Giappone, continuano in gran segreto le esecuzioni

19 Dicembre 2017

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Due prigionieri sono stati impiccati all’alba del 19 novembre nel centro di detenzione di Tokio, la capitale del Giappone, nonostante avessero fatto richiesta di un nuovo processo.

Teruhiko Seki era stato giudicato colpevole di rapina e omicidio. All’epoca dei reati aveva 19 anni. Kiyoshi Matsui era stato condannato a morte per omicidio.

Proprio mentre ricorreva il decimo anniversario dell’adozione, da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, della prima risoluzione per una moratoria sull’uso della pena di morte, il Giappone ha portato a termine la terza e la quarta esecuzione del 2017.

Le esecuzioni avvengono in un clima di segretezza. Di solito i condannati a morte vengono informati dell’imminente impiccagione solo poche ore prima e alcuni non ricevono neanche il minimo preavviso. Le famiglie, gli avvocati e l’opinione pubblica ricevono la notizia a esecuzione avvenuta.