Conflitto in Yemen: le richieste al Parlamento italiano

26 Marzo 2019

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La Commissione Esteri della Camera dei Deputati affronta nel pomeriggio del 26 marzo la discussione su due mozioni riguardanti il conflitto in Yemen.

Anche in questa occasione, insieme a Fondazione Finanza EticaMovimento dei Focolari ItaliaOxfam ItaliaRete della PaceRete Italiana per il Disarmo Save the Children Italia abbiamo ribadito alcune richieste, da tempo poste all’attenzione di Parlamento e Governo, affinché l’Italia assuma un ruolo attivo di facilitazione della fine delle ostilità e non contribuisca alla continuazione dello stesso con forniture militari.

In linea con quanto già deciso dai governi di Germania, Paesi Bassi, Belgio, Norvegia e Finlandia, le organizzazioni chiedono anche all’Italia di sospendere l’invio di armamenti alle nazioni coinvolte nel conflitto.

Insieme alle altre organizzazioni chiediamo al Governo italiano di:

  • attivare e promuovere iniziative concrete per la risoluzione diplomatica e multilaterale del conflitto in corso in Yemen.
  • aumentare il budget destinato a questa crisi e finanziare adeguatamente il Fondo di intervento per gli aiuti umanitari, in soccorso alla popolazione civile yemenita martoriata da una catastrofe umanitaria di vaste proporzioni;
  • imporre un embargo immediato sulle armi e la sospensione delle attuali licenze di esportazione di armi a tutte le parti nel conflitto dello Yemen (in linea con le risoluzioni del Parlamento europeo del 4 ottobre e 25 ottobre 2018 e nel rispetto della normativa nazionale – legge 185/90 -, del Trattato internazionale sul commercio di armamenti e della posizione comune dell’Unione europea sull’export di armamenti), in quanto è presente un chiaro rischio di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. L’embargo dovrebbe riguardare anche tutti i tipi di armamenti presenti nell’elenco comune delle attrezzature militari e delle tecnologie di uso duale dell’Unione europea al fine di garantire che nessun arma, munizione, equipaggiamento militare o tecnologia, o supporto logistico e finanziario per tali trasferimenti sia oggetto di forniture dirette o indirette alle parti in conflitto nello Yemen né possa essere di sostegno alle loro operazioni militari nello Yemen;
  • attivare e finanziare il fondo per la riconversione dell’industria militare previsto nella stessa legge 185/90 anche sulla base di una discussione pubblica sull’impatto del complesso militare-industriale italiano sulla instabilità geopolitica (in particolare in Medio Oriente) e nella definizione della politica estera e di sicurezza dell’Italia;
  • intraprendere iniziative affinché siano rigorosamente rispettati i divieti di bombardamento di ospedali, scuole, strutture di cura. Tutte le parti in conflitto dovrebbero inoltre evitare l’utilizzo di ordigni esplosivi in aree popolate al fine di proteggere i civili nella massima misura possibile.
  • condannare l’uso di munizioni a grappolo nel conflitto in Yemen e fare pressioni affinché anche l’Arabia Saudita ratifichi il Trattato internazionale sulle munizioni a grappolo e distrugga quelle che ancora possiede;
  • sollecitare l’istituzione di una indagine internazionale indipendente per esaminare le possibili violazioni del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti in conflitto, al fine di assicurare la giustizia, le responsabilità e il risarcimento per le vittime.