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Oltre 400 persone sfollate e 287 tra studenti e insegnanti sono stati rapiti negli stati nigeriani di Borno e Kaduna. Per Amnesty International è una prova scioccante della persistente incapacità delle autorità di proteggere le persone dagli attacchi dei gruppi armati che, negli ultimi cinque anni, hanno causato la morte di migliaia di persone.
Amnesty International ha sollecitato il governo nigeriano a prendere tutte le misure necessarie per assicurare il ritorno incolume in libertà delle persone rapite e a indagare in modo trasparente, indipendente, imparziale, approfondito ed efficace sui rapimenti che si ripetono in molte parti della Nigeria.
Il 3 marzo sospetti combattenti di Boko haram hanno rapito almeno 400 sfollati, per lo più donne e bambini, da tre campi nello stato di Borno.
Il 7 marzo centinaia di uomini armati in motocicletta hanno fatto irruzione in una scuola dello stato di Kaduna, portando via con sé nella boscaglia almeno 287 studenti e loro insegnanti.
“È chiaro che il presidente Bola Tinubu e il suo governo non hanno effettivamente un piano per porre fine ad anni di atrocità da parte dei gruppi armati, che hanno ormai il pieno controllo di molte parti della Nigeria. Non c’è una misura che funzioni”, ha dichiarato Isa Sanusi, direttore di Amnesty International Nigeria.
“L’attuale livello d’insicurezza in Nigeria mostra che la protezione delle vite e dei beni delle persone si trova in basso nella lista delle priorità del governo. Le persone non dovrebbero essere lasciate a vivere nel terrore del prossimo attacco o del prossimo rapimento. L’incapacità del governo di proteggere la popolazione è inaccettabile”, ha aggiunto Sanusi.
Amnesty International chiede che coloro che hanno la responsabilità della sicurezza nelle zone dove sono avvenuti i rapimenti siano chiamati a rispondere dei clamorosi fallimenti che stanno mettendo in pericolo la vita di centinaia di persone.
Nell’aprile 2014 Boko haram rapì 276 studentesse di una scuola di Chibok, nello stato di Borno. Alcune di loro riuscirono a fuggire, altre furono liberate dopo intense campagne della società civile e negoziati; 98 ragazze sono ancora nelle mani dei rapitori.
Nel decennio successivo, ci sono stati parecchi altri rapimenti di massa – come quello del 2018, di cui furono vittime 110 studentesse di un istituto tecnico e scientifico di Dapchi, nello stato di Yobe, su cui le autorità nigeriane non hanno indagato in modo efficace. Di conseguenza, i presunti responsabili non sono mai stati portati di fronte alla giustizia.
In più, le autorità non hanno posto in essere piani per la sicurezza delle scuole nelle zone a rischio, nonostante il rapimento di centinaia di studenti e studentesse. Il risultato è che le iscrizioni scolastiche sono diminuite e che l’istruzione delle bambine ha fatto un passo indietro. Le autorità nigeriane devono garantire un ambiente sicuro dove sia possibile studiare e scongiurare i rischi di nuovi rapimenti.
Amnesty International chiede al governo nigeriano di rispettare la Carta africana sui diritti e il benessere dell’infanzia, di cui la Nigeria è stato parte: i bambini e le bambine hanno diritto alla protezione e all’istruzione.