Patto immigrazione e asilo: le raccomandazioni della società civile

7 Ottobre 2020

© Louisa Gouliamaki/Afp/Getty Images

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Con una nota congiunta, oltre 70 associazioni europee, hanno presentato una serie di raccomandazioni indirizzate ai Rappresentanti Permanenti in Europa, i membri della Commissione LIBE al Parlamento europeo e leader di gruppi politici rispetto al Patto su migrazione e asilo che dovrebbe superare il regolamento di Dublino.

Accogliamo con piacere che la Commissione abbia introdotto il Patto su migrazione e asilo dichiarando l’impegno ad un approccio più umano alla protezione internazionale ed enfatizzando la migrazione come fenomeno necessario e positivo per l’Europa – si legge nella nota –. Tuttavia, questa retorica si riflette solo scarsamente nelle proposte contenuto nel Patto: invece di prendere le distanze dagli errori che hanno caratterizzato l’approccio politico europeo degli ultimi anni e invece di dare il via ad un nuovo inizio, il Patto rischia di esasperare l’attenzione all’esternalizzazione delle frontiere, alle politiche di deterrenza e di contenimento delle migrazioni, oltre che alle politiche di rimpatrio al paese di origine“.

Tra le proposte nel Patto c’è un ampliamento di ciò che ricorda chiaramente il fallimentare sistema hotspot; non vengono aperti nuovi canali di accesso regolare, ma viene incrementato l’utilizzo della detenzione amministrativa e delle procedure accelerate; infine non viene superato il principio del primo paese di arrivo del regolamento Dublino.

Tra le raccomandazioni inviate dalle associazioni, si auspica che le istituzioni europee ricalibrino le proposte per concentrarsi sul mantenimento e sull’innalzamento degli standard in materia di asilo e diritti umani in Europa, sull’istituzione di un’operazione di ricerca e salvataggio europea da condurre nel Mediterraneo, e un principio di responsabilità collettiva nella gestione delle domande di asilo.

Inizierà adesso un periodo di negoziato tra gli Stati membri per elaborare i regolamenti europei. In questa fase, le associazioni firmatarie ritengono fondamentale ricordare che esiste un quadro europeo in materia di asilo e che gli Stati membri sono soggetti agli obblighi ai sensi del diritto internazionale e dell’Ue in vigore.

Le richieste di modifica

Le proposte del patto iniziano ciò che promette essere un altro periodo lungo e conflittuale di negoziati sulle norme dell’Ue in materia di asilo e migrazione. Mentre tali negoziati sono in corso, è importante ricordare che esiste un quadro europeo in materia di asilo e che gli Stati membri sono soggetti agli obblighi ai sensi del diritto internazionale e dell’Ue in vigore.

Ciò richiede un’azione immediata da parte dei responsabili politici dell’Ue, compresi gli Stati membri, per:

  • Rendere effettivi gli standard esistenti in relazione ai processi di accoglienza e asilo, indagare sulla non conformità e adottare le misure disciplinari necessarie;
  • Salvare vite umane in mare, garantendo capacità di ricerca e soccorso, consentendo lo sbarco tempestivo e un rapido trasferimento;
  • Continuare a cercare accordi di solidarietà ad hoc per alleviare la pressione sugli Stati membri alla frontiera esterna dell’Ue e sostenere gli Stati membri affinché acconsentano alla ricollocazione.

Per i prossimi negoziati sul Patto, raccomandiamo ai co-legislatori di:

  • Rifiutare le procedure di frontiera obbligatorie per le domande di asilo e di rimpatrio: sono procedure inferiori agli standard che minano le garanzie per i richiedenti e aumentano la detenzione. Metteranno ancora più in difficoltà l’attuale mancanza di solidarietà per l’asilo in Europa attribuendo maggiori responsabilità agli Stati alla frontiera esterna. L’esperienza degli hotspot e di iniziative simili mostra che l’aggiunta di procedure o percorsi di asilo supplementari può creare oneri e costi amministrativi significativi e generare maggiore inefficienza;
  • Proibire la detenzione legata alla migrazione di minori in rispetto della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dedicare risorse sufficienti a soluzioni adeguate, non detentive, per i bambini e le loro famiglie;
  • Ricalibrare le proposte di riforma per concentrarsi sul mantenimento e sull’innalzamento degli standard in materia di asilo e diritti umani in Europa, piuttosto che sul rimpatrio;
  • Lavorare a delle proposte che riformino fondamentalmente il modo in cui è regolata la responsabilità per le persone che chiedono asilo in Europa, affrontando il principio del primo paese di ingresso, al fine di creare meccanismi di solidarietà significativi e prevedibili;
  • Limitare le possibilità per gli Stati membri di delegare la responsabilità di registrare e condurre le procedure di asilo per evitare incentivi ad operare in modo emergenziale abbassando gli standard di asilo;
  • Aumentare le garanzie durante la procedura di screening per garantire: che siano fornite tutte le informazioni e l’accesso a un avvocato; che vengano rilevate rapidamente e gestite le esigenze e le vulnerabilità sanitarie. È necessario inoltre affrontare le preoccupazioni riguardanti la registrazione e la condivisione dei dati biometrici;
  • Garantire che i meccanismi di monitoraggio dei diritti fondamentali alle frontiere abbiano una portata ampia in grado di controllare tutte le violazioni dei diritti fondamentali alla frontiera, e che siano realmente indipendenti dalle autorità nazionali, oltre che dotate di risorse adeguate e che contribuiscano all’emersione delle responsabilità;
  • Resistere ai tentativi di utilizzare l’assistenza allo sviluppo, il commercio, gli investimenti, i sistemi di visti, la cooperazione in materia di sicurezza e altre politiche e finanziamenti come incentivi per spingere i paesi terzi a collaborare su obiettivi di controllo della migrazione dell’UE strettamente definiti;
  • Valutare l’impatto a lungo termine che le politiche migratorie di esternalizzazione hanno su pace, diritti e sviluppo sostenibile e garantire che la politica migratoria esterna non contribuisca alle violazioni dei diritti umani e sia sensibile ai conflitti;
  • Aumentare sensibilmente le rotte sicure e regolari verso l’Europa mettendo in pratica rapidamente gli attuali impegni di trasferimento, proponendo nuovi obiettivi ambiziosi e aumentando i possibili percorsi di protezione e di migrazione legale per lavorare e studiare in Europa;
  • Escludere l’azione umanitaria e altre attività indipendenti della società civile dalla criminalizzazione e rimuovere gli ostacoli agli attori della società civile che salvano vite umane e altra assistenza a terra e in mare;
  • Istituire un’operazione di ricerca e salvataggio finanziata dall’Ue da condurre nel Mar Mediterraneo;
  • Incrementare le proposte positive di sostegno all’inclusione attraverso l’accesso alla residenza di lungo periodo e ai relativi diritti, e attuando il prossimo piano d’azione su integrazione e inclusione a livello Ue, nazionale e locale.