Egitto: torturato l’attivista Alaa Abdel Fattah e il suo avvocato

11 Ottobre 2019

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Con una nota ufficiale abbiamo denunciato le torture subite in custodia di polizia da Alaa Abdel Fattah, il blogger e attivista protagonista della rivolta del 2011, e i maltrattamenti subiti dal suo avvocato Mohamed el-Baqer.

Queste torture sono un drammatico esempio dei metodi brutali cui le autorità egiziane sono disposte a ricorrere per stroncare il dissenso.

I fatti

Dopo il suo arresto, avvenuto il 29 settembre durante l’ultimo giro di vite delle autorità contro le proteste, Alaa Abdel Fattah è stato trasferito nella famigerata prigione di massima sicurezza Tora 2 (nota come “Lo scorpione 2”), dove le condizioni detentive sono aberranti e decine di prigionieri hanno intrapreso scioperi della fame.

Gli agenti di polizia lo hanno bendato, denudato, preso ripetutamente a calci e pugni e sottoposto a insulti e minacce.

Un agente ha detto ad Alaa Abdel Fattah che “la prigione [è] il posto per persone come te“, un altro ha minacciato ulteriori torture se avesse denunciato quelle cui era stato sottoposto.

Alaa Abdel Fattah aveva già scontato un’ingiusta condanna a cinque anni per aver preso parte, nel 2013, a una protesta pacifica. Al momento dell’arresto era sottoposto alla misura cautelare della permanenza notturna di 12 ore per cinque anni nella stazione di polizia di Dokki, al Cairo. Ciò nonostante è accusato di “appartenenza a un gruppo illegale” e “diffusione di notizie false”.

Arrestato con Alaa Abdel Fattah e trasferito con lui nella stessa prigione, l’avvocato Mohammed el-Baqer è stato a sua volta bendato, denudato e insultato. Da nove giorni gli è impedito di fare la doccia e di comprare acqua potabile e cibo allo spaccio della prigione.

La repressione in corso

Dal 20 settembre 2019, le autorità egiziane hanno lanciato la più ampia campagna repressiva dalla salita al potere del presidente Abdel Fattah al-Sisi. Le persone arrestate sono oltre 2300, tra le quali almeno 111 minorenni.