Tempo di lettura stimato: 2'
Approfondimento a cura del Coordinamento tematico sulla pena di morte. Per restare aggiornato iscriviti alla newsletter. Per consultare i numeri precedenti clicca qui.
Almeno mille esecuzioni nel 2024 e oltre 300 nei primi 4 mesi del 2025. In Iran, le autorità stanno compiendo una strage di stato sotto la veste di esecuzioni giudiziarie e continuano a usare la pena di morte per colpire manifestanti, dissidenti politici e membri di minoranze etniche oppresse e per non crimini che non rientrano secondo le norme internazionali nella categoria dei ‘più gravi’ come i reati di droga.
Strumento per reprimere il dissenso, sottomettere le comunità più impoverite, imporre il silenzio, anche solo per punire le persone per i loro messaggi sui social media o per avere avuto rapporti sessuali consenzienti. La comunità internazionale deve a chiedere immediatamente all’Iran di imporre una moratoria ufficiale su tutte le esecuzioni, inviare rappresentanti a visitare i bracci della morte e chiedere di poter assistere ai processi degli imputati che rischiano la pena capitale.
La pena di morte è stata abolita in più della metà degli stati del mondo: 112 stati sono totalmente abolizionisti, 23 stati sono considerati abolizionisti di fatto perché non eseguono condanne a morte da almeno 10 anni o hanno assunto l’impegno a livello internazionale a non ricorrere alla pena capitale; altri nove stati hanno cancellato la pena di morte per i reati ordinari. In totale, dunque, 144 stati hanno abolito la pena di morte nella legge o nella prassi; 55 stati la mantengono in vigore, ma quelli che eseguono condanne a morte sono un terzo.
Esecuzioni nel 2024*
Condanne a morte eseguite al 18 maggio 2025*
* questa lista contiene soltanto i dati sulle esecuzioni di cui Amnesty International è riuscita ad avere notizia certa. In alcuni paesi asiatici e mediorientali il totale potrebbe essere molto più elevato. Dal 2009, Amnesty International ha deciso di non pubblicare la stima delle condanne a morte e delle esecuzioni in Cina, dove questi dati sono classificati come segreto di stato. Ogni anno, viene rinnovata la sfida alle autorità cinesi di rendere disponibili queste informazioni che si ritiene essere nell’ordine di migliaia, sia di esecuzioni che di condanne a morte.
Malesia – Nonostante i significativi miglioramenti registrati nel 2024 verso una progressiva riduzione della popolazione carceraria nei bracci della morte, continua a preoccupare il persistente ricorso alla pena capitale, soprattutto per reati di droga. È quanto riporta Amnesty International Malaysia che riconosce i passi in avanti registrati con la moratoria sulle esecuzioni che vige dal 2018 e l’abolizione della pena di morte con mandato obbligatorio per alcuni reati. Ma il fatto che lo scorso anno 9 delle 24 condanne capitali riguardino reati di droga, che non rientrano secondo le norme internazionali nella categoria dei ‘crimini più gravi’, dimostra che il paese ha ancora molta strada da fare nel campo dei diritti umani.
Singapore – Si è tenuta lo scorso 7 maggio l’udienza per l’appello presentato dai legali di Pannir Selvam Pranthaman, cittadino malese condannato nel 2017 per aver importato 51,84 g di diamorfina (eroina) a Singapore. Il giudice del processo ha stabilito che aveva solo trasportato la droga, ma lo ha condannato alla pena di morte obbligatoria poiché l’accusa non aveva rilasciato un certificato di assistenza sostanziale. Si tratta di un documento che, ai sensi della legislazione di Singapore, può essere rilasciato dalla procura e consente una condanna detentiva piuttosto che la pena capitale. Pannir aveva sostenuto di aver fornito informazioni che hanno poi portato all’arresto di un trafficante di droga di nome Zamri Mohd Tahir, sostenendo di meritare un certificato di assistenza sostanziale. Pannir ha rischiato l’esecuzione lo scorso 19 febbraio, ma gli è stata sospesa all’ultimo minuto dopo che la Corte d’Appello ha accolto la sua richiesta di presentare un’istanza di revisione del suo caso. Se il suo appello venisse respinto, Pannir Selvam Pranthaman potrebbe essere a rischio imminente di esecuzione. Attivisti di Anti-Death Penalty Asia Network, Suara Rakyat Malaysia e Amnesty International Malaysia hanno manifestato alla vigilia dell’udienza davanti all’Alto Commissariato di Singapore, dove hanno esposto cartelli e scandito slogan come “Date a Pannir una seconda possibilità”, “Abolizione della pena di morte” e “Liberate Pannir” [guarda il video su Malaysia Gazette/X https://x.com/MalaysiaGazette/status/1919767544543772828]
