Turchia, il Consiglio d’Europa ripristina il monitoraggio sui diritti umani

26 Aprile 2017

Tempo di lettura stimato: 2'

Il 25 aprile l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha votato a favore del ripristino del pieno monitoraggio sul “funzionamento delle istituzioni democratiche” in Turchia con l’obiettivo di assicurare il rispetto dei diritti umani fondamentali, dello stato di diritto e della democrazia. In precedenza, la Turchia era unicamente soggetta al cosiddetto “dialogo post-monitoraggio”, una formula blanda che comprendeva un minor numero di elementi di preoccupazione.

L’Assemblea parlamentare ha inoltre sollecitato il rilascio di tutti i giornalisti e difensori dei diritti umani attualmente detenuti e ha condannato i tentativi di reintrodurre la pena di morte.

Dal fallito colpo di stato dell’estate 2016, le autorità turche hanno chiuso oltre 160 organi d’informazione, imprigionato più di 120 giornalisti e licenziato 100.000 impiegati del settore pubblico, un quarto dei quali appartenenti al settore giudiziario. Centinaia di organizzazioni non governative sono state costrette a chiudere ai sensi dello stato d’emergenza, prorogato di altri tre mesi all’indomani del referendum costituzionale che, il 16 aprile, ha garantito al presidente Erdogan nuovi poteri.

Il 3 maggio, Giornata mondiale della libertà di stampa, Amnesty International accenderà i riflettori sulla Turchia, chiedendo alle autorità il rilascio di tutti i giornalisti che si trovano in detenzione preventiva.