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Il collettivo artistico Artlords ha inaugurato nel centro di Kabul un murale , realizzato in collaborazione con Amnesty International, dedicato alla memoria di Shah Marai, il noto fotografo dell’Agenzia France Press (Afp) che ha perso la vita il 30 aprile scorso insieme ad altri nove giornalisti. Si erano recati sul luogo per documentare un attentato e sono stati colpiti dal peggiore attacco mortale nei confronti dei giornalisti in Afghanistan.
Il murale, dal titolo “Shuja” (coraggio in lingua dari), mostra Shah Marai mentre tiene in mano la sua videocamera e un gruppo di difensori dei diritti umani dietro a uno striscione. Il testo sul murale recita: “Non ti dimenticheremo. Tu hai difeso la giustizia, l’uguaglianza e tutti noi!”.
Per oltre due decenni, Marai aveva raccontato con grande efficacia il conflitto in Afghanistan. In un periodo in cui l’attenzione del mondo stava scemando, insieme ad altri giornalisti aveva continuato a raccontare le storie delle vittime civili che, tra morti e feriti, ha raggiunto in questi ultimi anni numeri record.
Abbiamo collaborato alla realizzazione del murale per onorare la memoria dei tanti coraggiosi difensori dei diritti umani come Marai che sono stati assassinati in Afghanistan negli ultimi anni e chiedere alle autorità di riconoscere e garantire protezione alle tante persone che, per aver difeso e promosso i diritti umani, subiscono costanti minacce.
“Chiediamo alle autorità afgane di condannare pubblicamente le minacce portate contro i difensori dei diritti umani e adottare leggi che riconoscano e proteggano la loro azione, garantendo loro il diritto alla libertà di manifestazione pacifica e di associazione – ha dichiarato in una nota ufficiale Samira Hamidi, campaigner di Amnesty International sull’Asia meridionale –. Questo sarebbe il primo passo verso la creazione di un ambiente sicuro e in grado di consentire ai difensori dei diritti umani di agire liberamente e senza paura”.
L’Afghanistan rimane uno dei luoghi più pericolosi del mondo per i giornalisti. Nel corso di settembre, due giornalisti di TOLO News hanno perso la vita mentre trasmettevano in diretta da un quartiere di Kabul a maggioranza hazara, appena colpito dall’ennesimo attentato. Negli ultimi 10 anni almeno 34 giornalisti locali e internazionali, sono stati uccisi e altri gravemente feriti a causa del loro lavoro. Solo nel 2018, l’anno più mortale per i giornalisti in Afghanistan, ne sono stati uccisi 12.
“In Afghanistan i difensori dei diritti umani mostrano un enorme coraggio nonostante agiscano in un contesto estremamente difficile – ha dichiarato in una nota ufficiale Samira Hamidi, campaigner di Amnesty International sull’Asia meridionale –. Di fronte alle minacce alle loro vite, continuano a prendere la parola contro l’ingiustizia e a difendere i diritti degli altri. È davvero giunto il momento che le autorità afgane e la comunità internazionale agiscano per difendere i difensori dei diritti umani”.
Nel 2016, durante una conferenza organizzata dalla Commissione indipendente afgana per i diritti umani, il presidente Ashraf Ghani si era impegnato a proteggere i diritti dei difensori dei diritti umani: “La protezione dei difensori dei diritti umani è responsabilità del mio governo e degli organi legislativi e giudiziari”, aveva affermato.
L’anno prima il gruppo European Union Plus (composto dagli stati membri dell’Unione europea oltre a Canada, Norvegia e Svizzera) aveva abbozzato una strategia per sostenere i difensori dei diritti umani afgani con al centro un meccanismo di protezione.