Usa – La procura federale ha chiesto la pena di morte per Luigi Mangione, il 27enne figlio di italo-americani affermatisi nel settore immobiliare, accusato di aver ucciso l’amministratore delegato di UnitedHealthcare, Brian Thompson, a dicembre fuori da un hotel Hilton, dove era prevista un’assemblea annuale degli azionisti, reato per il quale il giovane si è dichiarato innocente. “Dopo un’attenta valutazione, ho ordinato ai procuratori federali di chiedere la pena di morte in questo caso, mentre portiamo avanti il programma del Presidente Trump per fermare i crimini violenti e rendere l’America di nuovo sicura”, ha dichiarato Pam Bondi, Procuratore Generale. James Trusty, ex Procuratore, ha spiegato a Fox News Digital che l’amministrazione Trump sta approfittando di questo “caso di alto profilo” per “inviare il messaggio che la pena di morte è di nuovo sul tavolo delle azioni penali federali”. È noto infatti che tra i primi atti della sua nuova amministrazione, Trump abbia posto fine alla moratoria sulle esecuzioni federali dell’ex presidente Joe Biden. Gli avvocati di Mangione hanno presentato una mozione per archiviare le accuse di omicidio dello Stato di New York. In un documento recentemente depositato, i legali sostengono che Mangione si trova ad affrontare tre procedimenti giudiziari simultanei in tre diverse giurisdizioni, uno dei quali richiede la pena di morte, mentre un altro l’ergastolo, tutti per la stessa serie di fatti. Se Mangione venisse condannato, l’accusa federale di omicidio con arma da fuoco prevede la pena di morte. Mangione dovrebbe tornare in tribunale il 26 giugno per un’udienza nel caso statale contro di lui, mentre il caso federale dovrebbe essere discusso il 5 dicembre, un anno intero dopo l’omicidio di Thompson.
22 aprile – Le autorità cinesi hanno eseguito la condanna a morte di Zhong Changchun, l’uomo ritenuto colpevole dell’omicidio di un bambino giapponese di 10 anni avvenuto lo scorso settembre a Shenzhen, nel sud-est della Cina. La vittima stava andando a scuola quando venne accoltellata, in un attacco che ha scosso profondamente sia la Cina che il Giappone, sollevando timori per un possibile movente xenofobo. Sebbene il verdetto non abbia fatto riferimento alle nazionalità della vittima, molti osservatori hanno sottolineato che l’aggressione è avvenuta il 18 settembre, data a cui si fa risalire l’inizio dell’occupazione della Manciuria compiuto dall’esercito giapponese.
28 aprile – Sei esecuzioni in un giorno si sono registrate in Kuwait. Mustakim Bhathiara, cittadino indiano di 38 anni, è stato messo a morte per l’omicidio nel 2019 del suo datore di lavoro. I suoi familiari sono stati informati dell’esecuzione dall’ambasciata indiana in Kuwait. Altre cinque persone sono state messe a morte perché riconosciute colpevoli di omicidio premeditato. Con le sei esecuzioni di fine aprile, il Kuwait ha già raggiunto il totale delle esecuzioni avvenute nel 2024.
5 maggio – In Vietnam, il Ministero della Pubblica Sicurezza ha presentato una proposta per abolire la pena capitale per otto dei 18 reati che oggi la prevedono. Si tratterebbe di crimini per i quali secondo l’amministrazione vietnamita la pena di morte non è più necessaria o viene raramente applicata, quali “Atti volti a rovesciare l’amministrazione popolare”, “Sabotaggio delle fondamenta tecnico-materiali della Repubblica Socialista del Vietnam” o “Produzione e commercio di medicinali contraffatti a scopo terapeutico o preventivo”. Per reati, invece, come “appropriazione indebita” e “corruzione”, la pena di morte è stata applicata con parsimonia. Intanto, nove persone sono state condannate alla pena capitale lo scorso 26 aprile per il reati di traffico di droga.
10 maggio – Rehana Batool, 22 anni, è stata condannata a morte in Pakistan per l’omicidio del cugino, Lajpal Hussain Shah, di 33 anni. La sentenza capitale è stata emessa dal giudice distrettuale di Rawalpindi, Farhat Jabeen, che ha ordinato l’impiccagione della giovane una volta ottenuta la conferma della condanna dall’Alta Corte di Lahore. Il crimine sarebbe avvenuto il 23 marzo 2024, quando Rehana e sua sorella Mehnaz sono entrate nella casa della vittima e Rehana ha ucciso Lajpal con diversi colpi di pistola. Alla base dell’omicidio, vi sarebbero questioni di proprietà e matrimonio.
