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La Global Sumud Flotilla è un’imponente azione di solidarietà mondiale nei confronti della popolazione palestinese che lotta per sopravvivere al genocidio israeliano in corso nella Striscia di Gaza occupata.
La missione marittima è composta da oltre 40 piccole imbarcazioni con a bordo attiviste e attivisti provenienti da 50 paesi. Le barche sono partite da diversi porti mediterranei, inclusi quello di Genova e alcuni della Sicilia. L’obiettivo è portare aiuti alla popolazione palestinese stremata e rompere il blocco imposto da Israele sulla Striscia di Gaza.
Cosa significa Sumud? La traduzione letterale dall’arabo è resilienza, perseveranza costante, resistenza di fronte alle avversità.
Il fatto che questa missione sia portata avanti da esponenti della società civile è una chiara denuncia del costante fallimento della comunità internazionale nel fare pressione su Israele affinché ponga fine al suo blocco disumano, come ordinato per tre volte nel 2024 dalla Corte internazionale di giustizia.
Israele ha l’obbligo di garantire che la popolazione civile nella Striscia di Gaza abbia accesso sufficiente a cibo, medicinali e altri beni di prima necessità. Il controllo e la militarizzazione da parte delle autorità israeliane degli aiuti umanitari tramite la “Gaza Humanitarian Foundation” ha trasformato i siti di distribuzione in trappole mortali.
Noi di Amnesty International chiediamo con urgenza a Israele di:
📢 revocare il blocco illegale nei confronti della Striscia di Gaza, applicato da 18 anni e inasprito nell’ottobre 2023;
⛴️ consentire il libero flusso degli aiuti umanitari e dei beni di prima necessità;
🚫 porre fine al genocidio contro la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza.
Chiediamo inoltre agli stati di intraprendere azioni concrete per porre fine all’impunità e garantire il rispetto del diritto umanitario internazionale. Gli stati hanno l’obbligo di prevenire il genocidio e la loro inazione rischia di renderli complici di uno dei più gravi crimini che esistano.
Israele deve inoltre consentire alla Global Sumud Flotilla di portare a termine in sicurezza la propria missione pacifica e perfettamente legale. Qualsiasi tentativo di ostacolarla rappresenta un attacco ai principi umanitari e al diritto internazionale.
Già in occasione dell’abbordaggio delle navi della Global Freedom Flotilla, la “Madleen” e la “Handala”, abbiamo sottolineato come nessuna norma di diritto internazionale autorizzi attacchi a navi in libera navigazione in acque internazionali e come le azioni della Marina israeliana abbiano messo a rischio la sicurezza delle persone a bordo. Missioni precedenti hanno avuto esito ancora peggiori. Come non ricordare nel 2011 il violento attacco delle forze israeliane contro la Mavi Marvara in cui rimasero uccisi 10 membri dell’equipaggio.
Continueremo a monitorare il viaggio della Global Sumud Flotilla e a denunciare ogni violazione dei diritti umani che sarà commessa nei loro confronti.
Chiedi al governo italiano di fare tutto quanto in suo potere per fermare il genocidio di Israele nella Striscia di Gaza.
Scrivi al governo israeliano per chiedere di togliere il blocco su Gaza.
Conoscere per capire: iscriviti ora al corso online gratuito sull’apartheid israeliano contro i palestinesi: Capire l’apartheid israeliano contro i palestinesi – Capire l’apartheid israeliano contro i palestinesi
La nostra ricerca pubblicata nel febbraio 2022 dimostra che Israele impone un sistema di oppressione e dominazione sulle e sui palestinesi in tutte le aree sotto il suo controllo: in Israele e nei Territori occupati, e contro i rifugiati palestinesi, in modo che a beneficiarne siano le e gli ebrei israeliani. Ciò equivale all’apartheid ed è proibita dal diritto internazionale.
Leggi, politiche e pratiche volte a mantenere un sistema crudele di controllo sulle e sui palestinesi, li hanno frammentati geograficamente e politicamente, spesso impoveriti in un costante stato di paura e insicurezza.
Le autorità israeliane stanno usando un sistema sperimentale di riconoscimento facciale, noto come “Red wolf”, per tracciare i palestinesi e automatizzare gravi limitazioni alla loro libertà di movimento.
È quanto emerge dal rapporto “Apartheid automatizzato”, pubblicato il 2 maggio 2023.
Il sistema “Red wolf” fa parte di una rete sempre più ampia di sorveglianza che sta rafforzando il controllo del governo israeliano sui palestinesi e che contribuisce a mantenere il sistema israeliano di apartheid nei loro confronti.
Il rapporto riguarda Hebron e Gerusalemme Est, le uniche città dei Territori palestinesi occupati che hanno al loro interno insediamenti israeliani. Si basa su prove raccolte sul campo nel 2022, interviste ad abitanti palestinesi, analisi di materiale open-source e testimonianze di personale militare in servizio e in congedo, queste ultime fornite dall’organizzazione israeliana “Breaking the Silence” e usate per corroborare le conclusioni cui è giunta Amnesty International circa il funzionamento dei sistemi israeliani di riconoscimento facciale.