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L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato oggi una risoluzione che chiede a Israele di porre fine alla presenza illegale nel Territorio palestinese occupato entro 12 mesi, in conformità con il parere emesso dalla Corte internazionale di giustizia (Cig) a luglio.
A seguito della votazione la segretaria generale di Amnesty International, Agnès Callamard, ha dichiarato:
“La risoluzione odierna chiarisce in modo inequivocabile che i 57 anni di occupazione israeliana del Territorio palestinese occupato, in palese violazione del diritto internazionale, non possono più essere tollerati.
Israele deve rispettare immediatamente la risoluzione ritirando le sue forze armate dalla Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, annessa illegalmente, e dalla Striscia di Gaza, occupate dal 1967. Inoltre, Israele deve smantellare gli insediamenti israeliani nella Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e annullare la sua annessione illegale, sia dal punto di vista legale che pratico.
Questa risoluzione risponde alle richieste avanzate da tempo dal popolo palestinese e da molti stati in tutto il mondo e mira a mettere in atto lo storico parere della Cig, che conferma l’obbligo legale di Israele di porre fine alla sua occupazione illegale del Territorio palestinese occupato e alla discriminazione sistematica contro la popolazione palestinese.
Da decenni l’occupazione illegale da parte di Israele provoca ingiustizie, spargimento di sangue e sofferenza ai palestinesi su vasta scala. Negli ultimi 11 mesi le violazioni sistematiche dei diritti umani, che caratterizzano l’occupazione brutale di Israele e il suo sistema di apartheid, si sono drammaticamente intensificate.
L’offensiva senza precedenti di Israele contro i palestinesi a Gaza sta producendo gravi danni alla popolazione civile, causando morti, feriti, la distruzione di infrastrutture, la devastazione delle città e conseguenti ondate di sfollamenti forzati. Tutto questo ha reso la Striscia di Gaza praticamente invivibile, facendola piombare in una delle peggiori crisi umanitarie al mondo e aggravando una situazione già disastrosa, dovuta ad un blocco illegale imposto da Israele da 17 anni.
Nel frattempo, Israele ha intensificato la sua campagna repressiva contro i palestinesi della Cisgiordania con operazioni militari mortali accompagnate da estesi danni alle infrastrutture civili, uccisioni illegali, un’escalation di arresti arbitrari, maltrattamenti e torture mentre la violenza dei coloni continua ad aumentare impunemente, causando ulteriori sfollamenti.
L’attuazione della risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite è fondamentale per ripristinare la fiducia nel diritto internazionale. Questo è un momento cruciale per la comunità internazionale. Gli stati, inclusi i suoi alleati, devono garantire che Israele rispetti la risoluzione e ponga fine alla sua continua violazione del diritto internazionale e dei diritti umani e alle ingiustizie storiche contro i palestinesi.
In attesa della fine dell’occupazione illegale israeliana, gli stati terzi devono subito interrompere qualsiasi forma di aiuto o assistenza a Israele, inclusi il blocco delle forniture di armi e la cessazione di tutti i rapporti commerciali con gli insediamenti illegali.
Questi stati devono anche promuovere l’istituzione dei meccanismi previsti dalla risoluzione, che includono la registrazione di tutti i danni causati dall’occupazione militare israeliana e la presa in carico delle violazioni da parte di Israele della Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale. Tali meccanismi devono essere ben progettati e adeguatamente finanziati per garantire che i responsabili siano giudicati come tali, che le vittime ricevano giustizia e che si ponga fine al sistema di apartheid di Israele contro tutti i palestinesi, i cui diritti sono sotto il suo controllo”.
La risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite è stata approvata con 124 voti favorevoli, 43 astensioni (tra cui l’Italia) e 14 voti contrari, tra cui quelli degli Stati Uniti d’America e di Israele. La risoluzione, proposta dallo Stato di Palestina, si basa sul parere emesso a luglio dalla Cig, che ha dichiarato che la presenza prolungata di Israele nel Territorio palestinese occupato è illegale e che gli insediamenti devono essere rimossi il più rapidamente possibile.