Il ritorno dell’ambasciatore al Cairo: “Preoccupati per la normalizzazione dei rapporti”

13 Settembre 2017

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Alla vigilia dell’arrivo in Egitto di Giampaolo Cantini, il nuovo ambasciatore indicato dall’Italia, il presidente di Amnesty International Italia Antonio Marchesi ha ribadito i dubbi e le perplessità dell’efficacia di questo provvedimento e degli effetti reali che possa avere rispetto alla ricerca della verità sulla sparizione, tortura e uccisione di Giulio Regeni.

Non sono in discussione la professionalità, l’esperienza e la competenza dell’ambasciatore Cantini – ha chiarito il presidente in una nota ufficiale –. Siamo piuttosto preoccupati che la decisione di normalizzare i rapporti diplomatici sia stata presa unicamente per motivi diversi dalla ricerca della verità sulla sparizione, la tortura e l’uccisione di Giulio Regeni. Di questo sono certi in molti al Cairo: dai commentatori ai parlamentari che hanno valutato la decisione del governo italiano come la conferma che ‘il caso è chiuso’“.

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“In Egitto chi continua a cercare la verità su Giulio Regeni va zittito”

Mentre l’Italia sceglie la strada della normalizzazione dei rapporti, rinunciando all’unico strumento di pressione per ottenere verità nel caso di Giulio Regeni, nelle ultime settimane i segnali lanciati dal Governo egiziano sembrano andare nella direzione contraria.

Il 5 settembre le autorità egiziane hanno deciso di bloccare il sito della Commissione egiziana per i diritti e le libertà, l’Ong che fornisce consulenza ai legali della famiglia Regeni. Il 10 settembre Ibrahim Metwaly, il legale che fa parte della stessa commissione è stato arrestato: per 48 ore nessuno ne ha avuto notizie.

 

I primi passi fatti dal governo egiziano dopo la decisione italiana – ha ricordato Marchesi –, l’oscuramento del sito della Commissione egiziana per i diritti e le libertà, la stessa che ha fornito consulenza alla famiglia Regeni, l’arresto dopo oltre 48 ore di sparizione dell’avvocato Ibrahim Metwaly, sono chiari: chi in Egitto continua cercare la verità su Giulio Regeni va zittito“.

#veritapergiulioregeni: non ci fermiamo

Nonostante questi segnali preoccupanti, restiamo al fianco della famiglia Regeni e la nostra battaglia per la verità per Giulio non si ferma: “Il governo italiano si è assunto la responsabilità di far tornare l’ambasciatore al Cairo in assenza di qualsiasi reale sviluppo sul piano della indagini. Ogni 14 del mese, a iniziare dal 14 ottobre, quando saranno trascorsi i primi 30 giorni dal ritorno dell’ambasciatore, chiederemo a governo di far sapere quali ‘passi avanti’ quella decisione avrà favorito“.