Rimpatri forzati: la Norvegia espelle tre fratelli, tra cui un minore

17 Giugno 2019

Tempo di lettura stimato: 4'

Il governo norvegese ha avviato la procedura di espulsione per tre fratelli verso l’Afghanistan: Eshan Abbasi (16 anni), sua sorella Taibeh e suo fratello Yasin. Secondo quanto appreso, sono accompagnati da 10 agenti della polizia norvegese e si trovano a Istanbul con la madre che probabilmente sarà riportata in Norvegia per ragioni di salute. I tre ragazzi potrebbero invece essere a breve imbarcati per Kabul.

Le circostanze in cui si trova ora la famiglia a Istanbul rimangono sconosciute ma è probabile che non abbia avuto contatti con il mondo esterno da quando è stata caricata su un aereo, lo scorso sabato mattina.

Chiediamo al governo di sospendere immediatamente l’espulsione: in Afghanistan rischierebbero di subire gravissime violazioni dei diritti umani.

Sradicare questi tre giovani fratelli dalla comunità in cui vivevano da più di sette anni ed espellerli da soli verso una zona di guerra rappresenta un immorale abuso di potere – ha dichiarato in una nota ufficiale Massimo Moratti, vicedirettore per l’Europa di Amnesty International –. L’Afghanistan non è un paese sicuro e se questa spietata e non necessaria espulsione sarà portata a termine spaccherà una famiglia, metterà in pericolo le vite di tre giovani e ruberà loro il futuro“.

Taibeh Abbasi è nata in Iran da genitori afgani ed è fuggita in Norvegia con la madre e i fratelli nel 2012. È una coraggiosa difensora dei diritti umani, che ha preso la parola a nome di tutta la sua famiglia ed è anche pienamente sostenuta della comunità della città di Trondheim.

Il governo norvegese ha difeso l’espulsione sostenendo che l’Afghanistan è un paese sicuro per i rimpatri. Questa affermazione è contraddetta dai livelli record di violenza documentati in tutto il paese. Nelle scorse settimane l’Istituto per la pace e l’economia ha definito l’Afghanistan il “paese meno pacifico” del mondo.

Questa espulsione è emblematica delle politiche crudeli e disumanizzanti di molti governi europei che fanno finta di non vedere cosa accade realmente in Afghanistan in modo da autorizzare un numero sempre più alto di rimpatri – ha aggiunto Moratti –. La Norvegia deve immediatamente sospendere questa decisione crudele e permettere ai fratelli Abbasi di tornare nella loro casa e dai loro amici in Norvegia e deve fermare i rimpatri illegali e pericolosi in Afghanistan di tutti i richiedenti asilo. Le autorità norvegesi e turche devono assicurare che la famiglia possa comunicare con il mondo esterno e abbia accesso alle informazioni, a una consulenza legale e al sostegno delle organizzazioni“.

Dal 2017 abbiamo raccolto più di 280.000 firme per chiedere al governo norvegese di non espellere Taibeh e la sua famiglia.

La Norvegia espelle più afgani di qualsiasi altro paese europeo, non solo in rapporto alla popolazione, ma prendendo in esame anche i numeri totali; secondo le autorità afgane, i rimpatri forzati dei primi quattro mesi del 2017 erano stati il 32 per cento (97 persone su 304) del totale europeo.

Nel 2018 le Nazioni Unite hanno registrato il picco più alto di morti civili in Afghanistan e il più elevato numero di minori uccisi nel conflitto. Si parla di quasi 11000 civili coinvolti: 3804 morti e 7189 feriti.