Russia: difensore dei diritti umani a processo per aver “screditato” l’esercito

9 Giugno 2023

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Il tribunale distrettuale di Golovinsky, a Mosca, ha avviato ieri il processo contro Oleg Orlov, noto difensore dei diritti umani e vicepresidente dell’organizzazione non governativa russa Memorial. Orlov è accusato del nuovo “reato” di “screditamento ripetuto” nei confronti delle forze armate (previsto dall’articolo 280.3.1 del codice penale) e rischia fino a cinque anni di reclusione in una colonia penale.

Natalia Zviagina, direttrice di Amnesty International Russia ha dichiarato:

“Oleg Orlov è stato portato sul banco degli imputati a causa di un articolo contro la guerra scritto per la versione francese di Mediapart nel novembre 2022, in cui aveva denunciato la Russia di Putin come una società totalitaria fascista. Come era prevedibile, il sistema che Orlov aveva descritto non ha mostrato alcuna tolleranza nei confronti del suo rifiuto di rimanere in silenzio a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il prezzo che Orlov e tanti come lui pagano per aver esercitato il proprio diritto alla libertà d’espressione è molto alto”.

“Oleg Orlov era stato già multato due volte per picchetti anti-guerra ritenuti ‘screditanti’ nei confronti delle forze armate russe. Le autorità russe hanno chiuso Memorial, l’organizzazione per i diritti umani di cui era un esponente di spicco e hanno mosso accuse penali nei suoi confronti. Né la reputazione impeccabile di Oleg Orlov come difensore dei diritti umani né il recente Nobel per la pace a ‘Memorial’ le hanno dissuase”, ha proseguito Zviagina.

“Amnesty International chiede alle autorità russe di annullare immediatamente tutte le accuse contro Oleg Orlov, di porre fine alla repressione delle organizzazioni della società civile e degli attivisti per i diritti umani e di rispettare il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni, anche se queste includono critiche nei confronti dell’invasione russa dell’Ucraina”, ha concluso Zviagina.

Ulteriori informazioni

Oleg Orlov era stato già accusato per due volte di “screditamento delle forze armate russe” e multato per un totale di 65.000 rubli (circa 735 euro) per i picchetti contro la guerra che aveva tenuto a Mosca nel marzo e nell’aprile 2022. Queste sanzioni amministrative hanno aperto la strada alla sua persecuzione penale.

Il Centro “Memorial” per i diritti umani, di cui Orlov è membro, è stato chiuso dalla Corte suprema nel febbraio 2022 in violazione del diritto di associazione, e da allora molti dei suoi dipendenti sono stati incriminati. Nel dicembre 2022, “Memorial” ha ricevuto il premio Nobel per la pace insieme al Centro ucraino per le libertà civili e al difensore dei diritti umani della Bielorussia Ales Bialiatski.