Singapore: stop alle esecuzioni ingiuste e illegali di due trafficanti di droga

25 Luglio 2023

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Aggiornamento 28/07/2023 – Mohd Aziz bin Hussain e Saridewi Djamani sono stati messi a morte per possesso e traffico di droga. Quella di Djamani è la prima esecuzione di una donna nel paese, dopo vent’anni.


Un uomo malese di Singapore, condannato nel 2018 per traffico di eroina, è in attesa della sua esecuzione, fissata per mercoledì 26 luglio; mentre quella di Saridewi Djamani, la prima di una donna nel paese negli ultimi 20 anni, è prevista per venerdì 28 luglio. Djmani, cittadina di Singapore, è stata condannata per traffico di droga.

Chiara Sangiorgio, esperta di pena di morte di Amnesty International, ha commentato:

“È inaccettabile che le autorità di Singapore continuino a ricorrere crudelmente e sempre più frequentemente alla pena di morte per il controllo delle droghe. Non esiste alcuna evidenza che la pena di morte abbia un effetto deterrente o che influenzi l’uso e la disponibilità di droghe. Mentre i paesi di tutto il mondo abbandonano la pena di morte e abbracciano la riforma delle politiche antidroga, le autorità di Singapore non si adeguando a tale tendenza”.

“Il messaggio che arriva da queste esecuzioni è univoco: il governo di Singapore è ancora una volta pronto a sfidare le norme internazionali sulla pena di morte. È giunto il momento che Singapore cambi rotta, archiviando definitivamente la pena di morte nei libri di storia e si impegni seriamente a trovare soluzioni più efficaci per affrontare i danni correlati alle droghe. Queste soluzioni potrebbero comprendere l’ampliamento dell’accesso a servizi sanitari e sociali, inclusi quelli dedicati alle persone coinvolte nell’uso di droghe e un serio affronto alle cause socio-economiche sottostanti che spingono le persone a coinvolgersi nel traffico di droga”, ha proseguito Sangiorgio.

Organizzazioni come l’Ufficio delle Nazioni Unite per la droga e il crimine e l’Organo internazionale per il controllo degli stupefacenti hanno condannato l’uso della pena di morte per reati di questo tipo e hanno spinto i governi a impegnarsi verso l’abolizione.

“Rinnoviamo il nostro appello ai governi e alle organizzazioni impegnate nello sviluppo e nel monitoraggio delle politiche antidroga, affinché aumentino la pressione su Singapore per porre fine a tutte le esecuzioni e le politiche di controllo delle droghe si basino sulla promozione e la protezione dei diritti umani. Tutto ciò deve iniziare oggi, con una condanna inequivocabile delle esecuzioni fissate questa settimana”, ha concluso Sangiorgio.

Mentre oltre due terzi dei paesi nel mondo hanno abbandonato la pena di morte, Singapore persiste, insieme a Cina, Iran e Arabia Saudita, nel confermare le esecuzioni per di droghe. La vicina Malesia ha invece adottato una moratoria sulle esecuzioni dal 2018 e ha recentemente abrogato la pena di morte obbligatoria per tali reati.