Gambia – Il 17 aprile 2025 la Corte suprema ha commutato in ergastolo la condanna a morte di un ministro dell’ex governo di Yahya Jammeh, che era stato giudicato colpevole di aver assassinato un suo collega. Dal 2012 nello stato africano è in vigore, seppur non ufficializzata, una moratoria sulle esecuzioni.
India – Il 19 aprile 2025 l’Alta corte dello stato di Madhya Pradesh ha commutato in ergastolo la condanna a morte di Jitendra Pirviya, che nel 2019 era stato giudicato colpevole dell’omicidio di quattro familiari: i genitori, la moglie e il figlio maggiore.
Iran/1 – Il 7 aprile 2025 la Corte suprema ha annullato “per carenze durante le indagini”, rinviando il caso a un tribunale di grado inferiore, la condanna a morte di un cittadino di origini curde, Shahin Vassaf, arrestato il 21 settembre 2022 durante le proteste del movimento Donna Vita Libertà e poi giudicato colpevole di “spionaggio per Israele” al termine di un processo irregolare.
Iran/2 – L’11 aprile 2025 la Corte suprema ha annullato, rinviando il caso a un tribunale di grado inferiore, la condanna a morte di Shahriar Bayat. Era stato arrestato il 25 settembre 2022 durante le proteste del movimento Donna Vita Libertà e poi giudicato colpevole di “insulto al profeta Maometto”, “insulto a figura sacra dell’Islam” e “blasfemia a causa della condivisione di immagini e testi sulle piattaforme social.
Iran/3 – Il 15 aprile 2025 la Corte suprema ha annullato, in attesa della riassegnazione del fascicolo a una corte inferiore, la condanna a morte di Nasser Bekrzadeh. Arrestato nell’agosto 2023 e di nuovo nel gennaio 2024, nel novembre di quell’anno era stato giudicato colpevole di “spionaggio a favore di Israele”.
Pakistan/1 – Il 2 aprile 2025 l’Alta corte di Lahore ha annullato, in assenza di testimonianze e accordando il beneficio del dubbio, la condanna a morte emessa nel 2021 nei confronti di una donna sposata e della sua fidanzata che, secondo l’accusa, avevano ucciso il marito della prima per poter proseguire la loro relazione.
Pakistan/2 – Il 26 aprile 2025 l’Alta corte di Peshawar ha annullato per insufficienza di prove la condanna a morte emessa nel 2022 ai danni di un uomo che, in primo grado, era stato accusato di aver ucciso lo zio durante un alterco sul possesso di una proprietà.
Repubblica Democratica del Congo – Il 1° aprile 2025 sono state commutate in ergastolo le condanne a morte di tre cittadini statunitensi che, nel settembre 2024, erano stati giudicati colpevoli di un tentato attacco al palazzo presidenziale e all’abitazione di un collaboratore del presidente Tsishekedi.
Taiwan/1 – Il 18 aprile 2025 la Corte suprema ha annullato per insufficienza di prova, ordinando un nuovo processo, la condanna a mote di Liang Yu-chih, uno studente della Malesia che era stato giudicato colpevole dell’uccisione, nel 2020, di una sua collega universitaria.
Taiwan/2 – Il 17 maggio 2025 il parlamento ha approvato una mozione dei partiti di opposizione autorizzando la convocazione di un referendum, che si terrà il 23 agosto, sull’abolizione della pena di morte.
Usa – Il 25 aprile un giudice dello stato della Louisiana ha annullato la condanna a morte emessa nel 1998 nei confronti di Jimmie Chris Duncan, giudicato colpevole della morte della figlia di 23 mesi della sua fidanzata sulla base della cosiddetta “prova del morso” (i segni della dentatura lasciati sul corpo della vittima), che nel corso degli anni è stata ritenuta “scienza spazzatura” ossia scientificamente inattendibile.
Tanzania – Il 26 aprile 2025, nell’ambito di un provvedimento di clemenza emanato in occasione del 61° anniversario dell’unione tra Tanganika e Zanzibar e che ha riguardato quasi 4500 prigioniere e prigionieri, il presidente Samia Suluhu Hassan ha commutato in ergastolo tutte le condanne a morte confermate in ultimo grado di giudizio.
Zimbabwe – Il 6 aprile 2025, dopo l’abolizione ufficiale avvenuta il 31 dicembre 2024, l’Alta corte ha iniziato a riesaminare le sentenze alla pena capitale di circa 60 prigionieri, in vista della loro trasformazione.
Ogni mese ti invieremo le ultime notizie sulla pena di morte nel mondo.