Singapore: fermare l’esecuzione di Nagaenthran

9 Marzo 2022

@ AFP via Getty Images

Tempo di lettura stimato: 3'

Approfondimento a cura del Coordinamento tematico sulla pena di morte. Per restare aggiornato iscriviti alla newsletter. Per consultare i numeri precedenti clicca qui.

Nagaenthran K. Dharmalingam, cittadino malese indicato dagli attivisti come «disabile mentalmente», arrestato nel 2009 per traffico di una piccola quantità di eroina e condannato a morte l’anno successivo, è a rischio esecuzione. La recente udienza presso la Corte d’Appello non sembra aver prodotto gli effetti sperati. Il ricorso finale presentato dalla difesa puntava infatti a un riesame dell’uomo per una nuova valutazione psichiatrica, ma il pubblico ministero non ha accolto la richiesta e il procedimento si è chiuso senza un verdetto finale che, secondo fonti giornalistiche, dovrà essere emesso nei prossimi giorni. Per gli attivisti, scarse le possibilità che la sentenza possa essere favorevole. Il quotidiano inglese The Guardian aveva raccolto nei giorni scorsi lo stato d’animo della sorella di Nagaenthran, Sarmila. L’ultima volta che ha parlato con il fratello è stato tre settimane fa. Le chiese perché fosse impegnata nella campagna per aiutarlo a organizzare il suo appello. “Sono senza parole che mi stesse facendo queste domande”, ha detto. “Chiedo: ‘Perché? Non sai per quale scopo lo sto facendo? Ti ho già detto che voglio salvarti la vita”. Amnesty International teme una ripresa delle impiccagioni su vasta scala nel Paese, dopo lo stop di due anni per la pandemia COVID-19.

Il 16 febbraio 2022 il presidente Halimam Yacob ha sospeso le esecuzioni, previste poche ore dopo, di Pausi Jefridin e Roslan Bakar, condannati a morte nel 2010 per reati di droga. Amnesty International aveva lanciato un appello per fermare la loro impiccagione. Sul sito di Amnesty Malesia, è tuttora attivo l’appello per fermare l’esecuzione di Nagaenthran K. Dharmalingam.

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cifre

I dati sulla pena di morte nel 2021 e nel 2022

In totale 144 stati hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica, 55 stati mantengono in vigore la pena capitale, ma quelli che eseguono condanne a morte sono assai di meno.

I dati sulla pena di morte nel 2022

 

*: questa lista contiene soltanto i dati sulle esecuzioni di cui Amnesty International è riuscita ad avere notizia certa. In alcuni paesi asiatici e mediorientali il totale potrebbe essere molto più elevato. Dal 2009, Amnesty International ha deciso di non pubblicare la stima delle condanne a morte e delle esecuzioni in Cina, dove questi dati sono classificati come segreto di stato. Ogni anno, viene rinnovata la sfida alle autorità cinesi di rendere disponibili queste informazioni che si ritiene essere nell’ordine di migliaia, sia di esecuzioni che di condanne a morte.

 

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Altre notizie

India – Un tribunale speciale dello Stato indiano del Gujarat ha condannato a morte 38 persone per una serie di attentati avvenuti nel 2008 a Ahmedabad (ovest), nello Stato del Gujarat, costati la vita a 56 persone. Il verdetto è stato emesso il 18 febbraio 2022. Il tribunale dieci giorni prima li aveva riconosciuti colpevoli, insieme ad altri 11 imputati condannati all’ergastolo, in relazione alla serie di esplosioni che tredici anni fa provocarono la morte di 56 persone e il ferimento di altre 200 in un attacco seriale che seminò il terrore per più di un’ora ad Ahmedabad, la capitale del Gujarat: 21 ordigni vennero fatti scoppiare in zone molto affollate, mercati, autobus, stazioni. Il gruppo terroristico Indian Mujahideen (IM), una fazione dello Students Islamic Movement of India (SIMI), già dichiarato fuorilegge, rivendicò il gesto, affermando di avere agito per vendicare i disordini religiosi del 2002 a Godhra, altra città del Gujarat. Nelle violenze di Godhra, scoppiate per vendicare l’incendio di un treno in cui avevano perso la vita 59 indù vennero inseguiti, violentati, bruciati e massacrati almeno mille musulmani.

Myanmar – La giunta militare in Myanmar ha condannato a morte 101 persone nella sola regione di Yangon da quando ha preso il potere un anno fa, secondo quanto riferisce Radio Free Asia. A nessuno dei condannati è stato concesso il diritto di difendersi: per 50 di loro le condanne sono arrivate da tribunali militari segreti che hanno negato loro l’accesso alla rappresentanza legale, mentre le rimanenti condanne sono state emesse in contumacia. Due dei prigionieri più noti tra quelli condannati a morte sono Phyo Zeyar Thaw, un ex deputato della National League for Democracy, e l’attivista Ko Jimmy, leader del gruppo 88 Generation Student. Entrambi sono stati riconosciuti colpevoli di aver violato la legge antiterrorismo del Paese. Bo Bo Oo, un ex deputato della NLD della township di Dallah di Yangon, ha detto a Radio Free Asia che non solo i due uomini sono stati condannati senza rappresentanza legale, ma che le foto suggeriscono che siano anche stati torturati durante l’interrogatorio.

