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La nave Aquarius dell’organizzazione non governativa Sos Mediterranee è rimasta bloccata per diverse ore, da domenica 10 giugno a lunedì 11 giugno, nelle acque tra Italia e Malta con 629 persone a bordo, tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e diverse donne in stato di gravidanza.
Nel pomeriggio di lunedì, il governo di Madrid, guidato dal premier socialista Pedro Sanchez, ha dato istruzioni affinché la Spagna “rispetti gli impegni internazionali in materia di crisi umanitarie” e accolga a Valencia la nave Aquarius.
Elisa De Pieri, ricercatrice di Amnesty International sull’Italia, ha così commentato la situazione:
“Chiudendo i loro porti, Italia e Malta non solo stanno voltando le spalle a oltre 600 persone disperate e in condizioni vulnerabili, ma stanno anche violando i loro obblighi di diritto internazionale”.
“Gli uomini, le donne e i bambini a bordo dell’Aquarius hanno rischiato la vita in viaggi pericolosi per fuggire dalle terribili violenze in suolo libico solo per finire in mezzo a un’inconcepibile disputa tra due stati europei”.
“Tenere le navi delle organizzazioni non governative ferme in mare in attesa di un porto dove approdare significa solo che meno navi di soccorso sono operative per aiutare chi può trovarsi in difficoltà proprio in questo momento”.
“Italia e Malta devono aprire i loro porti e gli altri stati dell’Unione europea devono condividere la responsabilità di offrire protezione, soccorso e procedure d’asilo”.
*Nota a margine: Amnesty aderisce alle iniziative in programma a Bologna, Milano, Roma e altre città in favore della richiesta di tenere aperti i porti di approdo.