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All’alba del 2 agosto due detenuti condannati per omicidio sono stati impiccati in Giappone in quelle che sono state le prime esecuzioni del 2019.
Koichi Shoji, 64 anni, e Yasunori Suzuki, 50 anni, sono stati impiccati rispettivamente a Tokio e Fukuoka.
Sotto il governo del primo ministro Shinzo Abe, le esecuzioni sono state già 38. Nei bracci della morte giapponesi restano 110 prigionieri in attesa di esecuzione.
In Giappone l’intero sistema della pena capitale è avvolto dal segreto. I prigionieri vengono informati poche ore prima dell’esecuzione, a volte addirittura non vi è preavviso. I familiari vengono informati a esecuzione avvenuta.