Tempo di lettura stimato: 4'
La battaglia per i diritti delle persone Lgbti non è mai vinta definitivamente, in nessun luogo e in nessun momento storico.
Per questo sfiliamo numerosi durante l’onda Pride, gli appuntamenti organizzati in tutta Italia per reclamare spazi di libertà di manifestazione, espressione della diversità, protesta contro il numero crescente di casi di omofobia e transfobia nel mondo e solidarietà con quei paesi dove vengono imposti limiti e divieti.
Anche quest’anno al Pride protestiamo e sfiliamo con orgoglio per un mondo di uguaglianza, dignità e giustizia per tutte le persone senza distinzioni.
Sono 40 i pride organizzati da maggio a settembre in tutte le regioni italiane. Per consultare la lista aggiornata, clicca qui.
Gli attacchi ai valori su cui si basano i diritti umani hanno assunto vaste proporzioni, prendendo di mira le persone, fisicamente, psicologicamente e verbalmente, a causa della loro appartenenza a un gruppo, apparenza fisica, genere e sessualità. Spesso senza che i governi agiscano in loro difesa.
Eventi come il Congresso mondiale delle famiglie, che Amnesty ha definito “ostile ai diritti umani” promuovono il ritorno al mito patriarcale e etero-normato della “famiglia tradizionale” e dei “valori tradizionali”, rifiutando di fatto il riconoscimento dei diritti civili a configurazioni familiari al di fuori della coppia eterosessuale unita in matrimonio.
La nostra preoccupazione è rivolta alla misoginia dilagante sui social con la proliferazione di comportamenti criminali come cyberbullismo e revenge porn.
Scendiamo in strada per ribadire la nostra richiesta di estendere la “Legge Mancino” ai crimini di natura omofobica e transfobica e contestiamo la mancata equiparazione sul piano legale delle coppie omosessuali a quelle eterosessuali.
L’onda Pride sarà anche l’occasione per continuare a chiedere giustizia per Marielle Franco, instancabile attivista brasiliana in prima linea per i diritti delle donne nere, dei giovani nelle favelas, delle persone Lgbti e delle comunità emarginate, uccisa in un agguato a Rio de Janeiro nella notte tra il 14 e il 15 marzo 2018. Chiediamo che i mandanti del suo brutale assassinio vengano individuati.
Chiediamo verità e giustizia anche per Zak Kostopoulos, attivista queer e difensore dei diritti delle persone Lgbti e HIV positive in Grecia. Il 21 settembre 2018, Zak è stato brutalmente picchiato da due uomini in un negozio nel centro di Atene. Un video mostra l’arrivo della polizia sulla scena del pestaggio, e riprende gli agenti che usando una violenza inaudita lo arrestano mentre giace al suolo agonizzante. Zak è morto a seguito delle ferite multiple riportate, e la famiglia, gli amici e tutta la comunità di chi difende i diritti umani continua a chiedere giustizia.