction”, che delinea la situazione che si è configurata in 12 paesi attraverso l’analisi delle normative e le le testimonianze di chi difendere i diritti Lgbtqia+.
Significativo è il caso dell’Uganda, in cui è stata approvata una legge definita letteralmente “anti omosessualità” che, oltre a punire il reato di “omosessualità aggravata” con la pena di morte, prevede anche la detenzione fino a 20 anni per chiunque “promuova l’omosessualità”, impedendo di fatto qualsiasi attività di sostegno e sensibilizzazione in favore della comunità Lgbtqia+.
Non si tratta, tuttavia, di un caso isolato, ma di una vera e propria tendenza regionale. I testi di legge approvati o in discussione nei paesi esplorati dal rapporto che mirano a negare alle persone Lgbtqia+ il pieno godimento dei diritti umani presentano tra loro delle allarmanti analogie, così come la retorica d’odio alimentata da personaggi di pubblico rilievo.
Arresti arbitrati e detenzione per persone Lgbtqia+ sono divenuti comuni in diversi paesi, mentre l’attività di organizzazioni e di quelle voci che chiedono pari diritti è impedita o fortemente limitata. Sono diffuse pratiche lesive, quali test fisici invasivi, terapie di conversione, operazioni non consensuali su minori intersex; per le persone transgender l’accesso ai percorsi per l’affermazione di genere, anche laddove è possibile, è ostacolato da molteplici forme di discriminazione e abuso.
Tutto ciò avviene in contrasto con i principi sanciti dal diritto internazionale in materia di diritti umani.
Sulla vita della comunità Lgbtqia+ sta avendo un forte impatto negativo anche la narrazione promossa da leader del mondo politico e religioso: l’esistenza stessa delle persone Lgbtqia+ è descritta come inconciliabile con le “norme” culturali e religiose dei vari paesi toccati da questa ondata di omobitransfobia, legittimando la violenza statale così come quella sociale. Anche in quegli stati che, formalmente, garantiscono e tutelano i diritti delle persone Lgbtqia+, atti discriminatori e crimini d’odio appaiono spesso tollerati. Secondo alcune delle testimonianze raccolte da Amnesty International, gli episodi di discriminazione e violenza sono in aumento in diversi paesi.
*Articolo a cura di Martina Chichi, Ufficio campagne, per il numero 2 del trimestrale I Amnesty.