Io sto con Carola

17 Gennaio 2020

Paul Lovis Wagner / Sea-Watch.org

Tempo di lettura stimato: 2'

Soccorrendo uomini, donne e bambini nel Mediterraneo e trasportandoli in un porto sicuro dopo settimane trascorse in mare, Carola Rackete ha fatto il suo dovere secondo il diritto internazionale e la legge italiana. Negandole un porto, sono state le autorità italiane così come quelle maltesi a violare quelle stesse norme.

Carola Rackete è stata vittima delle nuove, dure norme sulla sicurezza chiamate “decreto sicurezza bis“, redatte col palese intento di porre fine alle attività di ricerca e soccorso in mare da parte delle Ong.

La terza sezione penale della Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura, dando così ragione alla gip di Agrigento Alessandra Vella, che non aveva convalidato l’arresto di Rackete, escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra, che era stato contestato alla giovane donna.

Invia il tuo messaggio a Carola Rackete e falle sentire che insieme a noi, ti schieri al fianco di chi salva vite umane.