Frontiera italo-francese: sistematiche violazioni commesse dalla Francia contro i migranti

17 Ottobre 2018

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Dopo esserci recati al confine italo-francese, e in particolare a Briançon, abbiamo rilevato una serie di pratiche illegali delle autorità francesi contro i migranti.

Il 12 e 13 ottobre 2018, 60 persone, tra cui avvocati francesi e italiani, e diverse organizzazioni si sono mobilitati alla frontiera franco italiana per osservare le violazioni commesse contro i migranti.

L’osservazione del 12 e 13 ottobre ha coinvolto 60 persone, tra cui avvocati francesi e italiani.

Hanno partecipato all’osservazione: Amnesty International FranceAnaféLa CimadeMédecins du MondeMédecins sans frontièresSecours Catholique Caritas FranceChemins plurielsEmmaüs FranceASGIGISTIIcare 05Refuges SolidairesTous Migrants.

Tra le violazioni riscontrate:

  • respingimento di 26 persone dalla stazione di polizia ai confini di Montgenevre a Claviere, primo paese sul territorio italiano, senza esame individuale della situazione personale e senza possibilità di presentare domanda di asilo;
  • mancata presa in carico di 8 minori, che si sono invece dichiarati tali con la polizia.

Mancano le misure di protezione in frontiera, nonostante il passaggio di queste persone sia esposto a diversi pericoli, tra cui il freddo intenso e la mancanza di cibo e di acqua.

Ibrahim (nome di fantasia) è un minore non accompagnato proveniente dalla Costa d’Avorio. È stato arrestato il 13 ottobre sui sentieri di montagna. Dopo essere stato respinto, ha riferito agli osservatori quello che le forze dell’ordine francesi gli avrebbero detto: “Non sei francese, non puoi vivere in Francia senza essere francese e non hai speranze di diventarlo”.

Alla stazione di polizia la reazione davanti alla sua dichiarazione di essere un minore è stata “La maggior parte delle persone mentono sulla loro data di nascita, perché dovremmo credere a te?”. Ibrahim è stato riportato in Italia, senza avere accesso alla protezione a cui avrebbe diritto.

Gli osservatori hanno raccolto testimonianze di violazioni e di mancanza di attenzione nei confronti di situazioni di palese vulnerabilità, e casi di minacce da parte della polizia.

Bakary (nome di fantasia) ha riferito quanto gli era stato detto dalla polizia all’epoca del suo fermo, nel giugno del 2018 “La prossima volta che provate ad attraversare la frontiera vi rispediamo direttamente in Libia”.

Queste pratiche illegali e questi comportamenti disumani e ipocriti sono inaccettabili in uno stato di diritto.

L’osservazione in frontiera conferma le criticità evidenziate dalle associazioni locali già da mesi:

  • refoulement di migranti e minori;
  • controlli discriminatori;
  • inseguimenti sulle montagne;
  • interlocuzioni minacciose e offensive;
  • ostacoli alla registrazione delle domande di asilo;
  • mancanza di interpreti.