Aggiornato il 30 aprile 2019 – Giulio Regeni era un cittadino italiano e uno studente di dottorato presso l’Università di Cambridge, nel Regno Unito. Stava conducendo una ricerca sui sindacati indipendenti in Egitto nel periodo successivo al 2011, quando finì il governo di Hosni Mubarak.
Era al Cairo per svolgere la sua ricerca quando, il 25 gennaio 2016, il quinto anniversario della “Rivoluzione del 25 gennaio”, è scomparso. Il suo corpo, con evidenti segni di tortura, è stato ritrovato nove giorni dopo, il 3 febbraio, in un fosso ai bordi dell’autostrada Cairo-Alessandria.
Da allora è partita una grande campagna e migliaia di persone, enti, scuole, media hanno esposto striscioni con la richiesta di verità per Giulio Regeni.
Alla vigilia di ferragosto del 2017 il governo italiano ha annunciato la volontà di “normalizzazione” nei rapporti con l’Egitto e la volontà di rimandare l’ambasciatore al Cairo: l’Italia rinuncia all’unico strumento di pressione per ottenere verità nel caso di Giulio Regeni, ma la nostra battaglia continua.
L’ambasciatore Cantini si è insediato al Cairo il 14 settembre, da allora pochi sono stati i passi in avanti nella ricerca della verità.
Il 4 dicembre 2018 la Procura di Roma ha iscritto cinque persone nel registro degli indagati.
Il 30 aprile 2019 la Camera dei deputati ha approvato l’istituzione di una Commissione monocamerale di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni.
La Commissione, che avrà gli stessi poteri della magistratura dovrà concludere entro 12 mesi la propria inchiesta, con una relazione, ma essa potrà riferire alla Camera “anche nel corso dei propri lavori, ove ne ravvisi la necessità o l’opportunità”.
“Ho riconosciuto Giulio solo dalla punta del naso. Quello che è successo non è un caso isolato” – Paola Deffendi, madre di Giulio
Giulio Regeni, 28 anni, è stato ucciso in Egitto tra la fine di gennaio e i primi di febbraio 2016. Il suo corpo martoriato è stato trovato in un fosso alla periferia del Cairo il 3 febbraio 2016 con evidenti segni di tortura.
Giulio, originario del Friuli, era un dottorando dell’università di Cambridge nel Regno Unito. Si trovava in Egitto per svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani presso l’Università americana del Cairo.
Il 25 gennaio 2016, in un clima di forte tensione per il quinto anniversario dell’inizio delle proteste che portarono alle dimissioni del presidente Hosni Mubarak, è uscito di casa per raggiungere i suoi amici a una festa di compleanno, dove non è mai arrivato.
Il suo corpo devastato dalle torture, è stato ritrovato per caso il 3 febbraio nei pressi di Giza, lungo la strada che dal Cairo porta ad Alessandria. Aveva il volto irriconoscibile, su cui “si era abbattuto tutto il male del mondo”, ha raccontato Paola, la mamma di Giulio Regeni.
La brutale uccisione di Giulio Regeni ha scioccato il mondo, ma ha anche acceso i riflettori sul metodo delle sparizioni forzate praticato oggi in maniera sistematica in Egitto e che i ricercatori di Amnesty International hanno documentato attraverso fatti e testimonianze. Il quadro che ne risulta è allarmante: in media tre quattro persone al giorno sono vittime di sparizioni forzate nel paese. Una strategia mirata e spietata diretta dall’Agenzia per la sicurezza nazionale che risponde al ministro degli interni egiziano Magdy Abd el-Ghaffar.
Firma l’appello al presidente al-Sisie chiedigli di avviare una indagine approfondita e indipendente sull’omicidio di Giulio Regeni e di assicurare i responsabili alla giustizia.
In Egitto, l’Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) si rende responsabile di rapimenti, torture e sparizioni forzate nel tentativo di incutere paura agli oppositori e spazzare via il dissenso pacifico. Lo abbiamo denunciato in un drammatico rapporto uscito a luglio 2016, mettendo in luce una scia senza precedenti di sparizioni forzate dai primi mesi del 2015.
Questo striscione ha fatto il giro del mondo. Insieme a La Repubblica da febbraio 2016 abbiamo lanciato una campagna per non permettere che l’omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato, per essere catalogato tra le tante “inchieste in corso” o peggio, per essere collocato nel passato da una “versione ufficiale” del governo del Cairo.
Qualsiasi esito distante da una verità accertata e riconosciuta in modo indipendente, da raggiungere anche col prezioso contributo delle donne e degli uomini che in Egitto provano ancora a occuparsi di diritti umani, nonostante la forte repressione cui sono sottoposti, dev’essere respinto.
“Verità per Giulio Regeni” è diventata la richiesta di tanti enti locali, dei principali comuni italiani, delle università e di altri luoghi di cultura del nostro paese che hanno esposto questo striscione, o comunque un simbolo che chieda a tutti l’impegno per avere la verità sulla morte di Giulio. Migliaia di cittadini e cittadine, italiani e non, continuano incessantemente a chiedere la verità. Tweet riguardo #veritapergiulioregeni
Le scuole superiori si sono attivate per Giulio Regeni nell’ambito della maratona Write for Rights.
Le scuole secondarie di II° possono lavorare in classe a un percorso didattico sulla responsabilità delle forze di polizia nei confronti delle persone in custodia dello Stato e sulla tortura.
President Abdel Fattah al-Sisi Office of the President Al Ittihadia Palace Cairo, Arab Republic of Egypt Fax +202 2391 1441 E: p.spokesman@op.gov.eg
Egregio Presidente,
mi rivolgo a Lei in quanto sostenitore di Amnesty International, l’organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.
Alla luce delle ultime ricerche di Amnesty International, La sollecito ad attuare immediate misure per porre fine alle sparizioni forzate, ai maltrattamenti e alle torture.
Chiedo che alle persone attualmente sottoposte a sparizione forzata sia garantita la possibilità di comunicare con le famiglie e gli avvocati e che tutti coloro che si trovano in stato di detenzione, solo per aver esercitato pacificamente la loro libertà di espressione e di associazione, siano rilasciati immediatamente e senza condizioni.
La sollecito inoltre a istituire una commissione d’indagine indipendente, che conduca indagini su tutte le accuse di sparizioni forzate, maltrattamenti e torture ai danni di detenuti da parte dell’Agenzia per la sicurezza nazionale, delle forze civili e militari di sicurezza, d’intelligence e di ogni altro genere.
Infine Le chiedo di avviare un’indagine approfondita e indipendente sull’omicidio del cittadino italiano e studente dell’università di Cambridge Giulio Regeni, a seguito del suo rapimento e delle torture subite, e di assicurare i responsabili alla giustizia.
La ringrazio per la Sua attenzione.
Il caso di Giulio Regeni è stato adottato da Valerio Mastandrea.
L’ambassador ufficiale della maratona 2016 è stato Chef Rubio
A livello mondiale, la maratona “Write for Rights 2016” è stata sostenuta dal famoso artista cinese Ai Weiwei, che ha realizzato su ciascuno dei casi un ritratto in stile Lego.
Chiediamo il rilascio immediato e incondizionato di tutti coloro che sono stati arrestati solo per aver esercitato i diritti alla libertà di espressione e di manifestazione pacifica
Chiediamo il rilascio immediato e incondizionato di tutti coloro che sono stati arrestati solo per aver esercitato i diritti alla libertà di espressione e di manifestazione pacifica