Iran: terribile annuncio delle autorità, Ahmadreza Djalali sarà messo a morte entro il 21 maggio

4 Maggio 2022

Tempo di lettura stimato: 2'

Approfondimento a cura del Coordinamento tematico sulla pena di morte. Per restare aggiornato iscriviti alla newsletter. Per consultare i numeri precedenti clicca qui.

Dopo oltre 2180 giorni di detenzione, le autorità iraniane hanno annunciato che intendono eseguire la condanna a morte di Ahmadreza Djalali entro il 21 maggio. Il ricercatore di passaporto iraniano/svedese, che ha lavorato anche in Italia, è stato arrestato nel 2016 dai servizi segreti mentre si trovava in Iran per partecipare a una serie di seminari nelle università di Teheran e Shiraz. Si è visto ricusare per due volte un avvocato di sua scelta. Le autorità iraniane hanno fatto forti pressioni su Djalali affinché firmasse una dichiarazione in cui “confessava” di essere una spia per conto di un “governo ostile”. Quando ha rifiutato, è stato minacciato di essere accusato di reati più gravi. E’ stato condannato in via definitiva a morte da un tribunale iraniano con l’accusa di “spionaggio”. Fino al 21 maggio ogni giorno sarà buono anche per continuare a provare a salvarlo.

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cifre

I dati sulla pena di morte nel 2021 e nel 2022

In totale 144 stati hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica, 55 stati mantengono in vigore la pena capitale, ma quelli che eseguono condanne a morte sono assai di meno.

 

I dati sulla pena di morte nel 2021

*: questa lista contiene soltanto i dati sulle esecuzioni di cui Amnesty International è riuscita ad avere notizia certa. In alcuni paesi asiatici e mediorientali il totale potrebbe essere molto più elevato. Dal 2009, Amnesty International ha deciso di non pubblicare la stima delle condanne a morte e delle esecuzioni in Cina, dove questi dati sono classificati come segreto di stato. Ogni anno, viene rinnovata la sfida alle autorità cinesi di rendere disponibili queste informazioni che si ritiene essere nell’ordine di migliaia, sia di esecuzioni che di condanne a morte.

 

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Altre notizie

Iran – Un incremento del numero delle esecuzioni, un allarmante crescita delle condanne a morte per reati di droga e la persistente assenza di trasparenza. Lo denuncia il nuovo Rapporto annuale, il 14°, dell’associazione Iran Human Rights. Dal Rapporto in sintesi emerge che almeno 333 persone sono state le persone messe a morte nel 2021 (il 25% in più del 2020) ma solo 55 (appena il 16,5%) sono state rese note da fonti ufficiali. Gran parte delle esecuzioni riguardano due reati: omicidio (almeno 183, il 55%) e droga (almeno 126, il 38%). Ma nessuna delle esecuzioni per reati di droga sono state annunciate da fonti ufficiali. Almeno due sono stati i minorenni messi a morte nel 2021 e 17 le donne (erano 9 nel 2020). Il Rapporto inoltre ricorda che almeno 705 condannati a morte per omicidio sono stati perdonati dalle famiglie delle vittime secondo le leggi ‘qisas’ e che per la prima volta da oltre 15 anni nel 2021 non sono state segnalate esecuzioni pubbliche. (Fonte: Iran Human Rights)

Malesia – Una ragazza di 22 anni è riuscita ad evitare la pena di morte in Malesia lo scorso 10 aprile 2022 perchè, come affermato dal giudice Awang Armadajaya Awang Mahmud, la donna era minorenne quando è stato commesso il crimine e pertanto può essere solo incarcerata, fino alla grazia del Sultano. “Se fossi stata maggiorenne (all’epoca), avrei dovuto imporre la pena di morte. Grazie a Dio ti sei salvata dalla pena di morte. Prego che tu conduca una vita migliore dopo questo e che tu possa portare beneficio alla tua famiglia e alla società. Ho ascoltato l’appello del tuo avvocato secondo cui la tua vita è stata piena di dolore”, ha detto il giudice. La donna era stata accusata di aver ucciso suo marito nell’ottobre 2017. Secondo quanto emerso nel corso del processo, la donna avrebbe colpito il marito, un commesso in un negozio di pollame, con un coltello da verdura, circa cinque mesi dopo il loro matrimonio. (fonte: The Star)

Usa – La Corte Suprema del South Carolina ha sospeso due esecuzioni, inclusa una che sarebbe stata la prima esecuzione per fucilazione. Con due provvedimenti separati, la corte ha disposto la sospensione dell’esecuzione di Richard Moore, che doveva essere messo a morte per fucilazione il 29 aprile 2022, e di Brad Sigmon, fissata per il 13 maggio 2022. Di fronte all’incapacità di ottenere farmaci per iniezione letale, il Parlamento nel 2021 ha approvato una nuova legge che consente allo stato di compiere le esecuzioni anche con la sedia elettrica e/o (a scelta del condannato) la fucilazione. Fino ad ora, i condannati potendo scegliere avevano optato per l’iniezione letale, impedendo di fatto la loro esecuzione. Ma Moore aveva comunicato il 15 aprile di voler optare per il plotone di esecuzione e nel presentare ricorso aveva dichiarato di opporsi “fermamente alla morte per elettrocuzione. Non credo né ammetto che né il plotone di esecuzione né l’elettrocuzione siano legali o costituzionali”. La Corte non ha spiegato le ragioni per la concessione della sospensione a Moore ma quando due giorni dopo ha emesso un analogo ordine di sospensione anche per l’esecuzione di Sigmon, gli osservatori hanno ipotizzato che i due casi fossero legati a contenziosi in corso che contestavano la costituzionalità sia dell’elettrocuzione che del plotone di esecuzione. Sono quattro gli stati che autorizzano le esecuzioni per fucilazione: South Carolina, Mississippi, Oklahoma e Utah. L’ultima esecuzione per fucilazione è stata quella di Ronnie Gardner, il 18 giugno 2010. (fonte: Death Penalty Information Center)

