Minori non accompagnati nelle isole greche: non c’è più tempo da perdere

10 Aprile 2020

L'arrivo dei migranti sull'isola greca

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Insieme a un gruppo di Organizzazioni non governative abbiamo sottoscritto una lettera aperta per chiedere ai governi europei di procedere subito con il ricollocamento di emergenza dei minori non accompagnati dai Centri di accoglienza e identificazione (Cai) sulle isole greche.

A metà marzo, un gruppo di sette stati membri dell’Unione europea ha annunciato che avrebbe accolto i minori non accompagnati provenienti dalle isole. Da allora, se si esclude la sopraggiunta disponibilità di un altro paese, il lavoro si è perlopiù fermato. Eppure, un’azione immediata è tanto più urgente in considerazione della pandemia da Covid-19.

Ora più che mai dobbiamo assicurare la protezione dei minori non accompagnati. Inoltre, è necessario sostenere pienamente tutte le attività volte a decongestionare i centri di accoglienza e identificazione, l’unica possibilità di proteggere le loro vite e la loro salute e rispettare le misure utili a limitare la diffusione di Covid-19.

Migranti sulle isole greche: i primi casi di Covid-19

Dall’inizio della pandemia da Covid-19 sono 8 i casi già accertati di contagio tra la popolazione locale dell’isola di Lesbo e uno a Samos.

In quelle stesse isole sono bloccate decine di migliaia di persone, tra le quali anziani, disabili, persone gravemente malate, famiglie con bambini e donne incinte restano bloccate nei centri sulle isole greche.

Tra loro figurano 1.752 minori non accompagnati.

La maggior parte di essi non ha accesso ai diritti fondamentali: alloggio e alimentazione adeguata, assistenza medica e psicologica e istruzione.

Sovraffollamento, e accesso estremamente limitato ad acqua potabile, servizi igienici e docce rende impossibile il rispetto delle linee guida per la protezione dal Covid-19, aumentando esponenzialmente il rischio di contrarre infezioni, gravi malattie o di morire, particolarmente per coloro che presentano malattie pregresse.

Le nostre richieste

La risposta europea alla pandemia ha già dimostrato che un trasferimento rapido e in sicurezza delle persone verso gli stati membri in tutto il mondo è possibile.

Dall’inizio dell’epidemia di Covid-19, il Centro europeo di risposta alle emergenze ha evacuato oltre 10.000 cittadini europei da Cina, Giappone, Usa, Marocco, Tunisia e altri paesi.

Deve essere fatto lo stesso per le persone più a rischio nei centri delle isole greche.

Chiediamo a Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania e Portogallo di seguire l’esempio del Lussemburgo in questa emergenza e assicurare che i collocamenti promessi siano immediatamente realizzati.

Tutti i trasferimenti devono essere condotti nel migliore interesse del minore, dando priorità ai legami familiari e assicurando ampi criteri di ammissibilità che non siano discriminatori in base a nazionalità, genere, data di arrivo o per determinati gruppi anagrafici.

Al contempo, chiediamo ad altri paesi europei di impegnarsi a loro volta nel ricollocamento di altri di questi minori e assicurare che tutti i minori non accompagnati adesso bloccati nei centri delle isole greche possano essere immediatamente trasferiti in sicurezza.