@Attila Husejnow
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La Commissione europea ha deciso di avviare la procedura di infrazione per Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria.
Il provvedimento è motivato dal fatto che i tre paesi non hanno dato seguito al programma dell’Unione europea di ricollocazione dei rifugiati arrivati in Grecia e in Italia.
“La decisione della Commissione europea dice chiaramente che agli stati membri non sarà consentito evitare di accogliere i rifugiati – ha commentato in una nota ufficiale Iverna McGowan direttrice dell’Ufficio di Amnesty International presso l’Unione europea –. La solidarietà è la componente chiave di una risposta equa e umana dell’Europa ai rifugiati. Oggi Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria hanno compreso che venir meno agli impegni in favore di persone che fuggono per salvarsi la vita ha delle conseguenze. Gli altri stati membri dovrebbero prendere l’iniziativa di rispettare gli impegni assunti prima di subire la stessa procedura“.
La mancanza di solidarietà verso i rifugiati e verso alcuni altri stati membri è stata un tipico esempio delle politiche migratorie della maggior parte dei paesi dell’Eu, che sono stati uniti nei programmi per limitare gli ingressi e accelerare i ritorni.
Questo è diventato evidente con il fallimento del programma di ricollocazione, di cui l’Eu si era fatta vanto. Adottato dai capi di stato a settembre 2015, allo scopo di distribuire le responsabilità dell’accoglienza per la gran quantità di rifugiati che arrivava in un piccolo numero di paesi, il piano prevedeva entro due anni il trasferimento in tutta l’Eu di 120.000 persone, provenienti da Italia, Grecia e Ungheria. Dopo che l’Ungheria ha respinto il progetto, ritenendo che sarebbe stato meglio semplicemente chiudere del tutto i propri confini, la sua quota è stata riassegnata a Grecia e Italia. A fine 2016, solo circa 6.000 persone erano state trasferite dalla Grecia e poco meno di 2.000 dall’Italia.