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Amnesty International denuncia una lunga lista le pratiche illegali delle autorità contro i migranti, dopo esserci recata sul posto, a Briançon.
Il 12 e 13 ottobre 2018, diverse organizzazioni si sono mobilitate alla frontiera franco italiana per osservare le violazioni commesse contro i migranti.
L’osservazione in frontiera conferma le criticità evidenziate dalle associazioni locali già da mesi:
L’osservazione del 12 e 13 ottobre ha coinvolto 60 persone, tra cui avvocati francesi e italiani. Tra le violazioni riscontrate:
Gli avvocati francesi e italiani che hanno preso parte alla missione di osservazione hanno deposto 11 richieste di sospensione presso il Tribunale amministrativo di Marsiglia, tra cui 8 per i minori respinti.
Le testimonianze
Mancano le misure di protezione in frontiera, nonostante il passaggio di queste persone sia esposto a diversi pericoli, tra cui il freddo intenso e la mancanza di cibo e di acqua.
È il caso di Moussa (nome di fantasia), originario della Costa d’Avorio e respinto verso l’Italia il 12 ottobre. Inseguito dalla polizia su un sentiero di montagna e preso dal panico quando ha sentito gridare “Fermati o spariamo”, è scivolato e ha battuto un ginocchio. Alla stazione di polizia ha chiesto invano di vedere un medico, è stato respinto in Italia e solo allora ha potuto essere visitato.
Gli osservatori hanno raccolto testimonianze di violazioni e di mancanza di attenzione nei confronti di situazioni di palese vulnerabilità, e casi di minacce da parte della polizia.
Ibrahim (nome di fantasia) è un minore non accompagnato proveniente dalla Costa d’Avorio. È stato arrestato il 13 ottobre sui sentieri di montagna. Dopo essere stato respinto, ha riferito agli osservatori quello che le forze dell’ordine francesi gli avrebbero detto: “Non sei francese, non puoi vivere in Francia senza essere francese e non hai speranze di diventarlo”. Alla stazione di polizia la reazione davanti alla sua dichiarazione di essere un minore è stata “La maggior parte delle persone mentono sulla loro data di nascita, perché dovremmo credere a te?”. Ibrahim è stato riportato in Italia, senza avere accesso alla protezione a cui avrebbe diritto.
Bakary (nome di fantasia) ha riferito quanto gli era stato detto dalla polizia all’epoca del suo fermo, nel giugno del 2018 “La prossima volta che provate ad attraversare la frontiera vi rispediamo direttamente in Libia”.
Queste pratiche illegali e questi comportamenti disumani e ipocriti sono inaccettabili in uno stato di diritto.
Hanno partecipato all’osservazione: Amnesty International France, Anafé, La Cimade, Médecins du Monde, Médecins sans frontières, Secours Catholique Caritas France, Chemins pluriels, Emmaüs France, ASGI, GISTI, Icare 05, Refuges Solidaires, Tous Migrants