Usa – Samuel Randolph, 50 anni, condannato a morte in Pennsylvania per duplice omicidio nella Dauphin County nel 2003, è stato ‘esonerato’ lo scorso 6 aprile, disponendo di fatto il proscioglimento e la scarcerazione. Nel maggio 2020, il giudice federale Christopher Conner aveva annullato il verdetto di colpevolezza e la relativa condanna a morte perché l’imputato aveva goduto di una “inadeguata assistenza legale”. Dovendo reistruire il processo, la procuratrice distrettuale Fran Chardo, ha detto di non credere che Randolph sia innocente, ma poiché i testimoni sono nel frattempo o morti o comunque indisponibili per altre cause, si è vista costretta a rinunciare a tentare una nuova condanna. Randolph, nel corso del procedimento in sede federale, aveva affermato che gli omicidi erano stati commessi da un gruppo locale di spacciatori di droga come rappresaglia per una serie di aggressioni e rapine commesse contro di loro da un gruppo rivale. Randolph è la 187^ persona ad essere esonerata dalla condanna a morte negli Stati Uniti dal 1973, l’undicesimo in Pennsylvania.

Myanmar – Il 30 marzo scorso, un tribunale militare ha condannato a morte otto giovani con l’accusa di aver attaccato obiettivi della giunta a Yangon. Salgono così a oltre 110 le persone punite con la pena capitale dopo il colpo di stato militare del febbraio 2021, tutte condannate in base alla Legge Antiterrorismo. Secondo l’Associazione per l’assistenza dei prigionieri politici vi sarebbero anche due minorenni. La giunta ha comunicato che gli otto, tra cui due donne, avrebbero ucciso un presunto informatore nel distretto di North Okkalapa e sarebbero coinvolti in attacchi con armi da fuoco ed esplosivi alla stazione di polizia del distretto. La giunta sostiene che i giovani fossero entrati in gruppi terroristici. (fonte: The Irrawaddy)

Brevi dal mondo

20 aprile – Teerayut Somsu, 52 anni, è stato condannato a morte dalla Corte provinciale di Trang per l’omicidio di uno studente di scuola superiore di 16 anni, avvenuto nella provincia meridionale di Trang nel 2018. L’uomo avrebbe ferito anche un’altra persona, Ratchapon Khluenchit, che aveva assistito al crimine. Le famiglie delle vittime si sono dette soddisfatte della sentenza della Corte.

21 aprile – Shadeed Abdulmateen, un cittadino americano, è stato condannato a morte dal Tribunale intermedio del popolo di Ningbo, nella provincia cinese dello Zhejiang, per l’omicidio premeditato di una donna di 21 anni di cognome Chen. Le autorità giudiziarie hanno sottolineato che durante il processo i diritti dell’imputato sono stati integralmente garantiti, compreso il diritto alla difesa e l’accesso al servizio di interpretariato e alle visite consolari.

22 aprile – Carl Buntion, 78 anni, condannato per aver ucciso un poliziotto più di 30 anni fa durante un normale controllo del traffico, è stato messo a morte in Texas con iniezione letale. L’uomo era il detenuto più anziano nel braccio della morte in Texas. I suoi avvocati hanno tentato fino all’ultimo di salvarlo, sostenendo che l’esecuzione, a così tanti anni dopo il suo crimine, sarebbe stata una “punizione crudele e insolita”, che l’uomo non rappresentava più un pericolo per nessuno e soffriva di molteplici disturbi fisici. Le sue ultime parole sono state per la famiglia del poliziotto ucciso: “Ho rimorso per quello che ho fatto”.

Buone Notizie

Iran – Il 14 febbraio l’organizzazione non governativa Iran Human Rights ha dato la notizia dell’annullamento della condanna a morte di Mohammadreza Haddadi, a seguito di una revisione giudiziaria della Corte Suprema. Haddadi era stato condannato a morte 19 anni fa, giudicato colpevole di omicidio nel corso di una rapina. Come in molti altri casi in cui erano coinvolti minorenni, era stato spinto con l’inganno ad addossarsi la responsabilità dell’omicidio da un complice maggiorenne. Fortunatamente la revisione giudiziaria del caso, iniziata nel 2020, ha scongiurato il rischio che, dopo quasi due decenni nel braccio della morte, un innocente potesse essere impiccato.

Sud Sudan – Il 22 marzo 2022 l’Alta corte dello stato di Equatoria Orientale ha disposto la scarcerazione di Magai Matiop Ngong.  Giudicato colpevole di omicidio, era stato condannato a morte tramite impiccagione il 14 novembre 2017, quando aveva solo 15 anni.

 

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