Repubblica Democratica del Congo – Un tribunale militare ha condannato a morte il 29 gennaio 51 imputati, diversi in contumacia, per gli omicidi avvenuti nel 2017 di due esperti delle Nazioni Unite nel Kasai, una provincia centrale del Paese. Michael Sharp, di nazionalità americana, e Zaida Catalan, svedese, erano scomparsi il 12 marzo 2017 mentre si trovavano nel Kasai per indagare su fosse comuni legate al conflitto armato scoppiato nella regione dopo la morte di un leader locale, Kamuina Nsapu, ucciso dalle forze di sicurezza. I loro corpi furono trovati in un villaggio due settimane dopo, il 28 marzo. La giovane donna era stata decapitata. Le autorità congolesi hanno attribuito le uccisioni alla milizia Kamuina Nsapu. Ma un rapporto consegnato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite descrive le uccisioni delle due vittime come un “piano premeditato” in cui potrebbero essere coinvolti membri delle forze di sicurezza. (fonte: The Guardian)

Somalia – Un tribunale militare di Galkayo, nella regione somala di Puntland, ha condannato a morte il 31 gennaio quattro adolescenti per presunto coinvolgimento in gruppi armati. Quattro dei ragazzi avevano 15 anni al momento dell’arresto avvenuto nell’ottobre 2020 a Galkayo, nella regione di Mudug, nello Stato del Puntland in Somalia. A darne notizia è Save The Children che in una nota ha lanciato un appello alle autorità affinché sospendano la sentenza in quanto “viola la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia che la Somalia ha ratificato nel 2015”. Il direttore di Save The Children Somalia, Mohamud Mohamed, ha dichiarato che questi ragazzi  “meritano una possibilità di riabilitazione, e sollecitiamo il governo a garantire la giustizia. Esortiamo l’esecutivo del Puntland a rafforzare l’applicazione e l’attuazione del Puntland Juvenile Justice Act, per proteggere e trattare tutti i minori di età inferiore ai 18 anni in linea con gli standard sui diritti dell’infanzia”.

Usa – Le prime due condanne a morte del 2022 sono state eseguite in Oklahoma, la prima, e in Alabama, la seconda. A morire sono stati Donald Grant, 46 anni, colpevole dell’omicidio di due uomini, durante una rapina in un hotel nel 2001, e Matthew Reeves, 43 anni, condannato a morte anche lui per un omicidio commesso nel 1996. Con una votazione di 5 a 4 i giudici hanno annullato la disposizione di una corte minore che aveva bloccato l’esecuzione di Reeves. I suoi legali avevano sostenuto che la sentenza avesse violato il “Disabilities Act”, la legislazione sui disabili dal momento che Reeves sarebbe affetto da disabilità mentali. Al condannato non sarebbe stata data sufficiente assistenza nel decidere come morire, se con iniezione letale o con la camera a gas. Reeves, secondo i legali, avrebbe detto, in un secondo momento, di preferire la seconda opzione, decisione che aveva spinto una corte distrettuale a sospendere l’esecuzione fino a quando lo Stato non avesse rispettato i voleri del condannato. La Corte Suprema ha bocciato la decisione. I quattro giudici contrari al via libera all’esecuzione sono stati i tre liberali, tra cui il dimissionario Stephen Breyer, e la conservatrice Amy Coney Barrett. Sempre in Oklahoma è stato messo a morte il 17 febbraio Gilbert Ray Postelle, 35 anni, accusato di aver ucciso quattro persone nel 2005.

Brevi dal mondo

17 gennaio – Un giovane pugile è stato condannato a morte in Iran per il suo ruolo nelle proteste anti-governative del 2019. Lo ha reso noto l’organizzazione Iran Human Rights. Si tratta di Mohammad Javad Vafaei-Sani, 26 anni, arrestato nel febbraio 2020, per la sua partecipazione alle manifestazioni del novembre 2019, innescate dall’improvviso aumento del prezzo del carburante. Il suo avvocato, Babak Paknia, ha confermato la pena e ha annunciato l’intenzione di fare appello alla Corte Suprema. Vafaei-Sani è originario della città di Mashhad, dove è attualmente detenuto. Su Twitter si è diffuso l’hashtag #SaveMohammadJavad, con cui si chiede alle autorità iraniane di salvargli la vita.

18 gennaio – Human Rights Watch ha denunciato, insieme ad altre organizzazioni per i diritti umani, la condanna a morte, nello Sri Lanka, di un funzionario carcerario, unico tra i vari imputati per la dura repressione di una rivolta avvenuta nel 2012 in cui morirono 27 detenuti e altri 50 rimasero feriti.   Solo un “capro espiatorio” secondo le organizzazioni che ricordano come nel 2015 una commissione d’inchiesta aveva rinviato a giudizio un certo numero di alti funzionari. Poi, solo due erano andati a processo e alla fine il solo Lamahewage è stato condannato. La condanna di Lamahewage, aggiunge Human Rights Watch, appare, “solo il tentativo di evitare di affrontare gli eventi e le terribili condizioni carcerarie che hanno portato ai fatti del 2012”.

