Armita Garawand è morta: un’altra vittima delle leggi sull’obbligo del velo in Iran 

31 Ottobre 2023

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Amnesty International si è detta profondamente addolorata e oltraggiata per la perdita di un’altra vita – questa volta, di una ragazza di 16 anni, Armita Garawand – a causa delle degradanti e violente leggi sull’obbligo d’indossare il velo in vigore in Iran: leggi che perpetuano una massiccia e sistematica violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze.

Il 28 ottobre le autorità iraniane hanno annunciato la morte di Armita Garawand, in coma dal 1° ottobre quando, all’interno di un vagone della metropolitana di Teheran, venne gravemente ferita da un’addetta al controllo delle leggi sul velo per poi perdere conoscenza.

Per quattro settimane le autorità iraniane hanno orchestrato una campagna di diniego e di distorsione sulle circostanze che hanno causato la morte di Armita Garawand. Poi hanno vergognosamente arrestato chi stava prendendo parte al funerale.

Amnesty International ha chiesto alla comunità internazionale di pretendere dalle autorità iraniane che facciano entrare nel paese la Missione di accertamento dei fatti delle Nazioni Unite e altri osservatori indipendenti per indagare sulle cause del coma e poi della morte di Armita Garawand.

L’organizzazione per i diritti umani ha anche sollecitato gli stati a chiamare a rendere conto, attraverso la giurisdizione universale, le autorità iraniane che hanno ordinato, pianificato e commesso massicce e sistematiche violazioni dei diritti umani contro le donne e le ragazze iraniane mediante le leggi sull’obbligo d’indossare il velo.

I responsabili della morte di Armita Garawand devono andare di fronte alla giustizia. Le autorità iraniane devono scarcerare tutte le persone arbitrariamente arrestate mentre partecipavano ai funerali della ragazza, tra le quali l’avvocata Nasrin Sotoudeh, in carcere dal 29 ottobre a Teheran.