1° febbraio – In Iran sono stati messi a morte due omosessuali condannati per sodomia. L’esecuzione è avvenuta in una prigione nella città nord-occidentale di Maragheh, a circa 500 chilometri dalla capitale Teheran. Lo ha riferito il gruppo per i diritti umani Hrana. I due, identificati come Mehrdad Karimpour e Farid Mohammadi avevano trascorso sei anni nel braccio della morte. L’omosessualità è illegale in Iran, considerato uno dei luoghi più repressivi al mondo per le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender.

1° febbraio – Un tribunale militare del Puntland, regione autonoma della Somalia, ha condannato a morte quattro imputati e altri due a pene detentive al termine di un processo che avrebbe accertato i loro legami con Al-Shabaab, secondo quanto riferisce Garowe Online. Secondo il giudice, i sei sono responsabili di omicidi avvenuti a Galkayo tra il 2017 e il 2021 e costituivano una squadra di sicari di Al-Shabaab. I condannati alla fucilazione sono Farhan Faisal, Abdullahi Faysal, Barkhad Awil e Liban Aden, mentre Abdikani Farhan e Abdirahman Awil sono stati condannati rispettivamente a 30 e 20 anni di reclusione, ha stabilito il tribunale militare.

21 febbraio – Un prigioniero iraniano, che si trovava nel braccio della morte da 18 anni, è morto di infarto dopo che un tribunale di Bandar Abbas, nell’Iran meridionale, gli aveva concesso la grazia in seguito al perdono dei genitori della vittima. L’uomo di 55 anni, condannato per omicidio di primo grado e che aveva lottato per 18 anni nella speranza di ottenere il perdono, non ha retto l’emozione. Trasferito in ospedale è stato dichiarato morto circa un’ora dopo il ricovero.

Buone Notizie

Arabia Saudita – Il 1° febbraio è stato rilasciato Dawood al-Marhoon, attivista della minoranza sciita dell’Arabia Saudita arrestato perché coinvolto in atti di violenza e condannato a morte nel 2014 quando era ancora minorenne. Nel 2020 un decreto reale aveva ordinato che le condanne a morte emesse nei confronti di rei minorenni venissero commutate. Intorno alla metà del 2021 la Procura dello Stato aveva disposto la revisione di tutte le condanne a morte di questo genere.

Iran/01 – Atena Daemi, attivista per l’abolizione della pena di morte in Iran, è tornata in libertà la sera del 24 gennaio. Era stata arrestata nel 2015 per aver criticato sui social media il continuo ricorso alla pena capitale nel suo paese (nel 2021 c’è stata una media di una esecuzione al giorno) e poi condannata a 14 anni di carcere, ridotti a sette nel processo d’appello. In prigione era stata picchiata e aveva trascorso lunghi periodi in isolamento. L’anno scorso aveva condotto uno sciopero della fame che aveva messo in pericolo la sua salute.

Iran/02 – Il 15 febbraio 2022 la Corte suprema ha annullato dopo 19 anni la condanna a morte di Mohammadreza Hadadi, un quindicenne al momento del reato che nel 2001 era stato giudicato colpevole di un omicidio commesso nel corso di un rapina. Nelle varie fasi del processo, Hadadi aveva sempre affermato di essere stato spinto ad ammettere il reato da un complice maggiorenne che gli aveva promesso che, in quanto minorenne, non sarebbe stato messo a morte.

Nigeria – Il 22 gennaio 2022 il governatore dello stato di Benue ha esercitato clemenza nei confronti di 49 condannati a morte: 34 sono stati rilasciati e 15 hanno ottenuto la commutazione della pena in ergastolo.

Usa/01 – Il 14 febbraio 2022, dopo aver ricevuto migliaia di lettere, la società di consulenza FDR Safety ha annunciato l’annullamento del contratto con lo stato dell’Alabama in base al quale avrebbe collaborato a un protocollo sulla sicurezza del personale coinvolto nelle esecuzioni mediante il metodo della camera a gas, introdotto nel 2018 ma non ancora applicato.

Usa/02 – Il 17 febbraio 2022 56 procuratori hanno firmato una dichiarazione congiunta chiedendo la fine della pena di morte e si sono impegnati, nel frattempo, a non chiedere la pena di morte “contro persone con disabilità mentale, disordine da stress post-traumatico, pregressi danni cerebrali o altri problemi mentali e cognitivi che diminuiscono le possibilità di comprendere in pieno e regolare le loro azioni”.

Usa/03 – L’esecuzione di Michael Gonzales, la prima prevista nell’anno in Texas, è stata sospesa dalla corte d’appello dello stato il 3 marzo 2022 per poter accertare le accuse di condotta scorretta della pubblica accusa che, nel processo di primo grado, nascose alla giuria prove della possibile innocenza dell’imputato.

 

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